OFFERTA LUGLIO 2023
1° PARTE
1) GUIDE VIAGGIATORI VIAGGI POSTA POSTIGLIONI CARROZZE RARITA’ BIBLIOGRAFICA CARTOGRAFIA MILANO BOLOGNA MODENA ITALIA MORANDOLA
Guide des routes d’Italie par postes. Guida delle rotte d’Italia per posta. Nouvelle edition avec 25. cartes geographiques et les regles a observer pour le passage du Montcenis,
Turin, chez les freres Reycend et c.e., S. data (ma 1790 circa).
n 8°; VIII, 71, [1], 20 pp. e 25 lunghe carte di tav. più volte ripiegate. Legatura coeva in mezza pelle con titolo e filetti in oro al dorso. Piatti foderati con bella carta color caffè. Nel titolo si accenna ad un’edizione precedente che però non vede esemplari conosciuti in questa forma. Prima edizione in ottime condizioni di conservazione di questa rarissima edizione, due soli esemplari censiti in ICCU. , di questa guida per le tratte in carrozza lungo la penisola italiana. Ognuna delle 25 tavole presenta diversi tipi di tratte in carrozza, a cavallo, a dorso di mulo, in slitta con indicazioni dei costi e dei compensi da riconoscere ai vetturini o alle guide. L’opera contiene anche le regole che devono seguire i viaggiatori ma anche le pene per i vetturini che dovessero comportarsi in modo inappropriato. Varie sono le note particolareggiate sulle strade e le difficoltà che deve seguire un viaggiatore su diverse strade italiane. Fra le tratte, riprodotte anche nelle tavole: Da Bologna ad Ancona per Imola, Faenza Forlì …; Da Bologna a Roma per la via d’Ancona; Da Bologna a Foligno per la via di Fano; Da Bologna a Firenze; Da Bologna a Roma per la Via di Firenze; Da Roma a Napoli per la via di Veletri, Terracina, Molo …; Da Bologna a Livorno per la via di Firenze; Da Bologna a Foligno per la via di Firenze; Da Bologna a Mantova per la via di Modena; Da Bologna a Trento per la via di Modena; Da Bologna a Venezia per la via di Modena, Mirandola …; Da Bologna a Mantova per la via di Cento, e Ferrara …; Da Bologna a Torino per la via di Modena, Reggio, Parma …; Da Bologna a Torino e da Torino a Milano …; Da Bologna a Milano, per la via di Modena, Reggio, Parma …; Da Bologna a Milano per la via di Modena, Mirandola, Mantova …; Da Bologna a Milano e da Milano a Venezia …; Da Bologna a Genova e da Genova a Pisa …; Da Bologns a Brescia per la via di Parma …; Da Bologna a Venezia e da Venezia a Rimini …; Da Bologna a Venezia e da Venezia a Trieste …; Da Torino al Ponte Buonvicino per la via di Susa, S, Giovanni e Chiamberì. Ottimo esemplare di una delle più rare guide per i viaggiatore per posta in Italia, completa delle 25 grandi tavole più volte ripiegate. Rif. Bib.: ICCU IT\ICCU\VIAE\035986.
900 euro
2) PRIME EDIZIONI ITALIANE REMARQUE RARITA’ BIBLIOGRAFICHE PACIFISMO ANTIMILITARISMO ANTITOTALITARISMO
Niente di Nuovo sul Fronte Occidentale,
Basilea (ma Verona), Editori E. Birkhauser & Co. (Off. Graf. Mondadori), S. data (ma 1931)
In 8° (19,3×13,7 cm); 286, (2) pp. Brossura editoriale illustrata dalla bellissima grafica di Bruno Santi. Una piccolissima mancanza di carta all’angolo superiore esterno dalle pagine da 259 a 270. Antica firma d’appartenenza all’occhietto “Aderendo … Soldato per mesi 58, 1915-1919, Franco Brioschi”. Cornice in rosso a matita, intorno alla citazione del frontespizio, minimi difetti alla brossura, ininfluenti. Nel complesso, esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Al Colophon “La presente edizione non può essere venduta che nel territorio della Confederazione Elvetica”. Prima edizione italiana insieme alle due edizioni di New York e di Verona di uno dei più celebri capolavori del novecento. Come ben descritto da Paolo Allessandrello, il capolavoro di Remarque “Quando nel Maggio del 1933 brucia tra i “roghi di libri” di Gobbels “Im western nichte Neues” ha solo quattro anni di vita: pochi. Sufficienti però per averlo consacrato come un successo editoriale mondiale senza precedenti, con vendite che già superano complessivamente i 4 milioni di copie in tutti i continenti nelle traduzioni inglese, francese, spagnola, russa e perfino yiddish, cinese, esperanto. […] Un solo paese in Europa viene privato della lettura di questo romanzo: l’Italia; e priva ne rimarrà per quindici anni.”. La caratteristica antimilitarista, con forti note pacifiste non può che esser visto che con sospetto dal Regime Fascista. Nonostante gli sforzi di Mondadori che apprezza moltissimo l’opera, di sdoganare il titolo direttamente presso Mussolini e nonostante una, iniziale, non totale chiusura del dittatore alla pubblicazione (probabilmente stuzzicato dal fatto che in Germania il titolo fosse già stato messo all’indice dal movimento nazista) alla fine ne viene decretata l’invendibilità sul territorio nazionale ma se ne consente, con machiavellica pervicacia burocratica, la stampa in lingua italiana. Ne vengono addirittura concessa la stampa di 10.000 copie ma da vendere, con puro spirito bizzarro, solo sul territorio Svizzero ed in Sudamerica. Scrive ancora Allessandrello “Ora, mentre l’esistenza di una edizione “svizzera” Mondadori del 1931 è da qualche anno già nota ai bibliofili, ci risulta del tutto inedita la nostra recente scoperta di altre due edizioni dello stesso anno: un’edizione per gli Stati Uniti e una “per il resto del mondo” di cui, cioè, venne impedita la vendita sul territorio italiano e delle colonie. […] Gli
esemplari studiati mostrano come i testi delle tre edizioni (pp. 286, mm 190×125) siano identici tra l’oro e l’analisi di alcuni difetti tipografici, risultanti anch’essi identici, rivelano l’uso delle stesse matrici e la probabile appartenenza alla stessa tiratura. […] Sul come poi fosse stata organizzata la distribuzione all’estero non sappiamo quasi nulla se non che, almeno in due paesi, Mondadori utilizzò – o pensò di utilizzare – delle società locali (e non sappiamo perché): Birkhauser in Svizzera e Libreria Nuova Italia in USA. E mentre la prima è una casa editrice nota – pubblicava, tra l’altro, in quegli anni la “Rivista ticinese illustrata” – nulla sappiamo di quella Libreria Nuova Italia di New York.”. Allessandrello ha dimostrato, anche, definitivamente che il traduttore, non indicato su nessuna copia della prima edizione, sia lo stesso Stefano Jacini, “co-fondatore del Partito Popolare Italiano, deputato aventiniano, deposto dal regime nel ’26, convinto antifascista e futuro membro del Comitato di Liberazione Nazionale”, nome del quale, poi, sarà evidenziato da Mondadori nell’edizione del 1945. Una vera rarità bibliografica legata in prima edizione italina dei classici della letteratura mondiale. Rif. Bibl.: ALAI, Rivista di Cultura del Libro della Associazione Librai Antiquari d’Italia, Numero due, 2016, pag. 155-172.
450 euro
3) PETER PAN RACKHAM ILLUSTRATORI TIRATURA IN 100 COPIE PRIME EDIZIONI LIBRI ILLUSTRATI PER BAMBINI RARITA’ BIBLIOGRAFICA CLASSICI PER L’INFANZIA
Sir James Matthew Barrie, Arthur Rackham,
Piter Pan. Douze Réproductions en couleur des Originaux de A. Rackham qui ont servi à l’Illustration de l’Ouvrage de J.M. Barrie. [Illustrated by Arthur Rackham],
Paris, Hachette, 1911
In folio grande; set completo delle 12 suite di tavole originali che Arthur Rackham utilizzò per illustrare Peter Pan, il capolavoro ed uno dei libri più significativi della letteratura per ragazzi, opera del grande drammaturgo e scrittore scozzese, Sir James Matthew Barrie, I baronetto, più noto semplicemente come J. M. Barrie (Kirriemuir, 9 maggio 1860 – Londra, 19 giugno 1937). Esemplare appartenuto al celebre caricaturista ed illustratore italiano, Umberto Tirelli, come attesta anche l’ex-libris applicato all’interno della scatola. La scatola contente il volume è probabilmente stata fatta eseguire da Tirelli direttamente dall’editore Hachette. Infatti, a differenza degli altri esemplari conosciuti, che presentano al piatto editoriale una scritta su foglio in nero che riprende il titolo, il nostro esemplare, vede al piatto anteriore della scatola, applicato in apposito spazio, una tela verde con titolo impresso in oro, del tutto identica a quella presente nel frontespizio all’interno del volume. Dato che per poter avere un’altra tela del tutto identica a quella della legatura si sarebbe dovuto avere un altro dei 100 esemplari stampati, è probabile che Tirelli che era solito risiedere a Parigi, abbia chiesto ad Hachette di realizzare una scatola appositamente per lui con, appunto, il frontespizio di un altro esemplare. Legatura originale editoriale con titolo impresso in oro al piatto anteriore. Lacci in seta. Il nastro originale centrale in seta è probabilmente stato sostituito nel corso degli anni mentre i
lacci per la chiusura del volume sono chiaramente originali. Esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Le tavole risultano montate ognuna entro il loro passe-partout originale. Primissima edizione delle suite di 12 tavole della celeberrima visione di Rackham delle avventure di Peter Pan. L’edizione francese del “Portfolio” delle tavole di Peter Pan, fu la prima edita in assoluto e venne stampata in soli 100 esemplari numerati (il nostro è l’esemplare numero 52), seguirono poi un’edizione inglese nel 1912 in 500 esemplari (anche se sembra che non ne furono tirate più di un centinaio di copie) ed un’edizione americana nel 1914 edita da Brentano, questa in 300 copie. Il volume si avvalse di un’introduzione di Robert de la Sizeranne (Tain, Drôme, 1866 – Parigi 1932), celebre scrittore francese che fu tra i divulgatori, nel suo paese, delle vedute estetico-religiose di J. Ruskin. In questa versione le tavole sono
notevolmente più grandi rispetto a quelle comparse nel volume in 8° uscito nel 1906 e vennero ritirate nuovamente in toto. “Peter Pan in Kensington Gardens” è stato pubblicato nel 1906 ed è stato uno dei primi successi di Arthur Rackham. Il celebre illustratore britannico iniziò l’attività di illustratore fin dal 1893. I suoi primi lavori che gli diedero una certa fama, sono le illustrazioni per le fiabe dei fratelli Grimm (1900) e Rip van Winkle, edito nel 1905 ma è con l’uscita nel 1906 del “suo” Peter Pan che l’artista ottiene uno straordinario successo e la fama fino ad esser considerato uno dei più importanti illustratori del suo tempo. Rackham vinse anche una medaglia d’oro all’esposizione internazionale di Milano del 1906 ed un’altra all’esposizione di Barcellona nel 1911. Questa qui rappresentata è una delle sue opere più rare e la limitatissima tiratura la rende difficilissima a reperirsi. First edition, 100 copies, good copy. Very rare. Rif. Bibl.: Latimore & Haskell, Arthur Rackham: A Bibliography, p. 39. Riall p. 113.
3.000 euro
4) PINOCCHIO PINOCCHIATE PRIME EDIZIONI ILLUSTRATE ILLUSTRATORI LIBRI PER RAGAZZI CROAZIA ZAGABRIA PRIMA EDIZIONE CROATA RARITA’ BIBLIOGRAFICA
Collodi Carlo, Purcheddu Giuseppe,
Le Avventure di Pinocchio, preveo vjekoslav kaleb, ilustrirao Beppe Porcheddu,
Zagreb, Mladost, 1952
In 4°; 213, (11) pp. Legatura editoriale coeva in mezza tela con piatti foderati da carta animata a colori (piatto anteriore immagine uguale alla prima edizione italiana ed al piatto posteriore, immagine di Pinocchio. Piatti interni foderati con bella carta editoriale con immagini di Pinocchio. Titolo ed autore impressi in amaranto al dorso. Qualche lievissimo segno del tempo e nel complesso esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Prima rarissima edizione croata del Pinocchio illustrato dal celebre illustratore, ceramista e pittore italiano, Beppe Porcheddu, meglio noto come Beppe Porcheddu (Torino, 1º maggio 1898 – 27 dicembre 1947 ?). Di particolare interesse è che il Pinocchio di Porcheddu in lingua croata, uscì dieci anni dopo la prima edizione italiana del 1942 ed alcuni anni dopo le riedizioni italiane ma presenta alcune tavole, non presenti nelle edizioni italiane che vennero realizzate da Porcheddu, proprio in questa edizione croata. Il Pinocchio di Porcheddu rappresenta, forse, il più bel Pinocchio illustrato insieme a quello di Mussino. Questa prima edizione in croato è rarissima, più rara ancora della prima edizione italina.. Artista irriverente ed innovatore, Porcheddu si appassiona all’illustrazione durante l’Esposizione Internazionale di Umorismo di Rivoli del 1911, quando assiste alle opere di Arthur Rackham e Edmund Dulac. Giovanissimo inizia a collaborare con il “Corriere dei Piccoli” e sulla “Domenica dei Fanciulli”. Dopo aver partecipato al primo conflitto mondiale inizia a collaborare con diverse testate come “Il Pasquino”, “Numero”, “La Lettura” ecc. All’attività di illustratore, Purcheddu affianca sperimentazioni nella ceramica, nella scultura e nelle scenografie teatrali. Pur collaborando con il “Balilla” è un profondo antifascista e la sua villa ligure è luogo di rifugio di diversi antifascisti. Per un certo periodo è anche presidente del Bordighera. Il 27 dicembre del 1947 esce di casa per dirigersi verso Roma dove si sarebbe tenuta una mostra dei suoi disegni ma non giunge mai nella capitale e scompare nel nulla spedendo una lettera criptica alla sorella. Una vicenda che per certi aspetti ricorda quella di Ettore Majorana. Si legge nel numero di Charta 68° relativo alla figura di Purcheddu “Ma c‘è un‘altra eccezione molto più vistosa, ed è l‘edizione Paravia del 1942 de Le Avventure di Pinocchio, che il sottoscritto “che Pinocchio non lo ama più che tanto” considera il capolavoro dell‘illustratore e una delle tre o quattro migliori edizioni illustrate del celebre evergreen di Collodi (alla pari con quelle di Mussino, di Topor, forse di Mattioli e di Mosca, ma questo è un discorso che faremo caso mai un‘altra volta). Qualche lettore in vena di polemiche potrebbe anche contestare l‘affermazione che i disegni di Porcheddu per questo libro siano a colori, poiché la tavolozza è rigorosamente ristretta a tre soli colori, il rosso mattone, l‘azzurro carta da zucchero e il bianco biacca, cui si aggiunge naturalmente il nero. Ma i tre colori diventano poi cinque perché l‘artista ha avuto la geniale trovata di realizzare i disegni su cartoncini non bianchi ma, a seconda dei casi, grigio chiaro o beige. Lo sfondo che rimane libero dal disegno diventa così “in negativo” colore, acquistando una sua precisa e spiazzante valenza cromatica; e il segno grafico di cui già si è parlato, come sempre di impronta grottesca ma assai più stilizzato che negli altri libri, è asservito a un impianto compositivo di ogni singola tavola che appare ancora oggi straordinariamente moderno. Prendiamo a caso, fra i molti possibili esempi, la tavola in cui Pinocchio vola sul dorso del colombo: il paesaggio sottostante (con nuvole che sono piccoli laghi e torrenti di biacca sullo sfondo di un cielo non azzurro ma beige, e montagne che fanno pensare ai picchi dirupati della Monument Valley) ha un‘asprezza e una drammaticità da pianeta alieno che mi sembra più coerente con il clima sadico e l‘intento metaforico della fiaba di Collodi di quanto non lo siano i dolci colli toscani fotografati in modo così accattivante da Dante Spinotti nel recente film di Roberto Benigni.”. Prima edizione in croato rarissima in buone-ottime condizioni di conservazione di uno dei Pinocchi più rari.
600 euro
5) PINOCCHIO PRIME EDIZIONI PRIMA EDIZIONE ILLUSTRATA A COLORI MUSSINO FIRENZE FAORZI RARITA’
Collodi Carlo,
Le … avventure di Pinocchio … storia di un burattino, disegni di F. Faorzi
Firenze, Casa Editrice Salani, 1951
In 4° grande (23×16,5 cm); 256 pp. e 8 c. di tav. a colori fuori testo. Numerosissime tavole nel testo in bianco e nero, varie a piena pagina. Legatura editoriale con anche presente il rarissimo cofanetto editoriale. Al piatto anteriore titolo in bianco e nero sula legatura rigida in cartoncino rosso. Sempre al piatto anteriore applicata in rilievo, bellissimo ritratto di Pinocchio (un piccolo restauro all’altezza del naso di Pinocchio dove la punta del naso è stata riapplicata). Un piccolo segnetto al margine alto del dorso. Riedizione, fra le meno comuni, del Pinocchio illustrato da Fiorenzo Faorzi uscito per la prima volta nel 1934. Presente, come detto antecedentemente, anche il rarissimo cofanetto editoriale, praticamente sempre assente, con titolo e animazione in bianco, nero e rosso applicata sul piatto anteriore. All’interno dedicata alla prima carta bianca datata 1956 e nome degli antichi proprietari scritti nell’apposita pagina “Questo libro appartiene a …..”. L’opera riporta le bellissime illustrazioni di Fiorenzo Faorzi (Firenze 3 febbraio 1911 – Firenze 9 aprile 2001). Faorzi iniziò la sua attività di illustratore, intorno al 1928, illustrando il libro “I ragazzi agricoltori” per Vallecchi. Il suo stile riprende in parte quello di suo zio Natale, valente artista, rileggendolo, però, in una chiave moderna e leggera. Questa edizione uscì nella collana Salani “I Grandi Libri”. A Fiorenzo si devono moltissime copertine della Biblioteca dei Ragazzi. Le tavole realizzate per Pinocchio, sono riconosciute come il suo capolavoro. Edizione fra le meno comuni e rarissima a trovarsi completa della sopraccoperta editoriale. Rif. Bibl.: Biaggioni, 15 (descrive le altre edizione ma manca questa edizione del 1951).
130 euro
6) BODONI BODONIANA PARMA BORBONI EDIZIONI DI LUSSO FERDINANDO I FUNERALIA ILLUSTRATI RARITA’ BIBLIOGRAFICA
Orazione funebre in morte di D. Ferdinando I di Borbone, Infante di Spagna Duca di Parma, Piacenza, Guastalla Ecc. Ecc. Ecc. Composta e Recitata da Luigi Uberto Giordani Parmigiano Consigliere del Supremo Consiglio di Piacenza, Individuo Onorario del Consiglio Generale della comunità di Parma, e professore emerito dell’Università.
Parma, Co’ Tipi Bodoniani, 1803
In folio (49,5×35 cm); (4), XXIV, (2), 12 p., (3) c. di tav., di cui 1 ripieg. Legatura coeva in cartoncino maculato. Alcune tracce di sporco alla prima carta bianca, ininfluenti e per il resto esemplare in ottime condizioni di conservazione ed ancora in barbe. Prima rarissima edizione nella tiratura di lusso, da non confondersi con le altre due edizioni dello stesso anno, una in ottavo ed una in quarto. L’opera si presenta con il frontespizio e tutte le tavole incise entro cornice xilografica a differenza delle altre due edizioni. Bellissimo ritratto di Ferdinando I Borbone disegnato e inciso da Francesco Rosaspina da un dipinto di Pietro Melchiorre Ferrari. Pianta e elevazione del mausoleo incisi da Paolo Bernardi su disegno di Donnino Ferrari. A carta [1]/4r: Descrizione delle solenni esequie di S.A.R. Don Ferdinando di Borbone Infante di Spagna duca di Parma, Piacenza, Guastalla ecc. ecc. ecc. celebrate dalla comunità di Parma nella chiesa civica detta della Steccata li 15 dicembre 1802. Questa seconda parte contiene una descrizione dettagliata degli avvenimenti che si tennero durante le esequie di Ferdinando I. Celeberrima edizione bodoniana di queste esequie parmensi edite in occasione della morte del Duca Ferdinando I di Borbone-Parma (Colorno, 20 gennaio 1751 – Fontevivo, 9 ottobre 1802) che fu duca di Parma, Piacenza e Guastalla dal 1765 al 1802, Infante di Spagna dal 1751 al 1802 e Principe di Francia in quanto nipote del re Luigi XV di Francia. Ferdinando fu regnante del Ducato di Parma in uno dei periodi più turbolenti della sua storia, quando, in seguito ai fatti legati alla rivoluzione francese ed una crescente opposizione interna, la sua situazione politica divenne assai difficile, ed il Duca, che cercò a più riprese l’aiuto della corona d’Austria, arrivò ad essere messo agli arresti domiciliari, insieme alla consorte, da Napoleone Bonaparte li mise agli arresti domiciliari nel Palazzo Reale di Colorno, dal 1796 al 1801. Ferdinando, nonostante le pressioni, si rifiutò a più riprese di cedere il suo ducato alla Francia, nonostante suo figlio Ludovico, avesse firmato il 20 marzo del 1801 il Trattato di Aranjuez, con il quale il ducato doveva passare in mano francese. Ferdinando disconobbe sempre questa firma e la cosa, probabilmente, gli costò la vita. Dopo un pranzo abbondante a base di maiale, il Duca inizò a soffrire di forti dolori allo stomaco e dopo diversi giorni di terribili sofferenze spirò a Fontevivo. Seppur le cause della morte ufficiali parlarono di morte naturale, vi sono notevoli possibilità che Ferdinando I fosse stato avvelenato dai napoleonici per eliminare una figura scomoda. L’edizione è opera del grande tipografo, incisore e stampatore parmense, Giambattista (Giovanni Battista) Bodoni (Saluzzo, 26 febbraio 1740 – Parma, 30 novembre 1813) celeberrimo per la raffinatezza dei suoi caratteri tipografici e la bellezza delle sue edizioni. Questa qui presentata, nella sua versione in foglio, è una delle sue opere più eleganti e belle. Quando gli venne commissionata la stampa dell’opera che qui presentiamo, Bodoni decise di tirare l’opera in tre formati differenti Tutte e tre le edizioni dovevano essere curatissime ma l’edizione in 8° non presentava le tavole fuori testo, quella in 4° non aveva il testo in cornice e pur essendo ricca non poteva però, competere con l’edizione che qui presentiamo, tirata in un numero assi limitato di copie per i regnanti ed i personaggi influenti europei. L’edizione di lusso è curatissima sia per l’apparato grafico che per la qualità della carta utilizzata e per la finezza delle tavole fuori testo. Opera in buone-ottime condizioni di conservazione, da non confondersi con le edizioni in 8° e 4° con lo stesso titolo. Rif. Bibl.: Brooks, n. 889 ; De Lama, v. 2, p. 152-153; IT\ICCU\TO0E\010498.
800 euro
7) VIAGGI INDIA LETTERATURA ILLUMINISMO UTOPIE VIAGGI INDIA LETTERATURA ILLUMINISMO UTOPIE ROMANTICISMO PRIME EDIZIONI RARITA’
La capanna indiana, di G. B. E. de St.-Pierre, Tradotta dal Francese da Ant. Bruner, nativo di Roma, traduttore dalle lingue latina, francese ed italiana.
Parigi (?), Nella Stamperia di Honnert, 1796
In 12° (12,5×8 cm); (8), 157, (1) pp. Legatura coeva in piena pelle scura con titolo in su fascetta rossa al dorso entro ricca cornice in oro con stelle, sempre, impresse in oro. Ai piatti cornice floreale in oro. Esemplare ottime condizioni di conservazione. Prima rarissima traduzione italiana, nessun esemplare censito in ICCU, di una delle opere principali del celeberrimo scrittore e botanico francese, Jacques-Henri Bernardin de Saint-Pierre (Le Havre, 19 gennaio 1737 – Éragny, 21 gennaio 1814). Sant-Pierre fu uno degli scrittori di maggior successo del settecento e le sue opere vennero tradotte in numerosissime lingue. Autore di alcuni dei più importanti racconti del settecento, ebbe una vita avventurosa. A soli dodici anni intraprese un viaggio fino alla Martinica che lo segnò profondamente. Militare di carriera partecipò alla campagna d’Assia del 1760 perdendo i gradi militari guadagnati sul campo a causa della sua insubordinazione. Tornato a Parigi si diede all’insegnamento della matematica ma la vita sedentaria e monotona che viveva non riusciva a soddisfarlo. Si rimise quindi in viaggio viaggiando attraverso i Paesi Bassi, Germania e Russia (dove sembra che fu amante di Caterina II di Russia), poi di nuovo a Dresda, Varsavia e Berlino dove si fermò per un certo periodo ospite di Federico II. Viaggiato di nuovo attraverso la Francia si decise a tornare alle Mauritius (dal 1768 al 1771). Giunse di nuovo a Parigi dove si stabilì e dove legò con gli ambienti illuministi ed in particolare con Rousseau. Fu qui che mise a frutto le sue esperienze di viaggio che utilizzò per ambientare i suoi romanzi che ottennero da subito un enorme successo. Con la sua opera “Études de la Nature” nel 1784 la sua fama e le sue ricchezze crebbero ulteriormente. “Luigi XVI lo nominò intendente del Jardin des plantes, la Rivoluzione professore di morale all’École normale, quindi membro dell’Académie des sciences morales (1795); Napoleone, che lo ammirava moltissimo, lo pensionò.” (da Treccani). La sua opera anticipa e apre la strada al romanticismo del primo ottocento che in buona parte anticipò, tanto che in molte sue opere non si può non notare il gusto per le rovine, i sepolcri ed il pathos romantico. La Capanna Indiana come altri suoi romanzi, si inserisce perfettamente nell’ambito delle utopie naturistico-umanitarie nate sull’onda della filosofia di Rousseau ed è uno dei più chiari esempi del genere del quale lo stesso Sat-Pierre è considerato l’inventore, il viaggio pittoresco dove le descrizioni di luoghi naturali splendidi, viene arricchita attraverso l’utilizzo di un linguaggio elevato fatto di termini scientifici. Il romanzo “La Capanna Indiana” è un viaggio attraverso i paesaggi dell’India alla ricerca della verità ad alcune domande esistenziali come “Dov’è la verità? Con quali mezzi possiamo trovarla (gli uomini hanno tutti diverse percezioni della verità, anche facendo affidamento sulla ragione)? In quali circostanze la verità può essere colta?”. Dopo aver cercato la verità in lungo ed in largo per tutta l’India ed i personaggi più dotti, le domande trovano la risposta presso un paria che spiega al protagonista che dobbiamo cercare la verità con un cuore semplice, essa si trova solo in natura e dovrebbe essere detta solo alle persone buone e cioè a coloro che sono pronti ad ascoltarla. L’opera descrive perfettamente alcune degli aspetti più interessanti e curiosi della società e dei costumi indiani dell’epoca. Opera rarissima in questa prima edizione italiana.
580 euro
8) MEDICINA FILOSOFIA DELLA MEDICINA TEORIA MEDICA RARITA’ BIBLIOGRAFICA RUVO DI PUGLIA NAPOLI
Cotugno Domenico,
Dello spirito della medicina. Discorso accademico letto nel Teatro anatomico del Regio Spedale degl’Incurabili di Napoli in un solenne congresso il dì 5. Marzo 1772. dal signor dottore d. Domenico Cotugno professore di anatomia nei regj studj di Napoli ec. ec. Ec
In Firenze, Nella Stamperia Moucke, 1785
In 8° (18×11 cm); 30, (2 b.) pp. Legatura ottocentesca di recupero in cartoncino semi-floscio. Qualche leggerissimo foxing ma nel complesso, esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Terza edizione, rara quanto le altre due edizioni (1774 Firenze, 1783 Napoli) di questa dotta dissertazione di teoria medica, del grande medico, anatomista e chirurgo, originario di Ruvo di Puglia (Bari), Domenico Cotugno (Ruvo di Puglia, 29 gennaio 1736 – Napoli, 6 ottobre 1822). Cotugno, 29 anni prima della scoperta di Jenner che cambierà il mondo della medicina, sulla base di dirette e numerosissime osservazioni, cercò di analizzare la natura del vaiolo arrivando a considerare le lesioni da esso provocate, solo esterne e non anche viscerali. Cotugno fu uno dei medici più celebri e geniali del suo tempo ed operò, principalmente, a Napoli anche se fu socio di numerosissime accademie estere. “Domenico Cotugno fu protagonista di importanti scoperte neurologiche, grazie a un intensa attività clinica e anatomica, e fin dall inizio mostrò i suoi interessi per l anatomia sottile, cioè la ricerca dei piccoli e nascosti meccanismi che compongono il nostro organismo. In tutte le sue indagini egli seguì il metodo indicato nella sua prima opera: mostrare la natura delle cose così come gli era apparsa non una o due volte, ma centinaia di volte, nell esame dei cadaveri”. Scrisse su svariati argomenti e fu un fine pensatore. “Secondo Benedetto Croce, Cotugno potrebbe essere stato il vero autore del celebre trattato Delle virtù e dei premi (il secondo del suo genere dopo “Dei delitti e delle pene” di Cesare Beccaria) che, uscito anonimo nel 1766, fu ristampato l’anno seguente, anche in francese, recando come autore il giurista aquilano, Giacinto Dragonetti e a questi sempre attribuito”. Il Garrison-Morton, 1382, scrive che Cotugno “was the first to describe the fluid surrounding the spinal cord and to suggest that it was in continuity with the ventricular and cerebral subarachnoid fluids. However, his concept of the cerebral and spinal fluid, which is the beginning of its modern physiology, remained in obscurity until rediscovery by Magendie some 60 years later”. Rif. Bibl.: Rif. Bibl.: ICCU IT\ICCU\RMLE\051495; Non in Blake o Waller ; la copia Wellcome ,II, 398, mancante della carta A2.
250 euro
9) FISICA ELETTRICITà CARCEPICCOLA CAMPOBASSO MOLISE STORIA NATURALE ESPERIMENTI SCIENTIFICI
Essai sur l’electricité des corps, Par M. l’Abbé Nollet, de l’Academie Royale des Sciences, dela Societé Royale de Londres, de l’Institut de Bologne, et Maitre de Physique de Mgr. Le Dauphin, Seconde Edition,
A Paris, Chez les Fretres Guerin, 1765
In 8° (16×9,8 cm); XXIII, (1), 276 pp. e 5 c. di tav. compresa l’antiporta figurata (le quattro tavole inserite nel testo sono più volte ripiegate. Legatura coeva in piena pelle maculata con dorso a 5 nervi. Ai tasselli autore, titolo e ricchissimi fregi in oro. Piatti interni foderati con bella carta marmorizzata coeva. Bell’Ex-libris nobiliare inciso a seppia applicato all’interno del piatto anteriore che identifica l’esemplare come appartenuto al celebre naturalista e presbitero molisano, Domenico Tata (Cercepiccola in provincia di Campobasso, 28 novembre 1733 – dopo il 1794) Domenico Tata che fu uno dei più importanti studiosi di fenomeni geologi italiani del settecento ed al quale si devono diverse opere fra le quali sono da ricordare il “Catalogo di una raccolta di pietre dure native di Sicilia” del 1772, le “Lettera sul monte Vulture” del 1778, la celebre “Descrizione del grande incendio del Vesuvio” del 1779 e la “Breve relazione dell’ultima eruttazione del Vesuvio” del 1790. Tagli marmorizzati in azzurro. Un lieve difetto al margine basso della legatura con lieve perdita di pelle e nel complesso esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Seconda edizione (ma probabilmente terza dato che la prima edizione uscì nel 1746 ed esiste una seconda edizione del 1750), corretta e riveduta dall’autore, di una delle opere più note del grande fisico ed abate francese, Jean Antoine Nollet, conosciuto come l’abate Nollet (19 dicembre 1700 – 25 aprile 1770). L’opera è illustrata da un frontespizio inciso su rame, raffigurante una dimostrazione scientifico e 4 tavole pieghevoli. Quella qui presentata è considerata una delle migliori opere di Nollet nella quale l’autore descrive gli strumenti che possono produrre elettricità e come usarli, analizza i fenomeni, condivide le sue esperienze, analizza le domande e fornisce le sue “congetture sulle cause dell’elettricità”. La prima parte è interamente dedicata alla descrizione degli strumenti utilizzati negli esperimenti elettrici, ed in particolare della macchina elettrica messa a punto dall’autore. Grande scienziato e precursore nel campo dell’elettricità durante l’età dei Lumi, l’abate Nollet divenne famoso per le sue dimostrazioni a Versailles che ebbero un tale successo da diventare dei veri e propri spettacoli. Questi spettacoli non avevano, però, il solo lo scopo di stupire; In realtà per Nollet si trattava di insegnare nuove teorie scientifiche divertendosi. Jean-Antoine fu il primo in Francia a sperimentare la bottiglia di Leida (antenato del condensatore). Con gli esperimenti con la bottiglia di Leida, risucì a entusiasmare, anche, Luigi XV che fu “elettrizzato” più volte nel gabinetto di fisica di Versailles. Alcuni attribuirono a questi fenomeni elettrici poteri curativi, o addirittura virtù erotiche. Nollet fu anche uno dei primi ad intuire il rapporto tra luce e scintille elettriche. Come il suo omologo meridionale Bertholon, si occupò dell’elettricità del corpo umano in una delle sue prime opere (pubblicata nel 1746). Le sue teorie sull’elettricità erano, nel complesso, in contrasto con la maggior parte dei fisici e dei filosofi dell’epoca, incluso Benjamin Franklin che però lesse e studiò l’opera di Nollet. Bell’esemplare di nobile ed importante provenienza. Questa seconda edizione riveduta e corretta, è assi più rara della prima edizione del 1746. Rif. Bibl.: Wheeler Gift, Collection, n.329.
300 euro
10) CHIRURGIA MEDICINA PRIME EDIZIONI ITALIANE ORTOPEDIA OFTALMOLOGIA CHIRURGIA VASCOLARE CARDIOLOGIA
Cooper Astley, Travers Benjamin,
Opere chirurgiche d’Astley Cooper presidente della Società medico-chirurgica di Londra e Chirurgo dello Spedale di Guy e di Beniamino Travers chirurgo dello Spedale Saint-Thomas, e membro della Società medico-chirurgica. Trasuzione italiana. Tomo I. – II.
Firenze, Nella Stamperia Piatti, 1822
In 8° grande; XXVIII, 144, (4) pp. e 8 c. di tav., 177, (3) pp. e 12 c. di tav. fuori testo, la maggior parte delle quali alcune più volte ripiegate ed una a carattere oftalmico, in fine coloritura coeva. Bellissima legatura coeva in mezza-pergamena con autore e titolo impresso in oro su fascetta in pelle al dorso. Dorso con ricchissimi fregi in oro. Piatti foderati con carta marmorizzata coeva. Prima traduzione italiana di quest’opera che raccoglie le conoscenze chirurgiche di due dei principali chirurghi inglesi dell’epoca, Sir Astley Paston Cooper (Brooke, 23 agosto 1768 – Londra, 12 febbraio 1841) famoso chirurgo e anatomista e Benjamin Travers (3 aprile 1783 – 6 marzo 1858) celebre chirurgo britannico, noto per la sua esperienza nella fisiologia, nelle malattie ed operazioni dell’occhio. Dal 1800 al 1807, Travers collaborò con Copper come chirurgo. Cooper fu celebre per i suoi contributi alla chirurgia e alle patologie del seno, degli aneurismi vascolari e delle ernie della parete addominale, insieme alla chirurgia ortopedica e otologica. Il suo contributo scientifico è ancora oggi apprezzato tanto da venir ancora oggi, considerato di utile utilizzo. Inoltre, Astley scoprì, anche, alcune strutture anatomiche che ancora oggi portano il suo nome. Cooper si appassionò da giovanissimo alla chirurgia. Nel 1784, dopo diverse esperienze pratiche di chirurgia a Norwich, alle dipendenze di Edward Rigby, un chirurgo di Norfolk, iniziò a lavorare e a studiare nel Guy’s Hospital e già all’inizio della sua prima sessione fu eletto membro della Guy’s Hospital Medical Society dove presentò un articolo sul cancro al seno. Nel 1789 ottenne la carica di dimostratore in anatomia al St. Thomas Hospital e nel 1791, Henry Clyne chiese ad Hastley Cooper di dividere con lui le lezioni e di svolgerle insieme, iniziando così l’attività di professore. Nel 1793 ebbe la nomina di docente di anatomia al Surgeons’ Hall. Si sa che intorno al 1800 Cooper portò avanti, in segreto, alcune proibite dissezioni umane in un suo magazzino, per verificare diverse sue teorie. Nel 1804 pubblicò il suo trattato dedicato alle operazioni sulle ernie che lo rese celebre. Nel 1818 uscì un’altra delle opere principali di Cooper, “Surgical Essays”, nella descrisse tre casi chirurgici fra i quali un primo esempio di quella che oggi prende il nome di coartazione dell’aorta con la quale Cooper diede un contributo importantissimo allo studio della circolazione collaterale (opera trattata anche in questa prima edizione italiana). Così, si può dire che non fu Joseph Lister, al quale comunemente viene attribuito il merito, ad essere il primo a trovare un metodo sicuro per la legatura dei vasi ma bensì fu proprio Cooper che 50 anni prima di Lister, nel 1817, praticò la legatura con il “cutgat” per legare un’arteria principale. Travers che fu allievo di Cooper ne portò avanti il lavoro. Nel 1810 fu nominato chirurgo della London Infirmary for Diseases of the Eye, poi del Moorfields Ophthalmic Hospital. Nel maggio 1815 fu eletto chirurgo al St Thomas ‘Hospital dove prestò servizio fino al suo pensionamento nel 1841. Ottenne anche il redditizio e prestigioso posto di chirurgo della Compagnia delle Indie Orientali e partecipò in modo determinante alla formazione del personale medico della Regina Vittoria, venendo da questa dichiarato “Surgeon Extraordinary”, divenendo, poi, Chirurgo Ordinario del Principe Consorte. Nel 1857 ottenne anche la prestigiosissima carica di Serjeant Suregeon nel 1857. Prima edizione italiana in buone-ottime condizioni di conservazione ed in bella e ricca legatura coeva. Rif. Bibl.: IT\ICCU\RMSE\007708.
300 euro
11) MEDICINA PRIME EDIZIONI MEDICINE OTORINOLARINGOIATRIA ANATOMIA PRIME EDIZIONI FISIOLOGIA ANATOMIA
Nuck Anton,
Antonii Nuck Harderoviceni Medicinae Doctoris & Anatomiae Professoris De ductu salivali novo, saliva, ductibus oculorum aquosis et humore oculi aqueo,
Lugduni Batavorum, apud Petrum vander AA, 1685.
In 12° (13×7,5 cm); (10), 175, (17) pp., un’antiporta figurata e 3 c. di tav. fuori testo più volte ripiegate. Bella legatura coeva in tutta pergamena molle. Dorso a 4 nervi con titolo manoscritto da mano coeva. Pagine leggermente ed uniformemente brunite ma esempalre in buone-ottime condizioni di conservazione. Prima rara edizione, due sole copie censite in ICCU e con numero minore di pagine e tavole, di questo importante studio pionieristico sulla saliva ed i dotti salivali. Antonius Nuck van Leiden (Harderwijk, 1650 – Leida, 5 agosto 1692) è stato uno dei medici e anatomisti più celebri del suo tempo. Dopo aver studiato a Leida, dove ricevette il dottorato nel febbraio del 1677, con una tesi sul diabete praticò l’arte medica a Delft. Nel 1683 si spostò a L’Aia per insegnare anatomia al
Collegium anatomicum chirurgicum. Tornò poi a Leida dove ottenne una cattedra di medicina e anatomia. Famoso anche come oculista, otorino, dentista viene ricordato principalmente per i suoi studi sui vasi linfatici e le ghiandole salivari, di cui è considerato uno dei pioniere: inventò infatti la prima scialografia, sia introducendo un mezzo di “contrasto” nei dotti salivari, sia nei vasi sanguigni, come aveva già tentato Frederik Ruysch (1638-1731). Il suo nome attualmente è legato al dotto di Nuck e alle sue patologie. Esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Raro. Rare. Good copy. Bibl.: Krivatsy, 8359 e Wellcome IV p. 250.
700 euro
12) POESIA VERONA PARMA STAMPATORI BODONI BODONIANI
Pindemonte Ippolito,
Poesie di Ippolito Pindemonte veronese, Parte I – II
Parma, Co’ Tipi Bodoniani, 1800
In 12° (15×9,5 cm); (2), 94, (2), (2 b.) pp. e (2), 142, (4) pp. e 4 pagine manoscritte da fine e chiara grafia coeva, aggiunte in fono al volume con la “Canzone d’Ippolito Pindemonte in morte di Vittorio Alfieri”. Antica dedica autografa alla prima carta bianca “Giuseppe Manetti, alla brava Anetta Vigarani”. Legatura coeva in piena pelle con dorso a 5 nervi. Cornice a triplo filetto in oro ai piatti. Titolo, autore, stampatore, filetti e fregi in oro ai tasselli e titolo e autore su fascette in pelle rossa. Qualche strofinatura e segno del tempo alla legatura. Tagli riccamente dorati. Qualche lievissima traccia di sporco alle prime tre carte e nel complesso, esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Prima ed unica edizione bodoniana delle poesie del grande poeta, letterato e traduttore veronese, Ippolito Pindemonte (Verona, 13 novembre 1753 – Verona, 18 novembre 1828). Pindemonte iniziò a scrivere poesie durante gli anni della sua permanenza al Collegio dei Nobili di Modena dove era allievo, fra gli altri, di Lazzaro Spallanzani, Francesco Barbieri, Giuliano Cassiani e Luigi Cerretti. In giovinezza fu anche un grande viaggiatore visitando, in particolare, la Sicilia, Malta e la Grecia, senza trascurare Roma e Napoli. Nel 1776 fece un lungo viaggio in barca a vela che lo portò a Malta ed in Grecia, viaggio al quale alludono i versi 213/4 Dei sepolcri di Foscolo. In risposta alla citazione di Foscolo, Pindemonte,
prendendo ispirazione dalle mummie deille Catacombe dei Cappuccini di Palermo, visitate nel 1779, Pindemonte compose in onore dell’amico Foscolo, il suoi omonimi “Sepolcri”. Nel 1778 partì per un Grand Tour d’Europa che lo portò in Francia, Germania ed Austria. Durante l’esplosione dei moti rivoluzionari francesi, si trovava nelle vicinanze di Parigi, insieme all’amico Alfieri. Pur apprezzando l’idealismo del pensiero rivoluzionario, Ippolito fi sempre contrario all’uso della violenza ed inorridì davanti alla deriva del “terrore” rivoluzionario, contrapponendo a questo, con un gusto prettamente pre-romantico, la placida bellezza della natura che sempre in maniera più marcata caratterizzò la sua poesia in bilico tra un neoclassicismo formale ed una intensa sensibilità romantica, sull’esempio dei poeti cimiteriali inglesi del Settecento Edward Young e Thomas Gray, tanto amati da Pindemonte. L’opera qui presentata nei magnifici ed eleganti caratteri del più grande stampatore dell’ottocneto, Giovanni Battista Bodoni (1740-1813), contiene, fra le altre poesie: La solitudine, Al Cav. Clementino Vanzetti, Alla Luna, Alla Salute, La Melanconia, La Giovinezza, Il Mattino, Il Mezzogiorno, La Sera, La Notte, Lamneto d’Aristo in morte di Giuseppe Torelli, Lettera di una Monaca a
Federigo IV Re di Danimarca, Clizia, Per una Psiche giovinetta con la farfalla in mano del celebre statuario Canova, Al Medesimo Canova per questa sua Psiche, Per due Quadri del Sig. Gaspare Landi, Per un Ritratto della Sig.ra Contessa Albrizzi dipinto da Madama Le Brun, Alla Sig.a Contessa Caterina Bon che più non vuole far versi, perchè il mondo dice che suoi non sono quelli che ha fatto, Partendo dalla Sicilia e navigando nel Mediterraneo, Lontananza, Passando il Mont-Cenis e lasciando l’Italia, Per la Certosa di Grenoble, Lago di Ginevra, Ferney già soggiorno del Signor di Voltaire, Cascata tra Maglan e Sellenche nel Faucigny detta il Nant d’Arpenaz, Ghiacciaje di Boissons e del Montanvert nella Savoja, In lode delle Donne di Zurigo, Caduta del Reno, Sul Sepolcro di Laura, Valchiusa, sul Sepolcro di Petrarca, i Viaggi, ecc. Una delle più belle ed eleganti edizioni delle poesie di Ippolito Pindemonte, arricchito da quattro pagine manoscritte con una poesia di Pindemonte tratta dall’edizione fiorentina dell’epistole pindemontiane edite nel 1809. Rif. Bibl.: Brooks, Edizioni bodoniane, n. 782.
170 euro
13) LETTERATURA IRLANDA FOSCOLIANA PREROMANTICISMO NEOCLASSICISMO VIAGGI RACCONTI DI VIAGGIO GRAND TOUR
Viaggio Sentimentale di Yorick lungo la Francia e l’Italia traduzione di Didimo Chierico, Orecchio ama pacato, La Musa, e mente arguta, e cor gentile.
Italia, 1818
In 8° (16,8×10 cm); XXV, (1), 249, (1) pp. e due c. di tav. fuori testo con ritratti di Sterne e Didimo Chierico, aggiunte intercalate nel testo 2 carte fittamente manoscritte. Legatura coeva in mezza-pelle verde con titolo e ricchi fregi in oro al dorso. Piatti foderati con carta coeva. Due carte presentano, a causa di un difetto della carta antecedente la stampa, una mancanza di carta al margine esterno, lontano dal testo, ininfluente. Vecchia firma di possesso al margine alto del frontespizio. Alcune pagine leggerissimamente ed uniformemente brunite, ininfluente e nel complesso in buone-ottime condizioni di conservazione. Esemplare arricchito, nella “Notizia intorno a Didimo Chierico” di numerosissime aggiunte chiosate da fine mano coeva, sia nel testo che su due carte aggiunte, che sembrano seguire le correzioni che sarebbero poi apparse, nell’edizione definitiva dell’opera edita alcuni anni dopo. Terza edizione, dopo le due edizioni del 1813 (stampate, rispettivamente da Molini e Didot) della più celebre traduzione del “Viaggio Sentimentale” di Sterne, opera del grande poeta, scrittore, drammaturgo, traduttore e critico letterario italiano, fra i principali esponenti del neoclassicismo e del preromanticismo, Ugo Foscolo, nato Niccolò Foscolo (Zacinto, 6 febbraio 1778 – Londra, 10 settembre 1827). L’edizione presenta l’originale scritto foscoliano“Notizia intorno a Didimo Chierico”, fantomatico traduttore dell’opera ed alter-ego letterario di Foscolo che rappresenta una geniale trovata letteraria di Foscolo che immagina una conversazione fra di lui e Didimo Chieirco che gli racconta alcuni fatti salienti della sua vita e della poetica del traduttore. L’opera, in questa edizione, è introdotta da un avvertimento ai “Lettori” e da una “Notizia intorno a Didimo”. Non è presente, invece, la prefazione “Didimo Chierico a’ lettori salute”, inclusa nell’originale del 1813, probabilmente, su idea dello stesso Foscolo. La traduzione foscoliana di “A sentimental Journey through France and Italy”, pubblicato incompiuto nel 1768 sotto lo pseudonimo shakespeariano di Yorick, un mese prima della morte di Sterne, rappresenta la seconda traduzione italiana dell’opera, dopo la prima apparsa a Venezia, edita da Zatta nel 1792. L’opera di Sterne è una fine e dotta satira dei viaggi del Grand Tour nella quale l’autore riprende e rielabora il classico racconto di viaggio. Data la presenza di Foscolo a Venezia nel 1793, è probabile che fu proprio su questa traduzione edita da Zatta che Foscolo si avvicinò all’opera di Sterne, valutandone, probabilmente anche alcune pecche. Si sa con sicurezza che Foscolo iniziò a lavorare alla traduzione del Viaggio sentimentale già dal 1805 anche se riprese più volte in mano la traduzione cercando, non solo di seguire lo stile di Sterne riportandolo nella lingua italiana, ma ancor di più di interpretare il pensiero dell’autore irlandese. Scrive Mario Scotti, nella voce da lui curata dedicata a Ugo Foscolo, Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 49 (Treccani 1997): “Nella seconda metà di ottobre il F. si trasferì in una casa presso al parco delle Cascine e all’Arno. Le sue condizioni di salute non erano buone: nondimeno attendeva tutti i giorni al lavoro letterario almeno per qualche ora. Aveva revisionato la traduzione del Viaggio sentimentale dello Sterne ed era pronto a stamparla: ma poi tornò a sottoporla ancora per tutto l’inverno a correzioni e rifacimenti; accantonate le Grazie, cui aveva cominciato ad attendere appena giunto a Firenze, era tutto preso dalla tragedia Ricciarda, di cui al trasferirsi nel nuovo alloggio aveva già steso il primo atto. Con la primavera 1813 si trasferì a Bellosguardo. Seguirono mesi di serenità spirituale e di felice attività poetica. Pure le vicende politiche e militari di quello che sarebbe stato il tramonto dell’età napoleonica non gli restavano indifferenti ed estranee. Riferimenti continui alla campagna di Russia si incontrano sin dai primi frammenti delle Grazie. Le notizie dal fronte giungevano con ritardo, ma infine si vennero precisando le dimensioni del disastro. Degli amici del F. perirono durante la ritirata il colonnello G. Battaglia (per la sua vedova, Lucietta Frapolli, il poeta sarebbe stato preso da una forte passione), C.D. Del Fante, B. Giovio. Da aprile a luglio il F. continuò ad attendere alle Grazie, mentre in contemporanea lavorava alla Ricciarda, gettava giù l’abbozzo di un nuovo Edipo, meditava un’altra tragedia, Bibli e Cauno – ispirata a un episodio delle Metamorfosi ovidiane -, componeva i capitoli A Pietro Rottigni, A Leopoldo Cicognara, Al signor Zanetti. A giugno per i tipi dello stampatore Didot di Pisa vide luce la traduzione del Viaggio sentimentale di Yorick lungo la Francia e l’Italia. Alla traduzione seguiva la Notizia intorno a Didimo Chierico, personaggio immaginario sotto cui il F. nascondeva la propria identità, come lo Sterne aveva fatto con il personaggio shakespeariano. Il nome Didimo era probabilmente quello del grammatico alessandrino del primo secolo”. Interessante esemplare arricchito da numerosissime note coeve in bella grafia leggibile. Rif. Bibl.: Cfr. Mazzolà,49 p. 65 il cui esempl. contiene la prefazione “Didimo… a’ lettori salute” ma precisa che “secondo il Rabizzani…. in questa ediz. manca tale prefazione”. Non in Acchiappati, né Ottolini.
250 euro
14) GEOLOGIA PALEONTOLOGIA PRIME EDIZIONI LOMBARDIA CROCE BELLAGIO DOSSENA GORNO VARENNA BESANO
Studii geologici e paleontologici sulla Lombardia del sacerdote Prof. Antonio Stoppani colla descrizione di alcune nuove specie di pesci fossili di Perledo e di altre località lombarde studii di Christoforo Bellotti.
Milano, Presso Carlo TuratiTipografo Editore, 1857
In 8° (17,4×11 cm); XX, 461, (1) pp. e 4 c. di tav. fuori testo. Bella legatura coeva in mezza-pelle verde con titolo e ricchi fregi in oro al dorso. Qualche strofinatura, spellatura e lievi segni del tempo alla legatura e nel complesso esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Opera arricchita da 4 grandi tavole più volte ripiegate, alcune a colori, a carattere geologico con: “Sistema delle valli lombarde – Profilo longitudinale da San Giovan-bianco a Gorno – Prospetto comparativo della successione dei terreni lombardi in serie discendente secondo i diversi osservatori – Spaccato geologico teorico-pratico della Lombardia, lungo la valle dellAdda (a colori e più e più volte ripieg.). Appendici: Descrizione delle nuove specie fossili scoperte in Lombardia, con osservazioni su alcune specvie già conosciute e “Descrizione di alcune nuove specie di pesci fossili di Perledo e di altre localita’ lombarde. Studii di Cristoforo Bellotti”. Prima edizione di questa celebre opera geologica del grande geologo, paleontologo e patriota originario di Lecco, Antonio Stoppiani. Appassionato alpinista, nel 1874 divenne il primo presidente della sezione milanese del Club Alpino Italiano. Unanimemente riconosciuto come il fondatore della Geologia e della Paleontologia italiana, già nel 1860 avviava insieme a Edouard Desor l’esplorazione sistematica dei laghi lombardi alla ricerca di insediamenti preistorici, individuando alcune supposte stazioni palafitticole anche in Brianza, come quelle della penisola di Isella del lago di Annone. Le successive ricerche fatte nelle torbiere e nelle terramare dell’Italia settentrionale gli procurarono una tale fama che quando a La Spezia nel 1865 venne fondato su proposta di De Mortillet il Congresso Internazionale di Antropologia Preistorica, presidente della Sezione Speciale Preistorica fu acclamato proprio Stoppani. Il suo lungo lavoro e il continuo rapporto con il territorio brianzolo e lariano influenzò i ricercatori di alto profilo che troviamo all’origine dei Musei civici di Lecco: in questa città Antonio Stoppani esercitò un magistero indiscusso e i giovani naturalisti ed archeologi formatisi alla sua scuola, Carlo Vercelloni e Mario Cermenati, ne riconobbero sempre il fondamentale ruolo. Antonio Stoppani è concordemente considerato il padre della geologia italiana, sia per la rilevanza dei suoi studi che per l’impegno profuso nella didattica e divulgazione scientifica. Quest’ultimo aspetto è ben evidenziato nella sua più famosa opera: Il Bel Paese (1876), il cui titolo completo, nello stile dei testi didattici dell’epoca è: Il Bel Paese. Conversazioni sulle bellezze naturali la geologia e la geografia fisica d’ Italia che è una raccolta delle passeggiate alpinistico-geologiche di Stoppani su tutto l’arco alpino ed appenninico d’Italia con descrizione delle bellezze viste partendo da Belluno, attraverso Agordo, Udine, il Ghiacciao del Forno, Zebrù, Sobretta, Salto della Toce, Loreto durante un eclisse di sole, Salsomaggiore, Le Salse di Nirano, Alpi Apuane, Marmi di Carrara, Vesuvio (4 capitoli), l’Etna, Valle del Bovr, Monte rosa, San Martino, Reno a Sciaffusa e l’Adda a Paderno e le Marmitte del Gigante. L’opera qui presentata è un suo dotto studio sulla geologia e paleontologia della Lombardia nel quale l’autore descrive i suoi ritrovamenti fossili descrivendone il luogo di ritrovamento ed i diversi tipi di terreno nei quali i reperti sono stati trovati. Come scrive Elena Zanoni nella voce dedicata a Stoppani nel Dizionario Biografico degli Italiani, edito da Treccani, Volume 94 (2019): “In questi anni Stoppani poté dedicarsi con continuità agli studi naturalistici e all’incremento della sua collezione di fossili iniziata durante l’adolescenza. Questa collezione conquistò l’ammirazione del geologo austriaco Franz Ritter von Hauer, che indusse Stoppani a realizzarne un catalogo poi pubblicato nel 1857 a Milano con il titolo di Studii geologici e paleontologici sulla Lombardia, dedicati alla descrizione di un territorio la cui conoscenza da un punto di vista geologico e paleontologico era, all’epoca, assai limitata. Tale opera lo fece conoscere come scienziato di valore e gli valse la nomina a membro dell’Istituto lombardo di scienze, lettere e arti. Inoltre, gli consentì di avere accesso alle raccolte del Museo civico di Milano e di entrare in contatto con molti naturalisti italiani e stranieri. La reputazione acquisita gli permise di essere tra i membri fondatori della Società geologica residente in Milano, prima società geologica nata in Italia.”. Prima edizione di importante opera geologica e paleontologica. Rif. Bibl.: Hoepli,943 – Servolini L. “Antonio Stoppani”, p. 6.
250 euro
15) CONDOTTIERI RINASCIMENTO SOLDATI DI VENTURA MARCA TREVIGIANA TREVISO CREMONA BIOGRAFIE PADOVA STAMPATORI
Vita, et gesti d’Ezzelino terzo da Roman, da l’origine al fine di sua famiglia, sotto la cui tirannide mancarono di morte violente piu di dodeci mila padovani. Autore Pietro Gerardo padovano suo contemporaneo. Distinta in nove libri, ne quali s’ha la cognitione de le guerre de la Marca Trivisana, e di molte altre cose notabili da gl’anni mille, e cento, fin’a mille, e due cento, e sessantadue, ristampata, e corretta, & in molti luochi accresciuta dove mancava nella prima. Con un breve retratto della statura e de costumi d’Ezzelino, raccolto da diverse antiche historie.
In Padova, Per il Sardi, S. data (ma 1680 circa)
In 12° (13,5×8,6 cm); 287, (1) pp. Legatura della prima metà dell’ottocento in mezza-pergamena con titolo manoscritto al dorso. Tagli rossi. Un piccolissimo strappetto senza perdita di carta al margine interno di pagina 71, ininfluente. Tre piccoli forellini di tarlo alla prima carta ed un forellino di tarlo alle prime tre carte, ininfluenti e nel complesso, esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Antica nota ottocentesca al recto della prima carta bianca “Questo libro ispira l’odio contro tutti i tiranni”. L’opera dovrebbe esser stata stampata da Giuseppe o Sebastiano Sardi, due fratelli attivi a Padova tra la fine della prima metà fino alla fine del seicento. La famiglia Sardi stampò fino alla fine del seicento ma essendo nel volume specificato “Per il” si tratta, chiaramente, di un’edizione curata o da Sebastiano che come evidenziato dalla British Library, fu attivo a Padova tra il 1635 e probabilmente, il 1661 o da Giuseppe attivo dal 1658 fino verso al 1700. Una bella vignetta xilografica popolare al frontespizio. Rara edizione, quattro soli esemplari censiti in ICCU, di questa celeberrima opera dello storico Pietro Gerarso che ripercorre le gesta del famoso condottiero Ezzelino (o Ecelino) III da Romano, detto il Terribile (25 aprile 1194 – Soncino, 27 settembre 1259) che fu uno dei più celebri condottieri e uomini politici del XII° secolo e che fu signore della Marca trevigiana. L’opera segue la nota cronaca della vita di Ezzelino scritta da Gerarso Pietro che è considerata fra le più note ed ambigue cronache della vita di questo condottiero. Gerardo si rifà, nella narrazione dei fatti, alla tradizione orale dei racconti narrati intorno al fuoco. Con un espediente poetico, l’autore riferisce le storie ascoltate dalla strega Erofile che fu testimone oculare dei fatti. Essendo la strega una creatura magica, essa ha conosciuto più generazione degli Ezzelini ed è così in grado di ripercorre le vicende della marca trevigiana attraverso i secoli, fino all’avvento di Romano III. Il condottiero, alleato dell’Imperatore Federico II di Svevia contro il papato, fu un personaggio assai controverso. Caratterizzato da grande coraggio e doti di comando in battaglia, si dice che fu anche un personaggio estremamente brutale e violento e di un’astuzia priva di qualsiasi rimorso. Dante Alighieri, nella Divina Commedia, relegò Ezzelino nel Primo Girone del settimo Cerchio dell’Inferno, quello riservato ai violenti contro il prossimo. Si racconta di lui che fece migliaia di morti fra i prigionieri massacrati senza ragione, di fanciulli torturati e accecati, di mega prigioni dove venivano accatastati migliaia di nemici ma bisogna, anche, ricordare che buona parte delle cronache giunte fino a noi, furono commissionate dal papato che vedeva in Ezzelino un implacabile nemico. L’opera ripercorre, appunto, la vita di Ezzelino Romano III dalle sue gesta più celebri, fino alla sua morte a Soncino, prigioniero dei due due ghibellini scomunicati cremonesi Buoso da Dovara e Oberto Pallavicino. Opera curiosa in rara edizione padovana. Rif. Bibl.: IT\ICCU\VIAE\013310.
270 euro
16) EBREI PALESTINA GERUSALEMME MEDIO ORIENTE EBRAISMO RELIGIONE EBRAICA TERRA SANTA PRIME EDIZIONI FIRST EDITION
Antiquites Judaiques, Histoire Archeologie, Plans et Monuments par Theodore Laillier,
Paris, En Vente Chez L’Auteur, 77bis, Avenue de Breteuil, S. data (ma 1880 circa)
In folio oblungo (55,5×47 cm); (42) cc. nn. Legatura coeva editoriale in mezza tela verde con titolo e fregio impreso in oro al piatto anteriore. Una piccolissima ed ininfluente mancanza di carta al margine esterno alto di carta 17. Qualche macchiolina di foxing, più intense al frontespizio ed alle prime pagine, dovute alla qualità della carta, alcuni piccoli forellini al margine bianco basso delle prime due carte, ininfluente e per il resto in buone condizioni di conservazione. Esemplare ancora in barbe. L’opera vene stampata su carta forte. Prima rara e completa edizione, ancor più rara a reperirsi completa dei piatti originali, di questo interessante studio illustrato dedicato alla storia, all’archeologia, ai costumi, festività ed ai monumenti degli ebrei e della terra di Israele. Il volume presenta 23 magnifiche e grandi tavole che riproducono templi, planimetrie, monumenti e avvenimenti legati alla storia del popolo ebraico. Il volume si apre con la storia di Mosè. Seguono poi capitoli dedicati a: Il tempio di Gerusalemme, Salomone, “Le Sanhedrin”, “Ville de Ninive”, “Tombeau de Rachel”, “Le Sabbat”, “La Paque”, “Rejouissances et Festins des Juits pendant la fete des Tabernacles”, “Repudation, Divorce”, “Ville de Nazareth”, Ceremonie du Mariage de la Sainte Vierge”, “Formule des contrats de Mariage des Hebreux”, “Transfiguration de N.=S. sur le Mont=Thabor”, “Sepulcre ou Tombeau de N. =S. Jesus=Christ”, “Montaigne des Oliviers”, “Explication de quelques Monnaies et medailles des Juifs” (con tavola delle monete). Alla fine del volume tavola cronologica della lista cronologica dei Re dei “Liste Chronologique des Rois des Hebreux, les israelites n’ont commence a avoir des Rois que depuis Saul”, “Rois de Juda”, “Rois d’Israel”, “Listes de s Macchabees, ou des PrincesAsmonees qui ont Gouverne la Republique des Juifs en qualite de Princes et de Grands Pretres Jusqu’au regne d’Herodote le Grand”, “Liste Chronologique des Grands Pretres des Hebreux”, “Table chronologique de l’Histoire de la creatione du Monde”. Le ultime quattro pagine sono infine dedicate alla spiegazione del calendario ebraico. Opera molto rara ed ancora in barbe. Le tavole illustrate sono opera di Aveline, Scotie ed altri. Rif. Bibl.: 313251963;
1.100 euro
17) POESIA PRIME EDIZIONI LETTERATURA ITALIANA ANTIFASCISMO PRIME EDIZIONI SALENTO LECCE PUGLIA
Carruggio Gregorio,
Poetica (1910 – 1930), col discorso sul valore della poesia,
Lecce, Editrice L’Italia Meridionale, 1932
In 8°; 179, (5) pp. e 1 c. di tav. con ritratto di Gregorio Carruggio con sua firma a stampa. All’interno conservata la fascetta su carta rosa per i sottoscrittori che avverte dell’uscita di un altro volume e la grande cambiale a stampa “Editrice L’Italia Meridionale” a nome di noto personaggio pugliese che specifica che tale personaggio ha pagato venticinque lire come acconto come prenotazione di altre 4 pubblicazioni della casa editrice con francobollo e firma autografa di Gregorio Carruggio direttore della casa editrice. Brossura editoriale con sopraccoperta editoriale con titolo, autore, cornice e stemma editoriale in rosso e azzurro. Opera stampata in rosso i titoli e nero i testi. Esemplare, in parte, a fogli chiusi, qualche fioritura dovuta alla qualità della carta e nel complesso buon esemplare arricchito dalla firma autografa dell’autore. Prima edizione di questa importante raccolta di poesie del celebre giornalista, poeta, editore e antifascista salentino, Gregorio Carruggio che fu una delle figure poetiche e giornalistiche più dotte ed eleganti del territorio leccese della prima metà del novecento. Carruggio fu anche direttore del noto giornale “Italia Meridionale” e uno dei pochi casi di antifascismo intellettuale militante nel Salento. Vicino ai problemi dei contadini e delle classi lavoratrici salentine, si adoperò in tutti i modi possibili per denunciarne lo sfruttamento da parte della classe imprenditoriale salentina, spesso legata ad una visione arcaica del rapporto lavorativo padrone-servitore. Nei suoi articoli condannò e mise spesso in ridicolo, una classe dirigente regionale inadeguata, corrotta e spesso ridicola. Non comune ed arricchito dall’autografo di Carruggio sulla ricevuta della casa editrice.
60 euro
18) TORINO STORIA DELLA LITOGRAFIA TECNICHE LITOGRAFICHE ARTE DELLA STAMPA
Trattato di Litografia storico, teorico, pratico ed economico. Opera corredata di trentatre tavole, cinque ritratti autentici e di un frontespizio in cromolitografia,
Torino, Francesco Casanova Editore, 1877.
In 4° (26×20,5 cm); XV, (5), 296 pp. e 39 c. di tav. (delle quali, una secondo frontespizio a colori in cromolitografia, 5 ritratti e 33 tavole finali delle quali alcune più volte ripiegate e varie a colori, 5 tavole illustrano il processo incisorio della cromolitografia). Legatura coeva in mezza tela marrone con piatti foderati di carta marmorizzata coeva. Esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. I 5 ritratti realizzati da C. Grand Didier, F. Gonin, F. Perrin ed altri in varie tecniche e impressi “sur chine” rappresentano: Luigi Senefelder, Goffredo Engelmann, Felice Festa, Michele Doyen, Michele Fanoli. L’opera è la prima edizione di uno dei più celebri tratti sulla litografia (la stessa opera venne poi inserita qualche anno dopo fra i manuali Hoepli). Le tavole illustrano macchinari e strumenti litografici. Camillo Doyen, erede della celeberrima litografia dei fratelli Michele e Leonardo Doyen, già nel 1874 aveva pubblicato un breve scritto dedicato alla litografia dal titolo “Cenni sulla litografia”. La Litografia Doyen fu una litografia storica torinese. La storia della Litografia Doyen, iniziò con Felice Festa che nel 1818 aveva deciso di introdurre nel territorio del Regno Sardo la tecnica litografica, fondando una sua litografia. L’attività passò poi, nel 1828, nelle mani del figlio dello stesso, Demetrio Festa. Nel 1832 Michele Doyen rilevò gli impianti da Demetrio, fondando la prima litografia torinese ed inaugurando una proficua collaborazione con i fratelli Gonin. Tutti i più importanti litografi torinesi sono passati nella bottega Doyen. Camillo Doyen è stato il primo storico dell’arte litografica. Aderente ad un socialismo illuminato (la parte finale del trattato è dedicato proprio a descrivere la sua visione politico-industriale) di tipo umanitario, l’autore si augura il miglioramento delle condizioni e degli orari dei lavoratori e il raggiungimento delle richieste che già da alcuni anni il movimento operaio torinese rivendicava. L’opera qui presentata che vuole essere un manuale storico, ma anche tecnico e pratico dell’arte litografica, contiene dettagliate descrizioni del funzionamento dei vari modelli di macchine litografiche. Il volume si apre con una descrizione storica. Prosegue poi con capitoli dedicati a vari argomenti tecnici: la Chimica della Litografia, la scelta della Carta e delle Pietre, i vari tipi di Torchi, e poi il disegno, la scrittura, la preparazione della stampa litografica, la scelta degli inchiostri e l’utilizzo delle diverse attrezzature. Ampio sviluppo è poi dato alle varie tipologie di torchi litografici. Molto importanti sono i capitoli dedicati ad illustrare le tecniche di stampa della Cromolitografia, arte nella quale la Litografia Doyen ricopriva un ruolo di primo piano in Italia e alla Fotolitografia, una tecnica di stampa che si stava sviluppando da pochissimo tempo. Prima rara edizione in buone-ottime condizioni di conservazione. Rif. Bibl.: IT\ICCU\TO0\0988761.
600 euro
19) VIAGGI NAPOLI ISCHIA CAPRI CASAMICCIOLA CAMALDOLI CASTELLAMARE POMPEI ARCHEOLOGIA SORRENTO GROTTA AZZURRA PRIME EDIZIONI
Napoli e Dintorni, impressioni e ricordi di Cesira Pozzolini Siciliani,
Napoli, Vincenzo Morano Editore, 1880
In 8°; (8), 334, (2) pp. Legatura coeva in mezza-pelle scura con titolo, fregi, iniziali dell’antico proprietario impressi in oro al dorso. Piatti foderati con carta rossa coeva. Antica dedica manoscritta al margine alto della prima carta bianca. Esemplare in buone condizioni di conservazione. Prima ed unica rara edizione di questo racconto di viaggio che descrive Napoli. Il territorio e le isole vicine, opera della nota scrittrice e filantropa fiorentina, Maria Cesira Angelica Filomena Pozzolini (Firenze, 16 novembre 1839 – Firenze, 5 settembre 1914). Pozzolini è molto conosciuta ed apprezzata per i suoi racconti di genere odeporico nel quale rientra a pieno titolo, l’opera qui presentata. Cesira era pronipote di Vincenzo Malenchini, colui che resse il Governo Provvisorio Toscano nel 1859. Nel 1864 sposò il filosofo Pietro Siciliani. Insieme al marito fondò, a Bivigliano, la prima scuola pubblica gratuita per figli di contadini o dei meno abbienti. Fu amica di Giosuè Carducci, Luigi Capuana, Giannina Milli, Antonio Ranieri e Alinda Bonacci Brunamonti. Nel 1864 sposò Pietro Siciliani (1832-1885), pedagogista, filosofo e medico pugliese. I suoi racconti di viaggio sono particolarmente apprezzati per la precisione e la sensibilità con la quale l’autrice descrive i luoghi e le persone incontrate durante i suoi viaggi. L’opera contiene la descrizione di Napoli (un lungo capitolo è dedicato al miracolo di San Gennaro), Ischia, Casamicciola, Castellamare, Sorrento, Capri e la Grotta Azzurra, Camaldoli, Pompei. Scrive Marcella Varriale nella voce dedicata alla nota scrittrice parigina nel Dizionario Biografico degli Italiani, Treccani, Volume 85 (2016): “Nel 1880 pubblicò per i tipi di Morano Napoli e dintorni. Impressioni e ricordi (ristampato nel 2011). In questi ‘bozzetti’ raccontò il suo viaggio tra la città partenopea, la costiera amalfitana e le isole del golfo, riportò usi e costumi del popolo e narrò con toni estatici l’incontro con Luigi Settembrini, al quale dedicò un articolo su Nuova Antologia nel dicembre 1883 (Luigi Settembrini nel suo Epistolario, pp. 558-576)”. Prima rara edizione. Rif. Bibl.: IT\ICCU\SBL\0727899.
120 euro
20) ROMANZI PRIME EDIZIONI ITALIANE RARITA’ BIBLIOGRAFICA ROMA LETTERATURA FRANCESE
Il capitano Paolo, racconto storico Alexandre Dumas; prima versione italiana.
Genova, Presso Filippo Garbarino, Editore Librajo, 1843
In 12°; (2), 276, (2) pp. Legatura coeva in mezza-tela con titoli e fregi in oro al orso. Piatti foderati con carta marmorizzata coeva (in parte mancante al piatto anteriore). Fessurazione alle due cerniere ma il volume si presenta solida. Antico timbretto di proprietà privata alla prima carta bianca “Angiolo Sdrucchi, falegname Levanella, Montevarchi”. Nella seconda metà del volume le pagine hanno una leggera ed uniforme brunitura dovuta alla qualità della carta utilizzata per la stampa. All’interno l’esemplare si presenta in buone condizioni di conservazione. Rarissima prima edizione italiana, due soli esemplari censiti in ICCU, di questo romanzo del grande romanziere e drammaturgo francese, Alexandre Dumas, spesso chiamato Alexandre Dumas padre per distinguerlo dal figlio omonimo, (Villers-Cotterêts, 24 luglio 1802 – Neuville-lès-Dieppe, 5 dicembre 1870), celebri per i capolavori “Il conte di Montecristo” e la trilogia dei moschettieri formata da “I tre moschettieri”, “Vent’anni dopo” e “Il visconte di Bragelonne”. Il Capitano Paolo venne pubblicato per la prima volta nel 1839 con il titolo “Le Capitaine Pamphile”. Esso è un romanzo d’avventura rivolto ai ragazzi dove la trama è al servizio del fortissimo messaggio antischiavista causa per la quale Dumas si spese per tutta la vita. Rarissima prima edizione italiana. Rif. Bibl.: IT\ICCU\LO1\0911182.
220 euro
21) BATTAGLIA DI VIENNA WIEN JAN SOBIESKI ASSEDIO DI VIENNA MILITARIA BUDAPEST POLONIA POLOGNE POLSKA
Istoria dove si contiene la liberazione di Vienna e presa della città di Strigonia, con la morte che ha fatta il Gran Visire.
In Lucca, per Salv. e Giand. Marescand, s. data (ma 1700 circa)
In 12° (15×7,2 cm); (12) pp. Brossura marmorizzata ottocentesca. All’interno esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Bellissima scena xilografica al frontespizio con veduta dell’Assedio di Vienna da parte dei turchi. Rarissima placchetta che racconta la storia dell’Assedio di Vienna da parte delle armate turche nel 1683 e la successiva liberazione della città grazie all’arrivo della celebre Cavalleria alata polacca, guidata dal re di Polonia, Jan III° Sobieski. L’opera segue poi a descrivere gli avvenimenti seguiti alla rottura dell’assedio con l’armata turca in fuga e quella polacca e cristiana unificata che la insegue. Le operazioni belliche proseguirono fino a raggiungere Budapest dove il Gran Visir, venne fatto giustiziare per ordine dello stesso capo militare turco e la città abbandonata alle truppe cristiana. Rarissimo resoconto di una delle battaglie più famose della storia dell’occidente che sancì definitivamente, l’espansione dell’Impero Ottomano verso l’Europa. La battaglia rimase celebre per il ruolo salvifico avuto dalla Cavalleria Polacca alata (le truppe polacche portavano sulle spalle delle ali con piume di aquila che durante la carica producevano un rumore impressionante) che piombò sull’impreparato accampamento ottomano che nel caos più totale fu costretto ad una ritirata veloce e disordinata. Rarissimo. Very rare.
300 euro
22) ILLUSTRATORI FRANCESI CARICATURE ANIMALI PARLANTI LIBRI ILLUSTERATI
Les Animaux parlants par Mme Louise Leneveux douze vignettes par Louis Lassalle coloriees avec soin.
Paris, Mme Ve Louis Janet Libraire-Editeur, s. data (ma 1849 circa)
In 8° (17×10,5 cm); XIII, 225, (3) pp. e 12 c. di tav. a colori fuori testo. Bellissima legatura editoriale in piena tela riccamente decorata, qualche strofinatura. Tagli riccamente dorati. Qualche macchiolina di foxing in poche pagine, un leggerissimo alone ed ininfluente alone al margine basso, qualche leggerissima ingiallitura all’antiporta praticamente invisibile e nel complesso esemplare in buone condizioni di conservazione. Ogni tavola è protetta da velina. Numerose vignette e testaine nel testo. Prima ed unica assai rara edizione di questo celebre volume illustrato, opera del famoso caricaturista e scrittore francese Louise Laneveux. L’autore fu autore di diverse opere illustrate sulla scorta dell’opera di Grandville. Bellissime e finissime le 12 tavole fuori testo con ricca coloritura coeva con scene antropomorfe. Prima ed unica edizione, molto rara. Very rare, first edition. Rif. Bibl.: World Cat, OCLC Number 458047369.
240 euro
23) INGEGNERIA CIVILE IDRAULICA IDRODINAMICA PRIME EDIZIONI VAL DI CHIANA FIRENZE ORINOCO RIO DELLE AMAZZONI SUDAMERICA COLOMBIA VENEZUELA BRASILE AMAZONAS BRASIL CHIUSI MONTEPULCIANO TOSCANA
Corsini Odoardo, R. Prony, A. Humboldt, Tadini Antonio, Vittorio Fossombroni, Alessandro Manetti, Libri Guglielmo, Guasti Francesco
Opuscoli idraulici del Padre Odoardo Corsini, di R. Prony, diu A. Humboldt, di Tadini Antonio, di Vittorio Fossombroni, di Alessandro Manetti, di Libri Guglielmo, di Guasti Francesco. (Tomo VII)
Bologna, Tipografia Governativa – Alla Volpe, 1845
In 4°; XV, (1), VII, (1), 273, (3) pp. e 3 c. di tav. più volte ripiegate. Legatura coeva in mezza-pelle verde con dorso a 4 nervi e titolo in oro al tassello. Piatti foderati in carta marmorizzata verde coeva. Tagli azzurri. Esemplare in ottime condizioni di conservazione. Prima edizione del tomo VII della “Nuova Raccolta di Autori Italiani che Trattano del moto delle Acque” che uscita per diversi anni, vede ogni volume, contenere un certo numero di opere in se finite ed alcune qui presentate per la prima volta. In questo volume sono presenti: Corsini, Ragionamento istorico sopra la Valdichiana in cui si descrive l’antico e presente suo stato; Prony, Estratto delle ricerche sul sistema idraulico dell’Italia; Humboldt, Sulla comunicazione che esiste fra l’Orenoco e il fiume delle Amazzoni; Tadini, Di varie cose alla idraulica scienza appartenenti; Fossombroni, Sulla relazione tra le acque dell’Arno e quelle della Chiana; Manetti, Sullo stabile sistemazione delle acque in Valdichiana; Libri, Analisi della Memoria di Fossombroni; Guasti, Della influenza che esercitar possono sul corso dell’Arno le acque della Chiana. I volumi di questa serie non sono comuni e sono ricercati per l’alto livello scientifico delle opere presentate.
150 euro
24) INGEGNERIA CIVILE IDRAULICA GENOVA CASALE MONFERRATO LIGURIA MAZZINIANI BONIFICHE
Irrigazione e bonificazione dei terreni. Trattato dell’impiego delle acque in agricoltura di Rafaele Pareto, Ingegnere, Membro Corrispondente dell’Accademia Reale di Agricoltura di Torino, Prima Versione Italiana con Note dell’Ingegnere Parrocchetti, Opera Corredata di atlante.
Milano, Stabilimento Saldini Editore-Proprietario, 1855, 1857
In 4°; due tomi: 810, (2 b.) pp. e (2) pp. e 70 c. di tav. più volte ripiegate. Legatura coeva in mezza pelle verde (mancanza all’ultimo tassello superiore del volume di tavole). Piatti foderati con carta marmorizzata coeva verde (qualche lieve stofinatura). Dorso a 4 nervi. Titolo, autore e filetti in oro e a secco al dorso. All’interno esemplare ancora in barbe e dalle carte pulite e fruscianti. Prima edizione italiana completa (una prima edizione in francese, uscì nel 1851 con il titolo “Irrigation et assainissement des terres. Traité de l’emploi des eaux en agriculture”) di questa importante opera del celebre ingegnere genovese, Raffaele Pareto (Genova 23 luglio 1812 – Roma 28 aprile 1882), padre del celebre sociologo ed economista Vilfredo Pareto. Raffaele nacque in una nobile famiglia genovese figlio di Gian Benedetto Pareto e Aurelia Spinola e portava il titolo di marchese. Nonostante la sua storia famigliare, Raffaele fin dalla prima gioventù aderì al movimento mazziniano. Proprio a causa delle sue idee mazziniano, nel 1830, lasciò l’Italia per iniziare un periodo d’esilio. Prima fu in Francia, a Marsiglia poi in Soana e Loira ed infine a Parigi dove conobbe Marie Metenier che divenne sua moglie e madre dei suoi figli. Esperto di ingegneria idraulica e civile fu in Francia che iniziò a metter in pratica le sue conoscenze e a farsi conoscere come abile ingegnere con diverse bonifiche nella zona di Lamotte-Beuvron. Quando nel 1848, il governo della Seconda Repubblica francese decise di costruire il canale detto della Sauldre tra Blancafort e Lamotte-Beuvron, decise di chiamare Pareto. Nel 1853 rientrò in Italia chiamato ad occupare la cattedra di lingue della Regia Scuola di Marina di Genova, carica che occupò fino al 1859. Nel 1860 gli fu assegnata la cattedra di Agricoltura e Contabilità all’Istituto tecnico Leardi di Casale Monferrato. Nel 1861 il Ministero della Pubblica Istruzione gli conferì il titolo di ingegnere “honoris causa” per l’alto livello scientifico e tecnico delle sue pubblicazioni. A lui si deve, infatti, oltre a numerose pubblicazione, sia in italiano che in francese, la direzione la più importante pubblicazione italiana in materia ingegneristica e architettonica, “Giornale Dell’ingegnere-Architetto Ed Agronomo” che uscito per poco più di 20 anni, raccoglie tutte le più recenti ed innovative invenzioni ed accorgimenti delle materie. Scrive Serena Pesenti, nella voce dedicata a Pareto nel Dizionario Biografico degli Italiani edito da Treccani, Volume 81 (2014): “Anche nel Giornale dell’ingegnere architetto e agronomo, che diresse dal 1860 al 1867, oltre a numerosissime note redazionali, rubriche, traduzioni, bibliografie e articoli di argomento tecnico-scientifico pubblicò molteplici saggi sui temi della storia dell’architettura e del restauro allora al centro del dibattito, ponendo particolare attenzione all’illustrazione dei monumenti (come in Dello stile barocco nei fabbricati e nei monumenti della città di Genova, V, 1857, pp. 311-331; Considerazioni generali sull’arte, IX, 1861, pp. 302-340; Duomo di Novara, ibid., pp. 349-353; Palazzo Sauli a Genova, ibid., pp. 353 s.; Duomo di Casale, ibid., pp. 466-470; Lo stile barocco e la facciata di S. Carlo a Genova, ibid., pp. 597-600; (Traduzione con annotazioni per) George Edmund Street ,’Sul restauro degli antichi fabbricati’, ibid., pp. 626-635; Chiesa di Sant’Andrea di Vercelli, X, 1862, pp. 5-18; per l’elenco completo, Giacalone-Monaco 1968, p. 647). […] Per la fama di esperto nelle bonifiche (già nel 1842, quando era a Parigi, era stato nominato nella commissione per le irrigazioni, nella sezione di agronomia e tecnologia del VII Congresso scientifico italiano), grazie all’aiuto degli illustri colleghi ingegneri Pietro Paleocapa, Elia Lombardini e Quintino Sella, nel 1861 gli fu conferita per decreto reale la laurea ad honorem in ingegneria. Il titolo fu la premessa per una brillante carriera direttiva, prima al ministero dell’Agricoltura, industria e commercio, poi al ministero dei Lavori pubblici. Presso il ministero dell’Agricoltura, nel 1862 fu nominato capo divisione di II classe (si occupava tra l’altro di bonifiche e irrigazioni); nel 1864 ispettore centrale; nel 1866 fu richiamato al posto di capodivisione di II classe. Nel 1869 passò al ministero dei Lavori pubblici, con la nomina a ispettore di II classe nel Genio civile e a membro del Consiglio superiore; nel 1870 divenne membro della commissione ministeriale incaricata di studi per la bonificazione dell’Agro brindisino; dal 1873 fu presidente della terza sezione del Comizio agrario di Roma. Nel 1876 fu ancora chiamato come ispettore di II classe a far parte del Consiglio superiore dei Lavori pubblici e della Commissione permanente consultiva presso la Direzione generale delle opere
idrauliche. Nel 1877 divenne ispettore di I classe del Genio civile e l’8 gennaio 1882 fu chiamato nel Comitato permanente del Genio civile e confermato nel Consiglio superiore dei Lavori pubblici (tra gli scritti relativi a queste attività: Sulle bonificazioni, risaie ed irrigazioni del Regno d’Italia, Milano 1865; Sulle bonificazioni delle paludi esistenti nelle province di terra ferma dell’ex Regno di Napoli, Milano 1867; Relazione sulle condizioni agrarie e igieniche della campagna di Roma, Firenze-Genova 1872, estr. da Annali del ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio, 1872, vol. 37; Roma e l’Agro romano, in La rivista europea, VI (1875), 2, 1, pp. 4-20; Irrigazioni dannose all’igiene pubblica, Rocca San Casciano 1875; per i numerosi articoli in Giornale dell’ingegnere architetto agronomo e nel Giornale del genio civile cfr. Giacalone-Monaco 1968, p. 646).”. Pareto fu senza dubbio un ingegnere molto impegnato sul piano pratico ma non mancò, anche guidato da un’innata curiosità, a studi scientifici teorici in diverse materie, solo in parte, legate all’ingegneria come studi in ambito sociale, fisico, meteorologico, senza trascurare studi a carattere storico ed artistico. Pareto vedeva nell’arte ed in particolare nelle arti visive, di immediato impatto, uno strumento immediato per elevare la società nel suo insieme comprese le classi sociali meno abbienti. Queste sono le ragioni che lo portarono a collaborare con una rivista tanto nota, quanto effimera, “Il Michelangelo” edita a Genova nel solo 1855, rivista che fu ben presto abbandonata per gli altissimi costi di stampa ma della quale Pareto fu anche direttore per meno di un mese a cavallo tra luglio ed agosto. Proprio per i suoi studi scientifici, Raffale, nel 1873, fu nominato membro dell’Accademia dei Lincei. Prima edizione italiana completa dei due volumi. Rif. Bibl.: IT\ICCU\SBL\0162490.
170 euro
25) INGEGNERIA CIVILE IDRAULICA IDRODINAMICA PRIME EDIZIONI TOSCANA VIAREGGIO FIRENZE PISA ARNO SERCHIO INNONDAZIONI BARBARECINA LEONARDO DA VINCI TEVERE ROMA
Da Vinci Leonardo, Manfredi Eustachio, Zendrini Bernardino, Poleni Giovanni, Perelli Tommaso, Ferroni Pietro, Ximenes Leonardo, Chiesa Andrea, Gambrini Leonardo,
Opuscoli Idraulici di Manfredi Eustachio, di Zendrini Bernardino, di Poleni Giovanni, di Perelli Tommaso, di Ferroni Pietro, di Ximenes Leonardo, di Chiesa Andrea, di Gambrini Leonardo ed un trattato sul moto e misura dell’acque di Leonardo da Vinci. (Tomo 10)
Bologna, Tipografia Governativa – Alla Volpe, 1845
In 4°; VII, (1), 464 pp. e 53 c. di tav. delle quali due grandi più volte ripiegate (“Mappa dell’andamento della Fossa di Viareggio e Pisana nelle vicinanze del Castellaccio col Progetto della nuova Fossa e Sostegno 1735” e “Progetto per la Riforma del Porto di Viareggio”). Due antichi timbretti del censore estense all’occhietto che attesta la possibilità di vendere il volume all’interno agli stati estensi. Legatura coeva in mezza-pelle verde con dorso a 4 nervi e titolo in oro al tassello. Piatti foderati in carta marmorizzata verde coeva. Tagli azzurri. Qualche strofinatura, piccole mancanze di carta e pelle alla legatura. Qualche traccia di foxing sparsa dovuta alla qualità della carta mentre le tavole si presentano bianche pulite. Nel complesso, esemplare in buone condizioni di conservazione. Prima edizione del tomo X della “Nuova Raccolta di Autori Italiani che Trattano del moto delle Acque” che uscita per diversi anni, vede ogni volume, contenere un certo numero di opere in se finite ed alcune qui presentate per la prima volta. In questo volume sono presenti: Manfredi, Relazione sopra il regolamento generale del fiume Serchio nel lucchese; Zendrini, Relazione concernente il miglioramento dell’aria e la riforma del porto di Viareggio; Poleni, Pareri intorno al taglio della macchia di Viareggio in supplemento alla scrittura dello Zendrini; Perelli, Difesa sopra l’operazione da lui proposta dell’addrizzamento del fiume Arno e Barbarecina in vicinanza di Pisa, Relazione risguardante l’Arno dentro la città di Firenze; Ferroni, Alcune considerazioni alla precedente relazione; Ximenes, Memoria idrometrica relativa alla teoria delle tre linee proposte negli atti della visita di S. E. il Cardinale Conti; Chiesa e Gamberini, Delle cagioni e de’ rimedi dell’innondazione del Tevere, della somma difficoltà d’introdurre una felice e stabile navigazione da Ponte nuovo sotto Perugia sino alla foce della Nera nel Tevere e del modo di renderlo navigabile dentro Roma; Da Vinci, Del moto e misura dell’Acqua. Alla fine del volume è contenuta la legenda con l’elenco completo di tutti gli articoli comparsi all’interno della “Nuova raccolta”. Non comune.
220 euro
26) INGEGENRIA CIVILE IDRAULCIA IDRODINAMICA MATEMATICA STATISTICA ROMANO DI LOMBARIDA BERGAMO
Del Movimento e della Misura delle Acque Correnti, Memoria Idraulica di Antonio Tadini inviata gia alla Società dei Quaranta fondata dal Cav. Lorgna veronese in risposta a suo quesito.
Milano, Dalla Tipografia Sonzogno e Comp., 1816
In 4°; 262, (4) pp. Legatura coeva in mezza-pelle con autore, titolo e fregi a secco al dorso. Qualche strofinatura. Piatti foderati con carta marmorizzata coeva. Tagli gialli. Antiche note manoscritte a matita viola al frontespizio. Opera stampata su carta forte di ottima qualità. All’interno opera in ottime condizioni di conservazione. Prima edizione di questa importante opera idraulica del celebre matematico ed ingegnere italiano, Antonio Tadini, noto anche con lo pseudonimo di Giovanni Antonio, Giannantonio (Romano di Lombardia, 30 gennaio 1754 – Romano di Lombardia, 14 luglio 1830). Grande appassionato di geologia, si fermò a Bergamo presso il seminario cittadino dove venne, anche, ordinato sacerdote. Fu lettore di Filosofia prima (materia che all’epoca comprendeva matematica, fisica e scienze naturali) per più di dieci anni, a partire dal 1783, al Collegio Mariano di Bergamo. Illuminista convinto, venne allontanato dal Collegio da quella parte del gruppo di docenti che osteggiava le idee galileiane e l’approccio illuminista che Tadini portava avanti nei suoi corsi. Il suo caso fece un certo scandalo anche perché contro Tadini si schierarono oltre a numerosi professori ed alcuni allievi, vari inquisitori veneti. Rif. Bibl.: Manca a Riccardi. Grazie all’aiuto del collega Lorenzo Mascheroni portò avanti diverse osservazioni sulle migrazioni degli uccelli che lo resero famoso per la scientificità del metodo da lui ideato e l’utilizzo della nomenclatura ornitologica (da poco realizzata da Linneo) dimostrando la possibilità di mischiare varie dottrine scientifiche, scienze naturali, matematica, statistica, ornitologia, astronomia, meteorologia (sulla scorta degli studi di Giuseppe Toaldo) ecc. per studiare un fenomeno naturale. Tra il 1789 ed il 1791, Antonio fu impegnato in diversi viaggi naturalistici nelle valli bergamasche, piemontesi e mineralogici dove raccolse numerosi dati geologici e mineralogici. Fu in questi viaggi che conobbe quello che è considerato il padre dell’alpinismo, Horace-Bénédict de Saussure. Finita l’epoca dei suoi viaggi prende parte attiva politica alla Rivoluzione Francese in territorio italiano, ricoprendo numerosi incarichi nella Repubblica Cisalpina quali Consigliere del Dipartimento del Serio, Ministro dell’Interno (1798) e Commissario Generale del Potere Esecutivo per gli affari idraulici. Fu proprio in questo periodo che perfezionò e portò avanti gli studi idraulici pubblicando diverse opere, molte estremamente innovative, sull’argomento arrivando a definire la velocità dell’acqua che scorre in un canale in cui si possa supporre il moto uniforme, ottenendo, per questa scoperta, enorme fama in tutto il mondo. Nel 1814 si ritirò a vita privata, disgustato, prima, dall’arroganza dei funzionari francesi imposti dalla dominazione francese ed in seguito, mal visto per il suo apporto alla causa rivoluzionaria, dagli apparati della Restaurazione. Quella qui presenta è appunto, la prima edizione completa (una seconda edizione uscì nel 1817) e finita del suo celebre trattato sulla “misura e movimento delle acque correnti” che Tadini aveva già, seppur solo in parte, presentata nel 1810 nella quale Antonio, attraverso l’utilizzo della sue conoscenze matematiche, riesce a definire la velocità con la quale le acque correnti sono solite scorrere in un canale nel quale si supponga un moto uniforme. Rif. Bibl.: IT\ICCU\SBLE\001156.
280 euro
27) INGEGNERIA CIVILE MECCANICA IDRAULICA IDROMETRIA MANTOVA MILANO CREMONA PRIME EDIZIONI MULINI AD ACQUA
Arrivabene Giovanni, Parrochetti Angelo,
Dei raziocinj e dei calcoli per la costruzione delle ruote idrauliche ad asse orizzontale e per quella delle varie macchine che devono esser mosse da esse Saggio dell’ingegnere Giovanni Arrivabene da Mantova. Unito a: Esperimenti Idrometrici sulla portata dei modelli d’acqua cremonese e milanese del modulo piemontese con edificio di estrazione e della misura dei corsi d’acqua collo stramazzo dell’ingegnere Angelo Parrochetti con prontuarj e due tavole in rame.
Milano, Tipografia di Pietro Agnelli, Tipografia di Giuseppe Chiusi, 1851
In 4°; XV, (1), 176, (2) pp. e XVI, 152 pp. e due c. di tav. più volte ripiegate. Legatura coeva in mezza-pelle con titolo e fregi in oro al dorso. Piatti foderati con carta marmorizzata coeva. Due opere in un volume. Nota manoscritta a matita al frontespizio che specifica che la pubblicazione è riservata all’ingegnere Arrivabene. Esemplare in ottime condizioni di conservazione. Due prime edizioni di interesse ingegneristico ed idraulico. In particolare il primo volume contiene l’importante studio del noto, economista, ingegnere, patriota e uomo politico mantovano, Giovanni Arrivabene (Mantova 1787 – Mantova 1881). L’opera analizza diversi tipi di ruota idraulica compresa una recentemente inventata da Arrivabene, oltre a diverse macchine per i mulini per macinare il frumento. Interessante opera di ingegneria idraulica. La seconda opera raccoglie diversi esperimenti idrometrici sui corsi d’acqua del territorio cremonese, milanese e piemontesi in generale nella quale l’autore analizza la portata di diversi corsi d’acqua, portati avanti dal noto ingegnere civile ed architetto, Angelo Parrochetti che fu Regolatore Tecnico del Naviglio e degli acquedotti del “Condominio Pallavicino”. Rif. Bibl.: per la prima opera IT\ICCU\LO1\0476522.
100 euro
28) INGEGNERIA CIVILE IDRAULICA MATEMATICA PONTI CIVITAVECCHIA COMACCHIO STATICA MECCANICA FISICA
Istituzioni di Architettura Statica e Idraulica di Nicola Cavalieri San-Bertolo, Ingegnere Superiore nel Corpo di Acque e Strade e Professore nell’Archiginnasio Romano della Sapienza.
Mantova, Presso i fratelli Negretti, 1831
In 4° (27×20,4 cm); tre tomi: (26), 279, (9) pp., 430, (20) pp., volume di tavole con 36 (ma numerate 35), 32 c. di tav. per la maggior parte ripiegate ed alcune firmate da Biaggi. legatura coeva in mezza pelle marmorizzata con titolo e filetti in oro al dorso. Piatti foderati con carta marmorizzata coeva. Tagli rossi. Qualche lieve difetto alla legatura e per il resto esemplare in in buone-ottime condizioni di conservazione. Seconda edizione (dopo la prima del 1826-1827) di questo celeberrimo trattato di ingegneria civile, opera del noto matematico ed ingegnere, Nicola Cavalieri (Civitavecchia, 1788-1867). Cavalieri nacque a Civitavecchia in una nobile famiglia con vasti possedimenti nella zona di Comacchio. Nella città laziale passo buona parte dell’infanzia fino a quando nel 1798, la famiglia fece ritorno a Comacchio. Formatosi inizialmente al Seminario Vescovile di Comacchio dimostrando grande propensione per le materie scientifiche come la fisica e la matematica. Si trasferì quindi a Ferrara per seguire gli studi liceali e fu qui che apprese i primi rudimenti di ingegneria idraulica da Teodoro Bonati, suo insegnante. Nel 1807 si iscrisse a Bologna all’Università nella quale ebbe come professori Canterani, Venturoli, Magistini e Antolini. A soli 21 anni fu nominato professore ordinario di matematica dopo un breve periodo di assistenza a Guglielmini. Con la restaurazione del Governo Pontificio venne eletto ingegnere distrettuale del basso Po, mantenendo la sua residenza a Comacchio, Nel 1818, fu chiamato direttamente da Papa Pio VII a Roma per ricoprire la carica di sottoispettore del nuovo corpo degli ingegneri pontifici di acque e strade, carica di grande prestigio dove Cavalieri poté dimostrare tutte le sue eccelse abilità. Il Papa apprezzò talmente l’operato del Cavalieri da indicarlo alla docenza di Architettura statica e idraulica nella Scuola tecnica per ingegneri. Nel 1821 iniziò a pubblicare diverse opere che ebbero notevole successo. Fu docente alla Sapienza fino al 1851. Nicola ricoprì, durante la sua vita, numerose altre prestigiose cariche fra le quali quella di direttore dei lavori delle strade di Roma e Comarca, gli venne affidato il compito di reintegrare gli acquedotti romani e di provvedere alla sistemazione definitiva della distribuzione dell’Acqua Felice. Nel 1834, Papa Gregorio XVI lo promosse ispettore generale effettivo di Acque e Strade. A lui si deve la correzione del percorso della strada panoramica di Monte Mario, disegnò il tracciato della nuova Sublacense edificando ponte sull’Aniene uno dei ponti più innovativi dell’epoca. L’opera qui presentata è, insieme al “Saggio di un metodo analitico per le stime dei terreni” la sua opera più importante nella quale, Cavalieri, mette a disposizione le sue enormi conoscenze matematiche al suo lavoro di ingegnere civile con particolare riguardo all’idraulica ed alla costruzione dei ponti. Buon esemplare. Rif. Bibl.:Graesse, II, 92; Brunet, I, 1695, cita quella 1827-1829 che ha le stesse tavole.
220 euro
29) IDRODINAMICA INGEGNERIA IDRAULICA PRIME EDIZIONI MATEMATICA BONDENO NOGAREDO PAVIA
Bossut Charles, Donati Teodoro, Fontana Gregorio,
Trattato elementare d’idrodinamica del sig. abate Bossut tradotto dal francese: aggiuntevi le Lezioni d’idrodinamica del p. Gregorio Fontana D. s. P., Pubblico Professore di Matematica Sublime nella Regia Università di Pavia.
In Pavia, Nella Stamperia del R. I. Monistero di S. Salvatore, 1785.
In 8°; XII, 664, (4) pp. e 6 c. di tav. fuori testo più volte ripiegate. Legatura coeva in mezza pelle con titolo e fregi in oro al dorso. Piatti foderati con bella carta marmorizzata coeva. Cerniera leggermente lenta del piatto anteriore, qualche lieve difetto e mancanza di pelle alla legatura, un rinforzo al margine basso, mentre all’interno, il volume si presenta in ottime condizioni di conservazione. Tagli spruzzati in rosso. A c. K2r, Supplementi del p.d. Gregorio Fontana; a c. 2I1r, Saggio del sig. Teodoro Bonati matematico di Ferrara sopra una nuova teoria del movimento delle acque pei fiumi; a c. 2N5r, Appendice del r. professore p.d. Gregorio Fontana. Prima edizione italiana di questa celeberrima opera di idrodinamica, scritta dal famoso gesuita e matematico francese, Charles Bossut (Tartaras, 11 agosto 1730 – Parigi, 14 gennaio 1814) fra i massimi esponenti dell’illuminismo francese. fu insieme a Diderot e d’Alembert fra i compilatori dell’ “Encyclopédie ou Dictionnaire raisonné des sciences, des arts et des métiers”. Fu membro dell’Académie des sciences (1768), oltre che corrispoondente dell’Accademia di Berlino, di quella di Bologna e membro onorario de l’Accademia di San Pietroburgo. Il nome di Bossut è ricordato, in particolare, per gli esperimenti che condusse con Nicolas de Condorcet e Jean le Rond d’Alembert nei bacini dell’École Militaire, attraverso i quali riuscì a determinare la resistenza che l’acqua oppone al movimento delle navi (1775-1777). L’autore fu il primo a ricoprire la cattedra reale di idrodinamica. La sua fama e le sue conoscenze delle materie erano tali che Robert Fulton si rivolse a lui per indicazioni sulla realizzazione del primo battello a vapore. A lui si devono anche i progetti di alcuni celebri canali di collegamento fluviale francesi. L’edizione italiana presenta anche la prima edizione dei contributi di Lorenzo Fontana e Teodoro Donati. Fontana fu grande accademico e matematico trentino, Gregorio Fontana, nato Giovanni Battista Lorenzo Fontana (Nogaredo, 7 dicembre 1735 – Milano, 24 agosto 1803) che sostituì Ruggero Giuseppe Boscovich, nella cattedra di matematica dell’Università degli Studi di Pavia, proseguendone gli studi
sull’analisi e divenendo, il 16 aprile 1795, membro della Royal Society. Teodoro Bonati (Bondeno, 8 novembre 1724 – Ferrara, 2 gennaio 1820), accademico ed ingegnere ferrarese, applicò le sue numerose conoscenze all’idraulica ed è ricordato, oltre che per le sue opere, anche per aver contraddetto Napoleone sulla realizzazione voluta dall’imperatore francese, del canale Scolmatore del Reno o più comunemente Cavo Napoleonico, ritenuto, a buona ragione, da Bonati, non producente fare confluire le acque in eccesso del fiume Reno nel fiume Panaro. I supplementi del padre Gregorio Fontana iniziano dalla pag. 147 per terminare alla pag. 496; segue il saggio di Teodoro Bonati: “Sopra una nuova teoria del movimento delle acque pei fiumi”, dalla pag. 497 sino alla pag. 568; segue un’altra appendice del padre Gregorio Fontana. La prima edizione del “Traité élémentaire d’hydrodynamique” del Bossut, fu impressa a Parigi nel 1771. Questa prima edizione italiana porta la traduzione di Giovanni Gratognini e venne successivamente ristampata con gli stessi tipi nel 1788. Prima non comune edizione italiana. Rif. Bibl.; “The Abbé Bossut was the first to state expressly that engineering students should be taught the mecanics of fluids; his books-thought good-were still hydraulics.” Historic writing on hydraulics (University of Iowa Libraries), pag. 52; Riccardi I, 475. Historic writing on hydraulics, 175 4335.
600 euro
30) GRECIA RISORGIMENTO GREECE STORIA LOCALE PRIME EDIZIONI ASTI CASTELNUOVO CALCEA
Antica e nuova Grecia: Scene Elleniche, Adorna di 500 intagli intercalati nel testo e 40 finissime incisioni in acciaio. Con cenni ed illustrazioni Sull’antica Grecia del cav. professore Amedeo Peyron.
Torino, Stabilimento Tipografico Fontana, 1844 – 1846.
In 4°; due tomi: XII, 139, (5), 425, (3) pp. e 15 c. di tav. fuori testo protette da velina, (4), 488 pp. e 33 c. di tav. fuori testo protette da velina. Legatire coeve in ,mezza pelle con titolo, fregi e numero del volume, impressi in oro al dorso. Piatti foderato con bella carta marmorizzata coeva. Tagli spruzzati in azzurro. Esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione dalla carta bianca e pulita, privo delle solite macchioline di foxing presenti nella maggior parte degli esemplari. Qualche tavola con leggera ed uniforme brunitura, come i tutti gli esemplari, a causa della qualità della carta utilizzata per la stampa delle stesse. Prima monumentale edizione di quest’opera, illustrata da 500 finissime incisioni nel testo e da 48 fini incisioni fuori testo, protette da veline coeve verdi ed azzurre, del celebre poeta, drammaturgo e politico astigiano, Angelo Brofferio (Castelnuovo Calcea, 6 dicembre 1802 – Minusio, 25 maggio 1866). Brofferio,
figlio di medici, ricevette un’educazione illuminista e anticlericale. Preso parte alle sommosse anti-monarchiche del 1821, fu costretto a rifugiarsi nel suo paese natale nel quali iniziò a scrivere le sue poesie e opere drammatiche di ispirazione libertaria. In politica fu tra i massimi rappresentati della sinistra italiana nel periodo risorgimentale e si oppose alla politica monarchica di Cavour. Proprio la sua anima risorgimentale, pervade questo celeberrimo scritto dedicato alla Grecia ed alla sua recente lotta per la libertà. Dopo una descrizione della storia della Grecia antica (le prime 139 pagine del primo volume), l’opera prosegue nella descrizione dei fatti risorgimentali greci (ai quali prese parte anche Lord Byron), ripercorrendone le battaglie, gli eccidi, le lotte politiche, la guerra civile. Una delle più monumentali opere dedicate al Risorgimento greco. Esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione.
280 euro
31) FILOSOFIA ILLUMINISMO PRIME EDIZIONI ITALIANE SENSISMO PSICOLGIA GNOSEOLOGIA
Opere metafisiche di Condillac volgarizzate. Tom. I-VIII (opera completa)
Pavia, presso i Collettori coi tipi di Pietro Bizzoni successore di Bolzani, 1819-1824
In 8°; 8 tomi: 299, (1) pp. e una c. di tav. con fine ritratto di Condillac inciso da Rados; 332 pp.286, (2) pp., 276 pp. (2), 311, (3) pp., 320 pp., 323, (3 b.) pp., 250, (2) pp. Legature coeve in mezza-pelle chiara con autore, titolo, numero del volume e ricchissimi fregi in oro al dorso. Qualche minimo segno del tempo ma buoen condizioni di conservazione. Qualche segno di matita su due frontespizi ma nel complesso in buone-ottime condizioni di conservazione. Prima rara edizione italiana di diverse opere del celeberrimo illuminista, filosofo, enciclopedista ed economista francese, Étienne Bonnot de Condillac (Grenoble, 30 settembre 1714 – Beaugency, 3 agosto 1780). La traduzione è opera di un geniale piccolo editore pavese, Defendente Sacchi, che nella prima metà del XIX° secolo, ebbe l’intuizione di tradurre alcune opere di metafisica, che avevano avuto grande successo all’estero ma che avevano incontrato un’accoglienza, perlomeno, tiepida in Italia, tanto da non venire nemmeno tradotte nella nostra lingua. Defendente Sacchi fu un editore dalla notevole curiosità culturale, particolarmente interessato agli studi metafisici, tanto da ideare, insieme a Germani Giuseppe e Rolla Luigi, una vera e propria collana filosofica, la “Collezione dei Classici Metafisici” che vide fra i titoli tradotti, varie prime edizioni italiane di Locke, Hume, Malebranche, Condillac e pochi altri. Fino alla pubblicazione della “Critica della Ragione pura”, forse la sua opera edita più importante, la collana era composta solo di 26 volumi. Seppur le traduzioni delle opere furono commissionate da Defendente a traduttori tutt’altro che professionali, l’impatto delle edizioni di Sacchi fu notevole tanto ad esempio, che la la sua edizione della Critica Kantiana portò il titolo ad essere inserito, per la prima volta, nell’Indice dei Libri Proibiti, decine anni dopo la prima edizione vera e propria dell’opera. La stampa dell’edizione è fisicamente tirata dal tipografo Pietro Bizzoni, personaggio molto noto, tipografo della Regia Università, e stampatore di testi altamente specializzati in materia medica (a lui ad esempio si deve la prima edizione di una delle opere di Antonio Scarpa) ma anche di critica letteraria e linguistica. La dicitura tipografica i Collettori, si riferisce a Defendente Sacchi, Luigi Rolla e Giuseppe Germani curatori, appunto, della “Collezione dei Classici Metafisici”. Prima edizione delle opere principali del celebre filosofo, enciclopedista ed economista francese, Étienne Bonnot de Condillac (Grenoble, 30 settembre 1714 Beaugency, 3 agosto 1780). Contemporaneo di Adam Smith e di idee liberali nonostante la sua appartenenza al clero che fu tra i massimi esponenti del “Sensimo” e diede un grande contributo anche alla psicologia e alla gnoseologia per i suoi studi incentrati sulla comprensione dei sistemi di pensiero della mente umana. Tutore del piccolo duca di Parma, rimasto orfano a soli 7 anni nel 1758 su scelta diretta della corte francese, fu amico di Diderot e Rousseau e nonostante l’amicizia con i filosofi enciclopedisti malvisti dalle autorità ecclesiastiche, riuscì sempre a mantenere buoni rapporti con tutti grazie alla sua innata capacità di mediazione ed al suo carattere amabile. Sulla scorta del lavoro di Locke dimostrò grandi doti di chiarezza espositiva nella descrizione delle sue idee sul funzionamento del sensimo empirico. L’Essai sur l’origine des connaissances humaines, fu la sua prima opera pubblicata e gli diede, da subito, un’enorme fama e l’apprezzamento di diversi esponenti di punta dell’Illuminismo, primo fra tutti da Voltaire. “Intento del primo Essai era di «ridurre a un medesimo principio» il sensismo lockiano. Tale esigenza metodologica è svolta da C. colmando il distacco, da Locke postulato e non giustificato, tra le idee sensibili dirette e quelle riflesse : lo sviluppo dei modi di comunicare emozioni e sensazioni, l uso dei segni linguistici cui è dedicata la parte più originale dell’Essai ristabilisce appunto la continuità genetica tra la pura sensazione e le più complesse operazioni intellettuali” da Treccani. Prima rara edizione italiana. Rif. Bibl.:IT\ICCU\TO0E\018219.
300 euro
32) CARICATURE CARICATURISTI PRIME EDIZIONI TIRATURE LIMITATE SATIRA ECLIPSE LA LUNE
Andre Gill, Un Maitre de la Caricature, Tome Premier – Seconde
Paris, Aux Editions de l’Ibis,1927
In 4°; due tomi: (6), VIII, (4), 311, (3) pp. e 30 c. di tav. fuori testo a colori e (8), (2), IV, 344, (6) pp. e 28 c. di tav. fuori testo a colori. Brossure editoriali illustrate con sopraccoperta originale in carta pergamena. Una piccola mancanza al margine basso del dorso del secondo volume. Esemplare ancora a fogli chiusi, stampato su carta di ottima qualità e con tavole dai colori vivaci e curatissimi. Tiratura limitata di 400 esemplari, il nostro è l’esemplare numero 83 , uno degli esemplari tirati “sur velin pur fil Lafuma”. Firma autografa di Fontane sotto il numero della tiratura. La più bella e curata monografia dedicata all’opera e alla vita del grande illustratore e caricaturista francese celeberrimo per le sue illustrazioni dei periodici satirici “La Lune”, “L’Eclipse” e “Le Charivari”. Le sue caricature, sotto forma di grandi ritratti litografici colorati a mano, erano considerate molto accurate, divertenti ma mai crudeli, tanto che essere ritratti da lui era diventato, nella seconda metà dell’ottocento, un motivo d’orgoglio. Fra i personaggi ritratti, celebri furono i ritratti di Sarah Bernhardt, Otto von Bismarck, Émile Zola, Victor Hugo, Nadar, Giuseppe Garibaldi, Adelina Patti, Charles Dickens e Richard Wagner. Fra i personaggi che però non apprezzarono il proprio ritratto satirico ve ne fu uno che gli creò notevoli problemi, Napoleone III che censurò “La Lune”, anche se poi il giornale rinacque come “L’Eclipse”. Gill è ancora oggi considerato come uno dei più grandi caricaturisti della sua epoca. Importante prima edizione, in tiratura limitata, di questa monografia. Rif. Bibl: IT\ICCU\NAP\0097437.8
200 euro
33) EROTISMO LIBRI GALANTI LIBERTINAGGIO EDIZIONI PIRATA RARITA’ BIBLIOGRAFICA LETTERATURA EROTICA EROTISM LIBERTINE GALANTES
André-Robert Andréa de Nerciat,
Félicia ou mes fredaines, Tome Premier, Second, Troisieme, Quatrieme. [Complete]
S. luogo, S. stampatore, 1792
In 8°; 4 tomi: VII, (1), 112 pp., (2), 136 pp., (2), 151, (1) pp., (2), 147, (1) pp. Legatura coeva in mezza-pelle, assente in parte il dorso ma non slegato. Piatti foderati da bella carta marmorizzata. Rarissima edizione pirata, una delle più rare in assoluto, di una delle opere più celebri del grande autore libertino francese, André-Robert Andréa de Nerciat, nato il 17 aprile 1739 a Digione e morto nel gennaio 1800 a Napoli. Grande sostenitore della libertà dei costumi che propugnò in diverse sue opere anonime, è conosciuto per le sue opere libertine, allegre, fantasiose e traboccanti di vigorosa vitalità che furono molto apprezzate anche da De Sade che, curiosamente, possedeva questa rara edizione della Felicia di Nerciat. Fra le sue opere più celebri Félicia o Mes Fredaines (1775), Doctorat improvvisato (1788), Mon novitiat o Les Joies de Lolotte (1792), Monrose o Le Libertin par fatalité (1792), gli Afroditi (1793) e postumo Le Diable au corps (1803). Lacunose sono le origini di Nerciat, alcune degli studi lo individuano come un cavaliere di origine aristocratica napoletana altre come semplicemente, proveniente da una famiglia di Bresse di umili origini. L’origine italiana, ovviamente, più prestigiosa, è stata spesso messa in discussione a favore di una nascita più umile. Il dibattito durò fino al 1930, quando il barone Robert de Nerciat tentò di dimostrare, in una lettera scritta, l’origine aristocratica della famiglia Nerciat. Sicuramente ebbe una solida educazione, facilmente, riscontrabile dall’utilizzo e citazione dei classici latini che a più riprese, ritornano nelle sue opere. Si sa che fu ricevuto come gendarme della Guardia Ordinaria del Re e che frequentò i salotti del Marchese de La Roche con il quale, una volta che questi cambiò il nome in Luchet, cavaliere di Saint-Louis, brillò alla corte di Federico II. Durante questo periodo frequentò importanti circoli libertini che gli fornirono informazioni che poi riprodusse nei suoi romanzi. L’uscita della sua prima opera Felica nel 1775 gli diede enorme successo ma la sua capacità di spendere sempre di più di quanto guadagnato, lo portarono ai tavoli da gioco e a fare spesso il doppiogiochisti, per diversi personaggi. Ricoprì anche diverse cariche pubbliche. Nell’anno di quest’edizione pirata del volume, divenne aiutante di campo del duca di
Brunswick al quale avrebbe venduto i suoi servizi come agente segreto, anche se, acnhe nel periodo rivoluzionario, le avventure che caratterizzarono la sua vita sono tutt’altro che sicure e chiare e sempre coperte da un’aura di mistero ed incertezza. L’edizione qui citata è sfuggita alla maggior parte dei bibliografi di Nerciat. Nell’avviso all’opera, l’editore dichiara di aver deciso di ripubblicare il lavoro dopo aver esaminato il manoscritto originale
di Félicia che secondo lui è stato poi “sfigurato da editori fraudolenti” nelle edizioni a stampa. Quello che è certo è che le note a piè di pagina di questa edizione, stampate a pié di pagina, sembrano inedite. Forse è anche per questo che De Sade abbia scelto proprio questa edizione per inserirla fra i suoi libri come attesta un celebre esemplare che porta la sua firma e che venne venduto qualche anno addietro in un’asta pubblica. Come scrive Valérie van Crugten-André de “Sade e Nerciat sono probabilmente gli unici autori ad aver sviluppato un’erotologia, lo scopo di che è la ricerca assoluta del piacere (…) entrambi i romanzieri (…) hanno portato il romanzo libertino al limite di ciò che si può dire”. Edizione rarissima che a parte i difetti al dorso, si presenta, all’interno, in ottime condizioni di conservazione.
1.300 euro
34) LETTERATURA FEMMINILE SCRITTRICI FEMMINILI RETIFISMO PERVERSIONI RARITA’ BIBLIOGRAFICHE PRIME EDIZIONI FIRST EDITION ILLUMINISMO AVVENTURIERI
Nicolas-Edme Rétif detto Restif de la Bretonne,
Les gynographes, ou idées de deux honnétes-femmes sur un projet de reglement proposé à toute l’Europe, pour mettre les Femmes à leur place, & opérer le bonheur des deux sexes; avec des notes historiques et justificatives, suivies des noms des femme célébres; recuellis par N.-E. Rétif-de-la-Bretone, éditeur de l’Ouvrage. Primiere Partie – Seconde Partie contenant les notes.
A La-Haie, Ches Gosse & Pinet, libraires de Son Altesse Serenissime, Ches Humblot, Libraire, rue Saint-Jacques, près Saint-Ives, 1777.
In 4°; due tomi in un volume: (2), VIII, 238 pp. e (3), 242-567, (1) pp. Legatura coeva in piena pelle spruzzata con cornice in triplo filetto ai piatti. Dorso a 5 nervi (qualche lieve screpolatura). Fregi e titolo impressi in oro ai tasselli. Tagli riccamente marmorizzati. Piatti interni foderati con bellissima carta marmorizzata. Timbro nobiliare al frontespizio della “Biblioteca Russa della Siberia” “Sibirscago Bibliothek”. Ex-libris nobiliare ottocentesco all’interno del piatto anteriore che identifica l’esemplare come appartenuto al conte Gregoriy Alexandrovitch Stroganoff, con armi araldiche e motto “Terram opes patriae sibi nomen”. Altro ex-libris al margine basso del piatto anteriore di noto intellettuale e scrittore, “Ex Libris Aldo Maffey”. L’opera, in prima edizione, uscì come terzo tomo nella serie delle opere di Restif de la Bretonne “Idees Singulieres” uscita a più riprese tra il 1769 ed il 1789. Come ogni opera di Restif de la Bretonne, quest’opera è molto rara, in quanto la maggior parte delle opere di Restif vennero messe al rogo una volta pubblicate a causa dei contenuti espliciti e perversi in esse contenute. La rarità di queste opere pubblicate in questa serie di 5 volumi era già nota nel 1784 allo stesso Restif, solo due anni dopo la pubblicazione de “L’Andrographe”. Paul Lacroix scrisse, infatti, nel 1875 nella sua opera “Bibliographie raisonnee des ouvrages de Restif de La Bretonne”, pp.211-212: “En 1784, Restif, dans un catalog de ses ouvrages imprimes a la fin de la Privention nationals, annoncait les 4 volumi des Idees singulieres publiees cette epoque, en ajoutant cette note: “il n’existe plus que quatre collections absolument completes des ouvrages precedentints: on les reserve pour les personnes qui en demanderont unc entiere”. Bretonne voleva pubblicare, anche, un sesto volume nella serie ma anche per le enormi difficoltà di preservare gli altri volumi dalla disrtuzione, abbandonò dopo la pubblicazione del quinto volume. Prima, assai rara, edizione di una delle opere più ricercate del grande scrittore francese Nicolas-Edme Rétif,
meglio conosciuto come Restif de la Bretonne (Sacy, 23 ottobre 1734 – Parigi, 3 febbraio 1806). La Gynographes è una geniale ricostruzione della storia della scrittrici femminili con la tipica arguzia e genialità del grande scrittore francese. Dall’opera è ben visibile l’amore di Restif per le donne, il loro mondo e la loro visione delle cose. Restif fu celebre per i suoi racconti licenziosi e per la descrizione di diverse perversioni sessuali ed in particolare per la perversione per l’amore per i piedi femminili che appunto da lui prende il nome di retifismo. Ottavo figlio di un possidente, aveva davanti a lui una carriera ecclesiastica che però non poté mai intraprendere per la fama di grande donnaiolo che lo circondò fin dalla giovinezza. Fu quindi indirizzato verso la carriera editoriale. Divenne presto un operaio tipografo a Parigi, vivendo però una vita sregolata. Nel 1767 pubblicò la sua prima opera importante, La Famille vertueuse, seguirono La Mimographe (1770), poi Le Paysan perverti (1776), Les Gynographes (1777), La vie de mon père (1779), Les Contemporaines (1780) opera che lo fece conoscere al grande mondo, La Paysanne pervertie (1784), Les Parisiennes (1787) e Ingénue Saxancourt (1789). Cambiava spesso tipografia dove lavorava perché era sempre inseguito dai creditori. Si faceva chiamare “il gufo” cosa che da molti fu ritenuto una prova di collaborazione con la polizia reale anche se non vi sono prove al riguardo e potrebbe anche esser solo stato un modo per indicare la sua predilezione per la vita
notturna. Altre sue opere celebri sono Le Palais-Royal (1790), Les Nuits de Paris (1793) e una celebre autobiografia nel 1794. Inizialmente apprezzato in ambienti rivoluzionari, tanto che nel 1795 la Convenzione di Termidoro gli versò duemila franchi cadde ben presto in disgrazia Venne poi recuperato dai surrealisti che videro in lui un loro a
ntesignano per la sua vita sregolata e per la sue capacità multiformi,oltre che per il suo libertinismo spinto, i suoi spunti utopici, i numerosi progetti di riforma e per la sua capacità di essere allo stesso tempo un maniaco dell’ordine ed un fervente amante delle perversioni. Oggi è considerato come una delle figure esemplari del Secondo Illuminismo. Fu in perenne lotta con il marchese de Sade, mentre venne molto apprezzato da Benjamin Constant e Friedrich Schiller.” Ebbe due grandi amori Rastif la giovanissima Jeannette Rousseau e la moglie dello stampatore dove egli lavorava a bottega, Marguerite Colett, amori nati come scrive lo stesso Restif nel suo diario dall’osservazione ossessiva dei loro “piccoli e bellissimi” piedi. Tutti i suoi libri in qualche modo richiamano spunti a autobiografici e a situazione realmente vissute anche se trasportate poi in versione romanzesca. Fra i suoi aneddoti celebri quello legato alla moglie, Agnès Lebégue, della quale pur dicendo cose orribili non mancherà mai di sottolineare la bellezza dei piedi. Very rare, a good copy. Rif. Bib.: Rif. Bibl.: Lacroix, 143; Childs, 245. IV; IT\ICCU\TSAE\030288.
1.000 euro
35) LETTERATURA FEMMINILE SCRITTRICI FEMMINILI RETIFISMO PERVERSIONI RARITA’ BIBLIOGRAFICHE PRIME EDIZIONI FIRST EDITION AVVENTURIERI ILLUMINISMO
Nicolas-Edme Rétif detto Restif de la Bretonne,
La Mimographe, ou idées d’une honnete-femme pour la Réformation du Théatre National,
A Amsterdam, Chez Changuion, Libraire; A La Haie, Chez Gosse & Pinet, Libraires de S. Altesse S., 1770.
In 4°; 466, (2) pp. Legatura coeva in piena pelle spruzzata con cornice in triplo filetto ai piatti. Dorso a 5 nervi (qualche lieve screpolatura). Fregi e titolo impressi in oro ai tasselli. Tagli riccamente marmorizzati. Piatti interni foderati con bellissima carta marmorizzata. Timbro nobiliare al frontespizio della “Biblioteca Russa della Siberia” “Sibirscago Bibliothek”. Due Ex-libris nobiliari ottocenteschi all’interno del piatto anteriore e della prima carta che identificano l’esemplare come appartenuto al conte Gregoriy Alexandrovitch Stroganoff, con armi araldiche e motto “Terram opes patriae sibi nomen”. Altro ex-libris al margine basso del piatto anteriore di noto intellettuale e scrittore, “Ex Libris Aldo Maffey”. L’opera, in prima edizione, uscì come secondo tomo nella serie delle opere di Restif de la Bretonne “Idees Singulieres” uscita a più riprese tra il 1769 ed il 1789. Come ogni opera di Restif de la Bretonne, quest’opera è molto rara, in quanto la maggior parte delle opere di Restif vennero messe al rogo una volta pubblicate, a causa dei contenuti espliciti e perversi in esse contenute. La rarità di queste opere pubblicate in questa serie di 5 volumi era già nota nel 1784 allo stesso Restif, solo due anni dopo la pubblicazione de “L’Andrographe”. Paul Lacroix scrisse, infatti, nel 1875 nella sua opera “Bibliographie raisonnee des ouvrages de Restif de La Bretonne”, pp.211-212: “En 1784, Restif, dans un catalog de ses ouvrages imprimes a la fin de la Privention nationals, annoncait les 4 volumi des Idees singulieres publiees cette epoque, en ajoutant cette note: “il n’existe plus que quatre collections absolument completes des ouvrages precedentints: on les reserve pour les personnes qui en demanderont unc entiere”. Bretonne voleva pubblicare, anche, un sesto volume nella serie ma anche per le enormi difficoltà di preservare gli altri volumi dalla distruzione, abbandonò dopo la pubblicazione del quinto volume. Prima, assai rara, edizione di una delle opere più ricercate del grande scrittore francese Nicolas-Edme Rétif, meglio conosciuto come Restif de la Bretonne (Sacy, 23 ottobre 1734 – Parigi, 3 febbraio 1806). L’opera qui elencata è una delle più insolite del suo repertorio. Il ciclografo viene preso come esempio per portare avanti i suoi argomenti per una riforma del teatro. L’opera si sposa perfettamente con i numerosi appelli pubblici per una riforma dell’istruzione, della prostituzione, della moralità e dell’ortografia. Il ciclomotore era una delle cinque ‘idees singulaires’ che Restif voleva propagandare. Restif stesso hsi impegnò personalmente per la stampa del libro. L’autore regala al lettore numerosi dettagli, raccolti probabilmente con l’aiuto dell’amico Nougaret,
sul teatro del suo tempo, sugli attori e specialmente, sulle attrici, analizzando la rinuncia di Rousseau al dramma. Restif de la Bretonne vede il teatro come un mezzo per creare nuove idee, nuova umanità e nuova cultura libera dai vincoli dell’etica, della religione, della morale e del passato. L’opera si sviluppa in due parti. Questa è, comunemente, considerata la prima edizione, sebbene i bibliografi, recentemente, hanno a più riprese chiarito quante siano le difficoltà nello stabilire la precedenza nelle pubblicazioni di Restif de la Bretonne. Restif fu celebre per i suoi racconti licenziosi e per la descrizione di diverse perversioni sessuali ed in particolare per la perversione per l’amore per i piedi femminili che appunto da lui prende il nome di retifismo. Ottavo figlio di un possidente, aveva davanti a lui una carriera ecclesiastica che però non poté mai intraprendere per la fama di grande donnaiolo che lo circondò fin dalla giovinezza. Fu quindi indirizzato verso la carriera editoriale. Divenne presto un operaio tipografo a Parigi, vivendo però una vita sregolata. Nel 1767 pubblicò la sua prima opera importante, La Famille vertueuse, seguirono La Mimographe (1770), poi Le Paysan perverti (1776), Les Gynographes (1777), La vie de mon père (1779), Les Contemporaines (1780) opera che lo fece conoscere al grande mondo, La Paysanne pervertie (1784), Les Parisiennes (1787) e Ingénue Saxancourt (1789). Cambiava spesso tipografia dove lavorava perché era sempre inseguito dai creditori. Si faceva chiamare “il gufo” cosa che da molti fu ritenuto una prova di collaborazione con la polizia reale anche se non vi sono prove al riguardo e potrebbe anche esser solo stato un modo per indicare la sua predilezione per la vita notturna. Altre sue opere celebri
sono Le Palais-Royal (1790), Les Nuits de Paris (1793) e una celebre autobiografia nel 1794. Inizialmente apprezzato in ambienti rivoluzionari, tanto che nel 1795 la Convenzione di Termidoro gli versò duemila franchi cadde ben presto in disgrazia Venne poi recuperato dai
surrealisti che videro in lui un loro antesignano per la sua vita sregolata e per la sue capacità multiformi,oltre che per il suo libertinismo spinto, i suoi spunti utopici, i numerosi progetti di riforma e per la sua capacità di essere allo stesso tempo un maniaco dell’ordine ed un fervente amante delle perversioni. Oggi è considerato come una delle figure esemplari del Secondo Illuminismo. Fu in perenne lotta con il marchese de Sade, mentre venne molto apprezzato da Benjamin Constant e Friedrich Schiller.” Ebbe due grandi amori Rastif la giovanissima Jeannette Rousseau e la moglie dello stampatore dove egli lavorava a bottega, Marguerite Colett, amori nati come scrive lo stesso Restif nel suo diario dall’osservazione ossessiva dei loro “piccoli e bellissimi” piedi. Tutti i suoi libri in qualche modo richiamano spunti a autobiografici e a situazione realmente vissute anche se trasportate poi in versione romanzesca. Fra i suoi aneddoti celebri quello legato alla moglie, Agnès Lebégue, della quale pur dicendo cose orribili non mancherà mai di sottolineare la bellezza dei piedi. Very rare, a good copy. Rif. Bib.: Rif. Bibl.: Monselet, n°7, pp. 114-115; Rives Child, VII, pp. 215-216; Lacroix, VII, pp. 104-107; Martin, Mylne & Frautschi, n°70-69; Le Pornographe : Rives Childs, VI, n°3.
1.000 euro
36) GEOGRAFIA STORICA CALIFORNIA AMERICA POLONIA DANZICA POLSKA ATLANTI
Cluverius Philippus (anche Philipp Clüver o Klüver),
Introductio in universam geographiam veterem quam novam. studio & opera Johannis Bunonis. Editio quarta prioribus locupletior & correctior.
Guelpherbyti, impensis heredum Conradi Bunonis, Brunsuigae, typis Johannis Henrici Dunckeri, 1678
In 4° (22×17 cm); (24 compresa antiporta incisa), 504, (100) pp. e 45 c. di tav. fuori testo (delle quali 3 tavole fuori testo e 42 c. di tav. geografiche più volte ripiegate). Legatura coeva in piena pergamena rigida con titolo impresso in oro al dorso. Tagli leggermente spruzzati. Titolo impresso in oro entro cornice dorata al dorso. Qualche fioritura sparsa dovuta alla qualità della carta utilizzata per questa edizione e tipica di tutti gli esemplari ma nel nostro esemplare molto meno marcate del solito, sempre leggeri e senza pagine brunite. Nel complesso esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Quarta edizione, completa della celebre mappa dell’America che presenta la California ancora come un’isola, della più importante opera geografica del seicento, considerata la prima vera opera di geografia moderna. Questa quarta edizione, rispetto alla precedente del 1667, presenta due carte in più. L’opera presentata rappresenta il capolavoro del celeberrimo storico e geografo tedesco, Filippo Cluverio (nome italianizzato di Philipp Clüver o Klüver, Danzica, 1580 – Leida, 31 dicembre 1622) considerato il fondatore della geografia storica moderna. Nato a Danzica nel 1580, allora provincia della Polonia, viaggiò fin da piccolo attraverso la Germania e la Polonia, imparando anche la lingua polacca e risiedendo per un certo periodo presso la corte di Sigismondo III Vasa re di Polonia. In questi anni il padre lo introduce agli studi scientifici. Iniziati gli studi giuridici a Leida. Pur seguendo gli studi giuridici, ben presto si appassionò alla geografia e alla storia imparata attraverso l’insegnamento di Giuseppe Giusto Scaligero, comprendendo come le due discipline fossero profondamente legate. Nei primi anni a Leida gli studi di Philipp furono sostenuti dal padre che era Münzmeister di Danzica ma una volta che il figlio decise di seguire le proprie passioni per la geografia e la storia, il padre gli tagliò i fondi. Lasciata Leida, il giovane Cluver viaggiò attraverso l’Ungheria fino alla Boemia dove si arruolò nell’esercito e dove rimase per diversi anni prestando il servizio militare. E’ di questi anni una sua traduzione della difesa del barone Popel Lobkowitz incarcerato in seguito al conflitto religioso fra protestanti e cattolici. Questo scritto gli creò problemi una volta rientrato a Leida quando le autorità imperiali gli comminarono alcune sanzioni che però riuscì ad evitare grazie all’intervento di alcuni suoi influenti amici nell’Università di Leida che riuscirono anche, nel 1616 a fargli riconoscere una pensione regolare dalla stessa Università che gli assegnò anche diversi compiti presso la sua biblioteca, sfruttando le conoscenze antiquarie di Cluver. La sua opera è considerata di basilare importanza per gli studi storici e geografici in quanto essa rappresenta il primo studio generale della geografia dell’antichità fino ai suoi giorni, basato non solo su fonti letterarie classiche, ma e questo è stato il suo contributo principale, integrato da ampi viaggi e ispezioni locali per cercare conferma nelle fonti antiche, non più prese come autorità assolute. La sua prima opera, uscita nel 1611, fu un dotto studio riguardanti le parti inferiori del Reno e dei suoi abitanti tribali in epoca romana dal titolo “Commentarius de tribes Rheni alveis, et ostiis; item. De Quinque populis quondam accolis; scilicet de Toxandris, Batavis, Caninefatibus, Frisiis, ac Marsacis”. A lui si devono anche altre opere storico-geografiche come “Germaniae antiquae libri tres di Clüver” (Leida, 1616) che riprende studi di Tacito e da altri autori latini, un volume sulle antichità della Sicilia, con note sulla Sardegna e la Corsica dal titolo “Sicilia Antiqua cum minoribus insulis”, pubblicato a Leida da Louis
Elsevier nel 1619. La sua “Introductio in universam geographiam”in sei parte, venne pubblicata per la prima volta, solo postuma nel 1624 ed è considerata la prima opera geografica moderna completa, divenendo uno dei manuale geografici standard per tutto il seicento ed il settecento. Clüver fu anche prolifico scrittore di argomenti matematici e teologici. È ricordato da collezionisti e storici della cartografia, anche per la sua edizione della “Geographia” di Tolomeo (basata sull’edizione di Mercatore del 1578) e per atlanti in miniatura ristampati per gran parte del XVII secolo. Molte delle sue mappe furono incise per lui da Petrus Bertius. Quarta edizione, non comune e ancor meno meno comune, completa ed in queste buone condizioni di conservazione. Rif. Bibl.: IT\ICCU\BVEE\038333.
2.600 euro
37) STORIA LOCALE VALTELLINA FORTE FUENTES COLICO MONTEGGIO LECCO VALCHIAVENNA ALTO LARIO
Il Forte di Fuentes, Episodi e Documenti di una lotta secolare per il dominio della Valtellina.
Como, Tipografia Editrice Ostinelli di Bertolini Nani e C., 1905
In 4°; XI, (1), 446, (2) pp. e tre c. di tav. fuori testo compresa antiporta con ritratto del Conte de Fuentes. Brossura editoriale illustrata con titolo, autore in blu scuro e veduta del forte in seppia al piatto anteriore entro cornice floreale. Stesso cosa al dorso dove però non compare l’immagine del forte. Al piatto posteriore lo stemma araldico de Fuentes. Antica nota manoscritta al margine alto del piatto anteriore, “Il paese del Conte de Fuentes”. Lunga dedica manoscritta di Antonio Giussani ad nota personalità alla prima carta bianca. Un piccolo strappetto senza perdita di carta al margine alto del piatto anteriore e basso del dorso e per il resto, esemplare in ottime condizioni di conservazione di questa prima edizione di una delle opere più importanti sulla storia del forte di Fuentes in Valtellina, scritto dallo storico Antonio Giussani (1867-1942). L’opera, assai rara a reperirsi completa della brossura originale ed in questo caso, arricchita dalla bella dedica autografa, è una delle più importanti opere storiche dedicate al Forte di Fuentes ed al territorio della Valtellina, particolarmente apprezzata per l’importantissimo apparato di fonti e documenti citati al suo interno. Il Forte di Fuentes, posizionata a Colico in provincia di Lecco, sorge sulla collina di Monteggio nella piana detta oggi Pian di Spagna. Esso sorge in una posizione strategica importantissima tra Valchiavenna, Valtellina e l’Alto Lario. La sua costruzione risale all’inizio del XVII° secolo quando Pedro Enriquez de Acevedo, Conte di Fuentes, governatore dello Stato di Milano per conto della corona di Spagna, decise di erigere qui una grande fortificazione per controllare l’ingresso ai valichi alpini. La sua costruzione iniziò il 25 ottobre del 1603 e terminò l’11 giugno del 1604. L’autore del progetto fu l’ingegnere militare Gabrio Busca. Il forte, dalla sua posizione privilegiata, fu al centro della storia della Valtellina per più di due secoli, fino a quando, gli austriaci, verso la fine del settecento, lo considerarono inutile militarmente. Per la precisione, l’ultimo governatore del fu il barone Domenico Schroder che venne scacciato dalle truppe napoleoniche nel 1796. Prima edizione non comune completa della brossura e con dedica autografa. Rif. Bibl.: ICCU IT\ICCU\CUB\0317059.
200 euro
38) POESIA ARCADI BRESCIA LONATO POLEMICHE ANTIFRANCESI TESTI ANONIMI RAVENNA CURIOSITA’ BIBLIOGRAFICHE MISCELLANEE
Miscellanea poetica di quattro opere poetiche.
Cesarotti Melchiorre, Pronea componimento epico quarta edizione con alcune annotazioni dell’editore, Brescia, 1808; Unito a: Fusconi Lorenzo, Poesie Scelte di Lorenzo Fusconi ravennate, Milano, Della Società Tipog. Dei Classici Italiani, 1820; Unito a: Versi degli Ameliafobi, dedicati dalle reverende madri di San Magno alla Sanità do nostro signore Pio VII Pontefice Massimo, In Fuligno, Per Gio. Tomassini Stamp. Vescov. E Pubblico, 1800; Vittorio Barzoni, I Romani nella Grecia edizione decima, Londra, Printed by F. Rivington and G: Robinson, 1797.
In 8° (20×12,9 cm); 78, (2) pp., 43, (5) pp., LXI, (1) pp., 86, (2) pp. Legatura coeva in mezza-pelle con titolo e ricchissimi fregi in oro ai piatti. Ai piatti carta marmorizzata coeva. Tagli spruzzati in rosso. Varie note manoscritte antiche al recto dei piatti. All’ultima carta e al recto del piatto posteriore chiosato da mano coeva un componimento di Claudio Morelli dal titolo “Ai Sig.ri Baldini ed Angelini dipintori 14 Febrajo 1838” con diverse correzioni all’interno, con ogni probabilità autografa dello stesso Conte Claudio Morelli, letterato e arcade appartenente all’Accademia degli Ameliafobi. Il nome del Morelli è presente anche al frontespizio, manoscritto e della stessa mano sono tutte le note ai piatti. Quarta edizione ma unico esemplare conosciuto stampato su carta azzurra della Pronea di Melchiorre Cesarotti, pubblicata per la prima volta nel 1807 e dedicata a Napoleone “Il Massimo”. La seconda opera contiene alcune poesie scelte del ravennate, Lorenzo Fusconi e a pagina 36 sono presenti due interessanti correzione manoscritte che variano il significato del testo. Seguono i versi degli “Ameliafobi dedicati dalle reverende madri di San Magno” rarissima prima ed unica edizione di questa raccolta di componimenti poetici composti da vari arcadi in onore delle monache di S. Magno. La dedicatoria è firmata da Donna Ildegarde Vulpio Abbadessa di S. Magno. Secondo Edilberto Rosa il fondatore degli Ameliafobi, cioè degli odiatori della noncuranza, fu il Canonico Alberto Catenacci con l’aiuto del Canonico Luigi Paggi e rimase attiva dal 1792 al 1803. Essa si prefiggeva di valorizzare l’arte, la poesia e l’impegno sociale. Fra chi compose questi versi si trovano il Conte Claudio Morelli, il Canonico Alberto Catenacci (il fondatore appunto degli Ameliofobi), il Canonico Mario Lancia, il Monaco Cassinense P. D. Francesco Lazzarini, il Sig. Giuseppe Rinaldi, del P. Priore Felice Sestili Agostiniano, del Sig. Antonio Bufalari, del Sig. Dottore Luigi Bartolini, del Sig.r Marcello Franchi, del Sig. D. Francesco Ranucci, del Sig. Giuseppe Rinaldi, del P. Prior Felice Sestili Agostiniano, del Sig. Raimondo Venturelli Censore (una nota manoscritta del tutto simile alle precedenti per il tipo di calligrafia, che descrive l’occasione nelle quali venne composto questa “canzone”), del Signor Paolo Franchi
Censore. L’ultima opera è un dotto scritto dello scrittore, letterato e polemista politico originario di Lonato in provincia di Brescia, Vittorio Barzoni (Lonato, 17 dicembre 1767 – Lonato, 22 aprile 1843). L’opera porta falso luogo di stampa, falso stampatore e falsa indicazione di “edizione decima”. Nel 1797, alla caduta della Repubblica di Venezia, Barzoni fondò la gazzetta l’Equatore che iniziò la pubblicazione, proprio, durante l’entrata delle truppe francesi a Venezia. L’autore pubblicò questo lavoro nell’ottobre del 1797 falsificando luogo e stampatore, in quanto nell’opera, i Romani sono i francesi rapinatori e i Greci sono gli italiani, colti e civili. Sebbene si ritiene che ne vennero pubblicate più di dieci edizioni, è assai probabile che le edizioni furono assai meno e che l’indicazione del numero di edizioni, sia proprio ispirata da questa indicazione al frontespizio. Un certo numero di circostanze fa propendere per questa possibilità. Prima di tutto il fatto che Napoleone che fu assai infastidito da questo scritto cercò di recuperare tutte le copie pubblicate e di sapere chi ne fosse l’autore. Sembra, pertanto, improbabile che l’autore fosse stato in grado di pubblicare tante edizioni. In più se questa fosse la decima edizione e quindi l’ultima, con data 1797, non si capisce come sarebbe stata possibile l’edizione che porta l’intestazione “Londra 1798” o l’edizione del 1799. E’ assi probabile che invece, sia proprio questa la prima edizione. Tutte le opere si presentano in buone-ottime condizioni di conservazione.
140 euro
39) POESIA LETTERATURA ITALIANA RARITA’ BIBLIOGRAFICHE SAN MARINO MARCHE FERMO ASCOLI PICENO RIPATRONSONE TERAMO ABRUZZO MACERATA PESARO NUPTALIA FUNERALIA MORTE LONGANO MOLISE
Miscellanea poetica di 8 rare opere di interesse marchigiano, molisano ed abruzzese, stampate, alcune, da rari stampatori o in rari luoghi di stampa come Ripatronsone.
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Machirelli Odoardo, Alla Cara memoria di Virginia Zanucchi, Pesaro, Per le Stampe del Nobili, 1834 (che contiene il Volgarizzamento della Sesta Meditazione Notturan di Odoardo Young intorno alla dimenticanza della Morte); 2) De Filippis Delfico Gregorio Conte di Longano, Il genio degli Appennini Idilio nella Faustissima occasione della venuta in Teramo di sua Maestà Ferdinando II, Re del Regno delle Due Sicilie, In Teramo, Presso Giuseppe Marsili, 1832; 3) Guadagnoli Antonio, Musica e Amore, Sestine, Pisa, Tipografia Nistri, 1828; 4) Autori vari (Tommaso Salvadori, Giuseppe Neroni, Giuseppe Garulli, Luigi Ambrosi Olivetano, Gaetano Cardona, Luigi Silvestri, Eurilla Ascrea), In Morte del Cavaliere Giorgio Jackson Centini Versi, Fermo, Pel Paccasassi con Ap., 1822; 5) Secchi Giampietro, La Battaglia de’ nomi e de’ verbi Poemetto Eroicomico del P. Giampietro Secchi della Compagnia di Gesù a trastullo de’ Giovanetti che studiano la grammatica da Lui letto in una delle tornate dell’Accademia Tiberina, Ripatronsone, Tipografia Vescovile e Comunale Jaffei, 1835; 6) Cappelletti Eugenio, Per le nozze lietissime della Nobil Donzella Marchesa Luisa Passari di Fermo, col Nobil Signor Cavaliere Luigi Bandinelli Bianchi di Siena, Fermo, Tipografia Paccasassi, 1835; 7) Costa Paolo, Alla Gentil Donzella Marchesa Luigia Passeri da Fermo per leggiadria di forme e per virtudi pleclara nel dì che sacramento di fede maritale al Patrizio Senese, Cavaliere Luigi Paparoni Bandinelli Bianchi con fausti auspicij stringevole queste odi scelte di Anacreonte, Recate nella dolce favella d’Italia dal Chiarissimo Paolo Costa Saverio Orlando congratulandosi offeriva, Macerata, Dalla Tipografia di Alessandro Mancini, 1835; 8) Baldi Bernardino, Per le Nozze della Marchesa Luigia Passeri di Fermo col Marchese Luigi Bianchi di Siena (Ero e Leandro), Macerata, Tip. Di Ben. Di Antonio Cortesi, 1835.
In 8° (19,5×12,8 cm); 8 placchette rilegate in un volume: 61, (3) pp., (2 b.), 18 pp., 16 pp., 38, (2) pp., (8) pp., 11, (1) pp., 31, (3 b.) pp., 30, (4) pp. Legatura coeva in mezza-pelle con titolo e ricchi fregi in oro dorso. Piatti foderati con carta marmorizzata coeva. Un lieve difetto al margine superiore del dorso e nel complesso, esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Alla prima carta bianca l’elenco delle opere contenute nel volume scritto in chiara ed elegante grafia coeva. Rara miscellanea di non comuni componimenti, alcuni nuptalia ed alcuni funeralia, legati al territorio marchigiano e abruzzese. Una delle placchette è stampata in un raro luogo di stampa, Ripatronsone. Due placchette sono stampate a Fermo da Paccasassi. L’ultima opera presenta lo scritto del grande matematico, storico, antiquario e poeta urbinate, Bernardino Baldi (Urbino, 5 giugno 1553 – Urbino, 10 ottobre 1617) “Ero e Leandro”. Fra le opere da segnalare, la prima edizione di “Musica e Amore” del grande poeta e letterato aretino, Antonio Guadagnoli (Arezzo, 15 dicembre 1798 – Cortona, 21 febbraio 1858) e l’idillio “il Genio degli Appennini” che il Conte di Longano, Gregorio De Filippis Delfico (Napoli, 23 ottobre 1801 – Notaresco, 4 maggio 1847), celeberrimo politico, poeta e scrittore italiano cittadino sammarinese, famoso per la cura con la quale conservò la biblioteca dello zio Melchiorre, dedica qui alla venuta a Teramo, della quale provincia, dal 1841, Delfico fu presidente, di sua maestà Ferdinando II Borbone Re del Regno delle Due Sicilie. Delfico oltre a ricoprire diverse importanti cariche pubbliche, partecipò all’istituzione dell’Orto Botanico di Teramo e cercò di mettere in atto le più importanti innovazioni agronomiche della sua epoca, applicandole ai vasti possedimenti sui nei territori molisani di Longano. Intellettuale di primo piano nel panorama nazionale della penisola italiana fu in corrispondenza con alcuni dei più importanti personaggi della sua epoca e corposo e vivo, fu, in particolare, il suo rapporto epistolare con Giacomo Leopardi. Importante miscellanea di rare opere di interesse letterario.
180 euro
40) GEODESIA INGEGNERIA MATEMATICA PRIME EDIZIONI MEZZANA CORTI CAVA MANARA PAVIA
Trattato di Geodesia elementare di Antonio Bordoni professore nell’I. R. Università di Pavia, uno dei quaranta della Società Italiana, ecc. ecc. con XVII tavole.
Milano, Per P. E. Giusti Fonditore. Tipografo, 1825
In 8° (20×12,5 cm); VIII, 436 pp. e 17 c. di tav. più volte ripiegate. Elegante legatura in mezza-pelle scura con titolo, filetti e fregio in oro al dorso. Piatti foderati in bella carta marmorizzata coeva azzurra. Tagli gialli. Prima edizione in ottime condizioni di conservazione di questa celebre opera di geodesia scritta dal celebre matematico lombardo, Antonio Maria Bordoni (Mezzana Corti oggi Cava Manara in provincia di Pavia, 19 luglio 1788 – Pavia, 26 marzo 1860) che allievo di Vincenzo Brunacci fu autore di diverse ricerche nel campo dell’analisi matematica, della geometria e della meccanica. Bordoni fu professore all’Università degli Studi di Pavia e tale fu la sua influenza sull’ambiente universitario patavino da esser considerato il fondatore della scuola matematica di Pavia. Fu anche membro della celebre accademia veronese dei XL. Durante la sua vita universitaria fu professore di “Calcolo sublime, geodesia e idrometria”, di “Matematica pura ed elementare”, e dopo la morte di Brunacci (1818) di “Calcolo sublime” e “Idrometria e geodesia”. Fra i suoi allievi vi furono diversi celebri matematici come Francesco Brioschi, Luigi Cremona, Eugenio Beltrami, Felice Casorati e Delfino Codazzi. Prima edizione. Rif. Bibl.: CLIO,I, p. 632.
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41) OFTALMOLOGIA OCULISTICA PRIME EDIZIONI SICILIA GUALTIERI SICAMINO’ MESSINA CHIRURGIA DELL’OCCHIO OCULISTI PATOLOGIE OCULARI STRUMENTI MEDICI
Memoriali di ottalmologia ovvero pensieri ed osservazioni su svariati punti della scienza degli occhi,
Napoli, Dalla Tipografia del Filiatre-Sebezio, 1843
In 8° (29×12 cm); 355, (1) pp. e 9 c. di tav. Elegante legatura coeva in mezza-pelle scura con autore, titolo, iniziali dell’antico proprietario e ricchi fregi in oro al dorso. Piatti foderati con carta marmorizzata coeva. Tagli minimamente spruzzati. Esemplare con qualche lieve strofinatura ai piatti e nel complesso esemplare in ottime condizioni di conservazione dalle carte chiare e pulite. Prima ed unica rara edizione di questo manuale di oftalmologia scritto dal noto oftalmologo e oculista siciliano, originario di Gualtieri Sicaminò (Guateri Sicaminò in siciliano) in provincia di Messina e che si diplomò medico-chirurgo nella Regia Università di Catania, il Cav. Salvatore Alessi de Gualtieri. Celeberrimo oftalmologo, Alessi fu Professore di “Ottalmologia” a Napoli. Fu medico oculista dehli Asili Infantili di Napoli. Fu membro dell’Accademia medico-chirurgica napoletana. Socio corrispondente della Reale Accademia delle scienze mediche di Palermo e di quella Tiberina di Roma, fu anche membro della Gioenia di Scienze naturali di Catania e della Reale Peloritana di scienze, lettere ed arti di Messina. L’opera qui presentata raccoglie diversi curiosi casi di patologie agli occhi, seguiti direttamente da Alessi che descrive le patologie, le cure e le operazioni chirurgiche, varie anche sperimentali che Alessi dovette affrontare. Prima rara edizione. Rif. Bibl.: IT\ICCU\NAP\0229462.
290 euro
42) MEDICINA LEGALE PATOLOGIA LEGALE PERIZIE MEDICHE LEGALI MEDICINA PRIME EDIZIONI L’AQUILA TROPEA NAPOLI ANATOMIA PATOLOGICA ANATOMOPATOLOGO DIRITTO LEGISLAZIONE AVVOCATI MAGISTRATI CHIRURGIA
Manuale di Medicina e Chirurgia Legale di Felice Pasqualone, Seconda edizione ridotta a miglior ordine, ed accresciuta dall’autore. Tomo I – II; Unito a: Supplememto al Manuale di Medicina e Chirugia Legale applicato alle nuove Leggi Penali: alle Leggi della procedura ne’ giudizj Penali: allo Statuto Penale Militare per Fermata di terra: agli Statuti Penali per l’armata di mare, e pei reati commessi da’ forzati e loro custodi.
Napoli, Nella Tipografia degli Eredi di Amula, Nella Stamperia Frencese, 1816, 1820
In 8° (18,9×11,5 cm); tre tomi: 287, (3 b.) pp., 235, (1 b.) pp., XIV, (1), 16-367, (1) pp. Legature coeve omogenee in piena pelle maculata. Titolo, autore, numero dei volumi (1, 2, 3) e ricchi fregi in oro al dorso, direttamente sulo stesso o su fascette in pelle arancione e verde. Tagli spruzzati lievemente in rosso. Il terzo volume presenta al recto del frontespizio la firma autografa di Pasqualone. I primi due volumi presentano la dicitura di seconda edizione ma non si conoscono edizioni censite, dei primi due volumi, antecedente a questa, tanto che è questa l’edizione considerata come prima. Il terzo volume è, chiaramente, in prima edizione. Esemplare in bella legatura ed in ottime condizioni di conservazione di questa nota di medicina legale del noto medico-legale originario dell’Aquila, Felice Pasqualone, (L’Aquila 1766 – Tropea 1832). Portato a termine gli studi medici si perfezionò in chirurgia dove si fece nomea di abile chirurgo. Fra le scoperte a lui attribuite, la più nota, è quella curiosa di una macchina per conoscere se il feto sia morto dentro o fuori dall’utero. Scrisse diverse opere, fra le quali il Compendio delle Fasciature del 1818, le Lezioni sulle malattie veneree del 1816 ed una Sulle ferite delle armi da fuoco edita nel 1820 ma è sicuramente l’opera di medicina e patologia legale che lo rese celebre. Nell’opera il medico acquilano, vuole fornire ai magistrati gli strumenti per dimostrare scientificamente, almeno nei casi che necessitino di studi medici, i fatti avvenuti attraverso perizie che siano portate avanti attraverso la conoscenza della legge penale in vigore. L’autore, quindi, spiega come realizzare le perizie e come renderle oggettivamente accettabili in tribunale anche alla luce delle nuove leggi penali promulgate con la restaurazione che avevano, sensibilmente, mutate le classificazione di alcuni reati alla persona. Anche le variazioni alle leggi penali che vennero fatte nel 1819, portarono Pasqualone a pubblicare, quello che a tutti gli effetti, è il terzo volume dell’opera con il “Supplemento” del 1820. Non comune opera completa, in prima edizione, di questa celeberrima opera di medicina legale, completa dei due volumi e del supplemento ed in bella ed elegante legatura coeva in piena pelle. Rif. Bibl.: per i primi due volumi IT\ICCU\RMRE\003020; per il terzo volume IT\ICCU\FOGE\018751.
250 euro
43) POESIA LECCE POESIE DIALETTALI VERNACOLO PUGLIESE PUGLIA RARITA’ BIBLIOGRAFICA
Puesei a lingua leccese de lu Frangiscantoni D’Amelio de Lecce dedecate a soa ccellenza D. Carlo Ungaro, 3. ed. per cura del nipote dello stesso Oronzo D’Amelio,
Lecce, Tip. di Alessandro Simone, 1882
In 4° (20×15 cm); (6), 74 pp. Brossura editoriale azzurra con titolo impresso in nero al piatto anteriore entro cornice a doppio filetto. Rinforzo in carta al dorso. Alcune pieghe alle pagine e lievi difetti e nel complesso in buone-ottime condizioni di conservazione. Terza rara edizione, come tutte le precedenti, di questa raccolta di componimenti poetici in dialetto leccese del celebre poeta e letterato leccese, Francesco Antonio d’Amelio (Lecce 5 giugno 1775 – Lecce 28 luglio 1861). Edizione curata dall’Avv. Oronzo d’Amelio. Angelo Romano, nella voce dedicata a D’Amelio, nel Dizionario Biografico degli Italiani edito da Treccani, Volume 32 (1986), scrive: “Qualche anno dopo, per la dura repressione seguita ai moti napoletani del 1820-21, sospettato di appartenere a società segreta, venne tacciato di irregolarità amministrativa e sollevato dall’incarico che ricopriva. Attraversò un lungo e difficile periodo, allietato unicamente dall’esercizio letterario. Nel 1832 chiese con insistenza – ma inutilmente – a Carlo Ungaro, nuovo intendente generale della provincia di Lecce, di essere riammesso al lavoro. Quello stesso anno, per accaparrarsi la stima del funzionario, il D. gli dedicò la prima silloge di liriche in dialetto salentino, stampata a Lecce col titolo di Puesei a lingua leccese. Il volumetto riunisce diciotto componimenti divisi in due parti: la prima raccoglie tredici poesie, sei di carattere storico e sette umoristiche; la seconda cinque liriche di argomento sacro, dialoghi e monologhi, ispirate al Natale. Nella prima sezione, oltre alla Dedeca all’Ungaro, spiccano i versi storici de Lu bbuccamentu de Nnibale e Scepione, Subbra a Enea quandu scappau de Troja, La morte de Lucrezia rumana, – dove le vicende umane sono permeate di una robusta comicità, che spesso diventa però grossolana e volgare -, e alcuni quadretti di vita leccese, descritti con piglio agile e sicuro, come A nn’amicu pe nu caddhru ci n’ia muertu de sùbetu, Lu carniali de lu 1829, ci se Ilecenzia de Lecce, Buenu aùru de l’annu 1830 a D. Pietro N. N., Lamentu de nu gioane ci pe Ila luna nu putia descorrere culla nnamurata. Nella seconda parte, invece, le Puesei sacre, con la loro suggestiva carica religiosa, rappresentano forse il nucleo artisticamente più genuino dell’opera del D’Amelio. Si ricordano particolarmente il Dialegu subbra a Ilu Mmamminu tra lu Ronzu e lu Nardu, Lu Nniccu a Ilu presepiu, Subbra lla nasceta de Gesù Cristu. Il sorprendente successo di pubblico riportato dalle Puesei convinse l’Ungaro a reintegrare lo scrittore nei ranghi della pubblica amministrazione, ma solo il 10 febbr. 1835. Quasi sessantenne, il D. venne così nominato segretario del Consiglio di intendenza […] “. Di questa raccolta di poesie esistono 4 edizioni ottocentesche. Dalla seconda edizione, fu il nipote di D’Amelio a curare le pubblicazioni dell’opera aggiungendo alcuni componimenti a partire dalla seconda edizione. Tutte le edizioni di questa raccolta di poesia sono molto rare. Rif. Bibl.: IT\ICCU\NAP\0221195.
100 euro
44) LOMBARDIA MILANO RISORGIMENTO ITALIANO RIVISTE SATIRICHE SATIRA GIORNALI GIORNALISMO ILLUSTRATORI CARICATURISTI CARICATURE SECONDA GUERRA D’INDIPENDENZA RARITA’ BIBLIOGRAFICA SCAPIGLIATURA SCAPIGLIATI
AA. VV.,
Grande collezione di 17 annate del celebre giornale satirico “Lo Spirito Folletto”, presenti le prime 4 annate complete, poi mancano gli anni 1865-1867, 1871 e poi le annate arrivano fino al 1881.
Lo Spirito Folletto, giornale umoristico-illustrato
Milano, Sonzogno Editore, 1861 – 1881
1861-1862: Prima due annate rilegate in legatura coeva in mezza pelle con titolo al dorso. 30 numeri, tutto il pubblicato, dal 6 giugno al 24 dicembre, tutti i numeri presentano 8 pagine a parte due numeri che ne contiene 12. Prima della raccolta presenti una brossura rosa illustrata, una carta con titolo e annata entro cornice ed una carta (con strappo ma senza perdita di carta) con il titolo illustrata. Seguono (rinforzo al margine esterno bianco della prima ed ultima carta del primo numero e al centro di un numero per ridurre uno strappo). L’annata si chiude con una brossura rossa satirica illustrata.1862 Tutto il pubblicato. Brossura verde illustrata, seguono, dal primo numero della seconda annata uscito il 4 gennaio all’ottantaduesimo ed ultimo numero uscito il 24 dicembre. Tutti i numeri sono formati da 8 pagine a parte tre numeri che presentano 12 pagine.
1863-1864: Terza e quarta annata, rilegate in mezza pelle con titolo e fregi in oro al dorso. 1863, Anno III, n. 1 (1 gennaio 1863) – n. 135 (31 dicembre 1863) compreso supplemento al 122 e al 124, 1864 Anno IV, n. 136 (7 gennaio 1864) – n. 187 (29 dicembre 1864). L’ultimo numero del 1864 presenta uno strappo con perdita di carta alla terza carta dell’ultimo numero, il 187. Due annate complete
1868 Tutto il pubblicato. Dal primo numero dell’annata, il 344 del 2 gennaio all’ultimo numero dell’anno, il 396 uscito il 31 dicembre. Legatura in mezza tela con piatti foderati da carta marmorizzata coeva (qualche difetto ai piatti). All’interno in ottime condizioni di conservazione. Tutti i numeri sono formati da 8 pagine. Alla fine del volume sono raccolte tutte le brossure editoriali di ogni numero di colore paglierino e arancione.
1869 Tutto il pubblicato. Dal primo numero dell’annata, il 397 del 6 gennaio all’ultimo numero dell’anno, il 448 uscito il 30 dicembre. Legatura in mezza tela con piatti foderati da carta marmorizzata coeva (qualche difetto ai piatti). All’interno in ottime condizioni di conservazione. Tutti i numeri sono formati da 8 pagine.
1870 Tutto il pubblicato (a parte 5 numeri, il 469, il 483, il 485, il 487, il 498 mai aggiunti in questa collezione). Dal primo numero dell’annata, il 449 del 6 gennaio all’ultimo numero dell’anno, il 500 uscito il 29 dicembre. Legatura in mezza tela con piatti foderati da carta marmorizzata coeva. All’interno in ottime condizioni di conservazione.
1872 Tutto il pubblicato a parte i numeri 580 e 603. Dal primo numero dell’annata, il 553 del 4 gennaio all’ultimo numero dell’anno, il 604 uscito il 26 dicembre. Due strappetti alle prime tre carte dell’ultimo numero, restaurati, senza perdita di carta. Legatura in mezza tela con piatti foderati da carta marmorizzata coeva (qualche difetto ai piatti). All’interno in ottime condizioni di conservazione. Tutti i numeri sono formati da 8 pagine, a parte un numero che è composto di 4 pagine.
1873 Tutto il pubblicato a parte i numeri 622, 623, 629, . Dal primo numero dell’annata, il 605 del 2 gennaio all’ultimo numero dell’anno, il 656 uscito il 25 dicembre. Due strappetti alla prima pagina del primo numero senza perdita di carta. Legatura in mezza tela con piatti foderati da carta marmorizzata coeva (qualche difetto ai piatti). All’interno in ottime condizioni di conservazione. Tutti i numeri sono formati da 8 pagine, a parte un numero che è composto di 4 pagine.
1874 Tutto il pubblicato. Dal primo numero dell’annata, il 657 del 1 gennaio all’ultimo numero dell’anno, il 709 uscito il 31 dicembre. Legatura in mezza tela con piatti foderati da carta marmorizzata coeva (qualche difetto ai piatti). All’interno in ottime condizioni di conservazione. Tutti i numeri sono formati da 8.
1875 tutto il pubblicato. Entro carpetta con lacci. Dal primo numero dell’annata, il 710 del 7 gennaio all’ultimo numero dell’anno, il 761 uscito il 30 dicembre. Tutti i numeri presentano 12 pagine la prima e l’ultima carta sono alcuni di brossura arancione, alcuni rosa e gli altri gialli). Varie tavole a colori, numerosi numeri ancora a fogli chiusi. I numeri si presentano ancora a fogli chiusi.
1876 tutto il pubblicato. Entro carpetta con lacci. Dal primo numero dell’annata, il 762 del 6 gennaio all’ultimo numero dell’anno, il 813 uscito il 28 dicembre. Tutti i numeri presentano 12 pagine (la prima e l’ultima carta sono in brossura paglierina). Varie tavole a colori, numerosi numeri ancora a fogli chiusi. Varie tavole a piena pagina in cromolitografia a colori (qui compare anche il primo ritratto della “Galleria Cromolitografica dello Spirito Folletto”). I numeri si presentano ancora a fogli chiusi.
1877 tutto il pubblicato. Entro carpetta con lacci. Dal primo numero dell’annata, il 814 del 4 gennaio all’ultimo numero dell’anno, il 865 uscito il 27 dicembre. Tutti i numeri presentano 12 pagine (la prima e l’ultima carta sono alcuni di brossura arancione e gli altri gialli). Varie tavole a colori, numerosi numeri ancora a fogli chiusi.
1878 tutto il pubblicato. Entro carpetta con lacci. Dal primo numero dell’annata, il 866 del 3 gennaio all’ultimo numero dell’anno, il 917 uscito il 26 dicembre. Tutti i numeri presentano 12 pagine (la prima e l’ultima carta sono alcuni di brossura arancione e gli altri gialli).
1879 tutto il pubblicato. Entro carpetta con lacci. Dal primo numero dell’annata, il 970 del 1 gennaio all’ultimo numero dell’anno, il 969 uscito il 25 dicembre. Tutti i numeri presentano 12 pagine (la prima e l’ultima carta sono di brossura marroncino).
1880 tutto il pubblicato. Entro carpetta con lacci. Dal primo numero dell’annata, il 918 del 2 gennaio all’ultimo numero dell’anno, il 1022 uscito il 30 dicembre. Tutti i numeri presentano 12 pagine (la prima e l’ultima carta sono di brossura paglierina). Quasi tutti i numeri sono a fogli chiusi e presentano una grande tavola a colori.
1881 tutto il pubblicato. Entro carpetta con lacci. Dal primo numero dell’annata, il 1023 del 6 gennaio all’ultimo numero dell’anno, il 1074 uscito il 29 dicembre. Tutti i numeri presentano 12 pagine (la prima e l’ultima carta sono di brossura azzurrina).
Lo Spirito Folletto fu una delle riviste umoristiche milanesi, più celebri dell’ottocento e rappresenta anche la prima impresa editoriale del celebre editore italiano, Edoardo Sonzogno (Milano, 21 aprile 1836 – Milano, 14 marzo 1920) subentrato da pochissimo al padre Lorenzo, nella guida dell’azienda di famiglia. Il giornale uscì per la prima volta nel 1861 con il titolo “Lo Spirito Folletto, giornale umoristico-illustrato” riprendendo il titolo del primo famoso giornale satirico lombardo, uscito per un solo anno, nel turbolento 1848 con il titolo “Lo Spirito folletto, Giornale diabolico, politico, umoristico, comico, critico, satirico, pittoresco.”. Nel 1863 Sonzogno acquista la testata satirica de “L’Uomo di Pietra” che viene poi assorbito dallo Spirito Folletto. Il giornale si avvaleva all’inizio della preziosa opera di Vespa e Camillo, al secolo Vespasiano Bignami e Camillo Marietti ma pochi dopo pochi numeri la collaborazione si allarga ad alcuni dei più importanti illustratori dell’ottocento come Francesco Gonin ed il figlio Guido, Francesco Fontana, Taccani, Giuseppe Galli, Giulio Gorra, Camillo Cima (Don Pacifico Pinzo), Iacopo Parera (Don Sancio), Casimiro Teja (Jetta), Carlo Gallina, Sebastiano De Albertis, ed il bergamasco, Luigi Borgomainerio fra i più attivi rappresentanti della Scapigliatura. Nel 1881, il giornale venne poi acquistato dal Secolo d’Italia e la parte grafica venne poi affidata a grande illustratore fioretino Mata, Adolfo Martinelli (1832 – 1887), che si era creato grande fama di acuto caricaturista politico sulle testate fiorentine quali “Il lampione”, “La Lanterna di Diogene” e “L’Arlecchino”. A partire dal 1880 il giornale iniziò anche a pubblicare tavole a colori ma la sua esperienza editoriale stava andando verso la conclusione che avvenne nel 1884 quando divenne un mensile e ridusse il suo formato. Nel corso della sua vita, fu uno dei giornali milanesi più celebri e seguiti dove la satira era solo una scusa per fornire informazioni politiche e di costume su Milano e l’Italia. Raro a reperirsi un insieme così congruo di annate, in buone-ottime condizioni di conservazione.
2.200 euro
45) ILLUMINISMO ATEISMO PRIME EDIZIONI PROFEZIE CRITICA ANTI-CRISTIANA FILOSOFIA EBRAICA RARITA’ BIBLIOGRAFICA
Collins Antoine, d’Holbach Paul Henri Thiry Barone,
Examen des Prophéties qui servent de fondement à la Religion Chretienne, avec un Essai de critique sur les Prophètes & les Prophèties en général.
Londres (ma probabilmente Amsterdam), S. stampatore, 1768
In 8° (16,5×10,5 cm); (4), 234 pp. Legatura coeva in cartoncino molle a motivi rossi. Assenti il dorso ed il piatto posteriore ma bel legato e per il resto nel complesso, esemplare in buone condizioni di conservazione, ad ampi margini ed ancora in barbe. Prima edizione francese rara di questo celebre scritto del noto filosofo e polemista inglese, Antoine Collins (- Londra 1729), considerato da Voltaire come uno dei più strenui nemici della religione cristiana. L’opera in realtà più che una vera e propria opera di Collins, è una rilettura della stessa elaborata dal celeberrimo filosofo, enciclopedista illuminista, traduttore e divulgatore scientifico tedesco, naturalizzato francese, il Barone Paul Henri Thiry d’Holbach, nome francesizzato di Paul Heinrich Dietrich, barone di (von) Holbach (Edesheim, 8 dicembre 1723 – Parigi, 21 febbraio 1789) che fu tra i massimi esponenti dell’Illuminismo e dell’ateismo. Scriveva ad esempio Voltaire di Collins: “Un des plus terribles ennemies de la religion chretienne a ete Antoine Collins, grand tesorier de la region d’Essex, bon metaphysicien, et d’une grande erudition. Il est triste qu’il n’ait fait usage de sa profonde dialectique que contre le christianisme […] Les recherches philosophique sur là liberté de l’homme, sur les fondements de la religion chretienne, sur les propheties litterales, sur la liberté de penser, sont malheuresement des ouvrages victorieux”. Tale era l’apprezzamento di Voltaire per il lavoro di Collins che si sa che il celebre illuminista possedeva quattro titoli dell’autore inglese, nella sua biblioteca pietroburghese (due dei titoli sono anche fittamente annotati da Voltaire). D’Holbach come Voltaire apprezzò molto il lavoro di Collins tanto che nel 1770 tradusse anche “L’Esprit du judaïsme”. E’ da ricordare che l’argomento della traduzione qui presentata, non era nuovo per d’Holbach che era stato colui che in Francia aveva reso noto un celeberrimo manoscritto mai pubblicato, dal titolo “Israël vengé ou Exposition naturelle des prophéties hébraïques que les chrétiens appliquent à Jésus, leur prétendu Messie”, del grande filosofo ebreo Balthazar (Isaac) Orobio de Castro (c.1617 in Bragança, Portugal – November 7, 1687 in Amsterdam) che in parte trattava argomenti poi recuperati dallo stesso Collins attento conoscitore della filosofia ebraica ed in parte anche da d’Holbach nel 1761, nel suo “Le Christianisme dévoilé ou Examen des Principes & des Effets de la Religion chretienne”. D’Holbach nella traduzione francese dell’opera di Collins ricostruì le posizioni del filosofo inglese contro le interpretazioni cristiane delle profezie in una sintesi di “Ground ad Reason” e di “Scheme of Litteral Prophecy”. L’opera di Collins, uscita, per ragioni c
hiare, spesso anonima, ebbe grande risonanza nel settecento in tutto il continente europeo anche se furono fortemente osteggiate in Germania ed Olanda. Basti ad esempio ricordare che ad esempio, 1755 Padre Bonifazio Bonetti, dell’ordine dei Predicatori, intratteneva spesso i confratelli con i suoi “Ragionamenti” scritti per confutare le obiezioni del “noto anonimo inglese” (come erano soliti molti riferirsi a Collins e alla sua opera, a volte per vera e propria ignoranza dell’autore delle stesse) nello “Scheme of Litteral Prophecy considered”. L’attribuzione dell’opera frnacese a d’Holbach fu a lungo disquisita, fino a quando fu recuperata una lettera scritta da Diderot a Sophie Volland del 1768 nella quale Diderot, svelava, senza ombra di dubbio, il nome dell’autore. Prima edizione molto rara. Rif. Bibl.: ICCU IT\ICCU\PISE\001255; Barbier, Dict. des ouvr. anon., II, col. 353.
500 euro
46) STORIOGRAFIA STORIA LOCALE ITALIA VIGNOLA MURATORIANA ROMA VATICANO MEDIOEVO STORIA MEDIOEVALE
Muratori Ludovico Antonio, Soli Muratori Gian Francesco,
Dissertazioni sopra le Antichità Italiane. Già composte e pubblicate in Latino dal proposto Ludovico Antonio Muratori, E da esso poscia compendiate e trasportate nell’Italiana favella. Opera postuma Data in luce dal Proposto Gianfrancesco Soli Muratori suo Nipote. Tomo Primo – Secondo – Terzo
In Napoli, a Spese di Domenico Torres, presso Giuseppe Raimondi, 1752 -1753
In 4°; tre tomi: (20), 492 pp. e 7 c. di tav. (compreso ritratto di Muratori in antiporta) delle quali una più volte ripiegate, (6), 500 pp. e 2 c. di tav. più volte ripiegate, (8), 509, (3) pp. Legature coeve in piena pergamena con titolo e numero del volume impressi in oro al dorso. Qualche macchiolina di foxing nel testo dovuto alla qualità della carta utilizzata e caratteristica di ogni esemplare e nel complesso, esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Dedicatoria al Presidente del Sacro Regio Consiglio e della Real Camera di S. Chiara, Carlo Danza sormontato da stemma araldico. Testatine, finalini ed iniziali ornate. Bello stemma xilografica in ogni frontespizio. Edizione napoletana uscita lo stesso anno dell’edizione milanese di Pasquali ma con più tavole rispetto a questa, di una delle opere più celebri del grande storico ed erudito vignolese, Ludovico Antonio Muratori. L’opera, nata negli intenti di Muratori come completamento agli Annali d’Italia, fu pubblicata per la prima volta in latino nel 1738. Dopo il 1738 il Muratori si diede a tradurla e ad ampliarla, ma morì il 27 gennaio 1750 prima di completare il suo lavoro, sicché Pietro Gherardi s’incaricò di tradurre le ultime due delle 65 dissertazioni e il nipote Gio. Francesco Muratori provvide a curarne l’edizione che vide la luce per la prima volta nel 1751 e che conteneva 75 dissertazioni: Genti barbare che assuggettarono l’Italia; Duchi e principi antichi d’Italia; Antichi marchesi; Conti; Uomini liberi o arimanni; Servi; Arte del tessere e vesti de secoli rozzi; Milizia; Zecca o diritto di batter moneta; Spettacoli e giochi pubblici ne’ secoli di mezzo; Mercati e mercatura; Origine della lingua italiana; Origine o etimologia delle voci italiane; Diplomi, carte antiche, o dubbiose o false; Sigilli; Livelli, precarie, decime de’ laici ne’ secoli di mezzo; Spedali de’pellegrini, fanciulli esposti; Giudizi di Dio o sia sperimenti usati dagli antichi per indagare delitti o innocenza delle persone; Duello; Nomi e soprannomi; Fortuna delle lettere in Italia dopo l’anno MC e erezione delle pubbliche scuole e università; Libertà, esenzioni, privilegj delle città e de’ principi ne’ vecchi secoli; Istituzione de’ cavalieri e insegne che chiamiamo armi; Semi delle superstizioni ne’ secoli scuri d’Italia; Quali eresie ne’ secoli barbarici abbiano infestata l’Italia; Origine e istituzione de’ cardinali e canonici; Maniere colle quali anticamente chiese, canonici, monisteri e altre università religiose acquistarono gran copia di ricchezze; Redenzione de’ peccati per cui molti beni colarono ne sacri luoghi e origine delle sacre indulgenze; Censi e rendite spettanti alla S.Chiesa Romana; Immunità, privilegi, aggravi del clero e delle chiese dopo la venuta de’ barbari; Potenza de’ vescovi, abbati, e altri ecclesiastici e regalie concedute e a tali corpi; Cagioni per le quali ne’ vecchi tempi si sminuì la potenza temporale degli ecclesiastici; Pie confraternite de’ laici, de’ flagellanti e delle s. missioni. Prima edizione ancora in barbe ed in ottime condizioni di conservazione. Rif. Bibl.: ICCU IT\ICCU\NAPE\001428.
350 euro
47) BOTANICA BOTANY GIARDINAGGIO RANUNCOLI FLORICULTURA FIORI
Traité des Renoncules, qui contient outre ce qui regarde ces fleurs, beaucoup d’observations physiques & des remarques utiles, soit pour l’agriculture, soit pour le jardinage.
Avignon, Louis Chambeau, 1763.
In 12° (16,8×10 cm); (6), 342 pp. e 6 c. di tav. fuori testo più volte ripiegate. Legatura coeva in piena pelle maculata con dorso a 5 nervi. Titolo in oro su un tassello in pelle chiara al dorso. Ricchi fregi in oro ai tasselli e filetto ai nervi. Tagli rossi, piatti interni foderati con bella carta marmorizzata coeva. Esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Terza edizione corretta e con numerose aggiunte, rispetto alla prima edizione del 1746 di una delle opere più celebri dedicate alla coltivazione del ranuncolo, scritta dal noto botanico, agronomo e presbitero francese del XVIII secolo Jean Paul de Rome d’Ardene (Mane 1590 – Château d’Ardène 1769). L‘opera ebbe uno straordinario successo e come scrive lo stesso d’Ardene nel titolo din questa terza edizione, non deve essere confusa con “Traité de la culture des renoncules, des oeillets, des auricules, et des tulipes” plagio uscito anonimo, ma probabilmente redatto da Jean Pierre Moet. D’Ardene, nacque nel 1690 a Mane nelle Alpi dell’Alta Provenza. Suo padre era il signore d’Ardene, commissario delle galere e ispettore dei boschi e delle foreste della Provenza, colui che fece erigere il castello d’Ardene nel 1686. Sua madre era Antoinette Leroy, figlia di Jean, consigliere del re e controllore generale della marina del Levante e delle galere di Francia. D’Ardene, fin dalla giovinezza, studiò retorica e
filosofia, per poi studiare teologia ad Arles, prima di insegnare materie umanistiche a Marsiglia. Nel 1718 venne ordinato sacerdote dopo esser ritornato nel castello paterno a causa delle sue cagionevoli condizioni di salute. Proprio nei giardini del palazzo di famiglia si appassionò alla botanica scrivendo diverse opere specifiche sulla coltivazione di diversi fiori (ad esempio il Traité des renoncules, 1746 o il Traité des jacinthes, 1759)che ottennero, da subito, un notevolissimo successo. Inoltre grazie alle sue conoscenze erboristiche legate alle piante medicinali, nel 1759, venne pubblicato il trattato “Lettres sur l’exercice de la médecine”. Nel 1767 pubblicò le opere postume di suo fratello Esprit-Jean de Rome d’Ardène celebre autore di favole, morto nel 1748, con il titolo di Oeuvres posthumes de Monsieur d’Ardene. L’opera qui presentata, in terza edizione, edizione fra le più rare ed è notevolmente corretta ed aumentata rispetto le due edizioni precedenti ed è arricchita da 6 bellissime tavole con immagini di diversi ranuncoli poste alla fine del volume. Esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. A very good copy.
280 euro
48) ASTRONOMIA TAVOLE ASTRONOMICHE SOLE FIRENZE PISA PEST UNGHERIA ASTRONOMI PRIME EDIZIONI AUTOGRAFE CARATTERI DIDOT
Tables abrégées et portatives du soleil calculées pour le méridien de Paris sur les observations les plus récentes d’après la théorie de M. La Place. Par Le Bron de Zach.
A Florence, Chez Molini, Landi et Comp., 1809, (Imprimé a Pise : avec les caracteres de Firmin Didot)
In 8° grande; (2), VII, (1), 67, (1), (2 b.) pp. Legatura coeva in cartoncino molle con piatti foderati con bella carta marmorizzata coeva. Dedica autografa dell’autore al celeberrimo fisico ed astronomo bolognese, Giovanni Battista Guglielmini (Bologna, 18 novembre 1760 – Bologna, 17 dicembre 1817) al quale questo volume appartenne. Guglielmini fu autore di una delle prime prove meccaniche della rotazione terrestre e che fu professore di matematica all’università di Bologna e che nel 1801 ottenne anche la cattedra di astronomia (tra il 1814 ed il 1815 fu anche rettore dell’università. Prima edizione di questa celeberrima opera del celebre astronomo ungherese, Franz Xaver von Zach (Franz Xaver barone von Zach) (Pest, 4 giugno 1754 – Parigi, 2 settembre 1832). Dopo aver intrapreso la carriera militare nell’impero asburgico, si spostò a Leopoli dove a lato della carriera militare portò avanti osservazioni astronomiche presso il locale osservatorio. Ma è con il soggiorno a Berlino (dopo un anno passato a Londra) che la sua passione per l’astronomia divenne in potenza un possibile lavoro. Infatti qui a Berlino, precettore dei figli dell’ambasciatore sassone Conte Bruhl, esperto astronomo, insegnò a Zach le più recenti tecniche d’osservazione astronomica. Tale era la sua esperienza maturata a Berlino che nel 1786, quando entrò al servizio del duca Ernesto II di Sassonia-Coburgo-Gotha nel 1786, con il titolo di colonnello sergente, assunse, anche, la direzione del nuovo osservatorio astronomico sul Seeberge presso Gotha. A lui si devono alcune importantissime innovazione tecnologiche per la localizzazione geografica attraverso lo sfruttamento di lenti a specchio. Nel 1805 si trasferì a Genova dove risiedette fino al 1830. Nel 1818, su diretta chiamata della Duchessa di Lucca Maria Luisa di Borbone, prese parte alla costruzione della Specola di Marila o Specola di Lucca. Fu in contatto epistolare con numerosissimi suoi colleghi fra i quali Carl Federico Gauss Federico Wilhelm Bessel, l’astronomo Johann Hieronymus Schröter o Wilhelm Olbers, con i quali si scambiò informazioni e dati. L’opera qui presentata, in legatura originale, dai grandi margini e arricchito dalla prestigiosa dedica autografa, tratta delle “Tables abrégées et portatives” del sole calcolate per il meridiano di Parigi sulle più recenti osservazioni secondo la teoria di M. La Place. Il volume venne stampato a Pisa con i caratteri di Firmin Didot. Rif. Bibl.: Houzeau 2304; IT\ICCU\RMSE\005314.
350 euro
49) ASTRONOMIA ECLISSI ASTRONOMY PRIME EDIZIONI CASALE MONFERRATO OSSERVATORIO ASTRONOMICO DI BRERA MATEMATICA
Celoria Giovanni,
Sull’Eclissi solare totale del 3 giugno 1239, Memoria di Giovanni Celoria,
Milano, Pisa, Napoli, Ulrico Hoepli Editore-Librajo, 1875
In folio; 26 pp. e una c. di tav. fuori testo con percorso dell’eclissi solare. Brossura editoriale arancione con titolo, autore, stampatore e anno di stampa inciso in nero al piatto anteriore. Prima edizione in ottime condizioni di conservazione di questo scritto astronomico dedicato all’eclissi del 3 giugno del 1239, dal noto astronomo, accademico e politico italiano, Giovanni Celoria (Casale Monferrato, 29 gennaio 1842 – Milano, 17 agosto 1920). L’autore, laureatosi alla Scuola di Applicazione per gli Ingegneri di Torino nel 1863, lavorò sotto la direzione di Giovanni Virginio Schiapparelli presso l’Osservatorio Astronomico di Brera, per tutta la vita. Nel 1900 divenne Direttore dell’Osservatorio Astronomico di Brera prendendo il posto di Schiapparelli, abbandonandola solo nel 1917, quando si ritirò a vita privata. Insieme all’attività di ricerca presso l’Osservatorio Astronomico, insegnò Geodesia al Regio Istituto Tecnico Superiore di Milano, divenendo anche presidente della Commissione geodetica italiana. Fu socio di diverse prestigiose accademie come l’Accademia dei Lincei, della Società italiana di scienze naturali, della quale fu anche direttore e dell’Istituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere. Nel 1909 divenne Senatore del Regno d’Italia. In quest’opera l’autore ricostruisce le fonti storiche di questa eclisse e gli aspetti astronomici della stessa. Prima ed unica edizione, in ottime condizioni di conservazione. Rif. Bibl.: ICCU: IT\ICCU\MIL\0684201.
35 euro
50) COMETE COMETA 1909I ASTRONOMIA ASTRONOMY SPECOLA DI BRERA MATEMATICA
La Cometa 1909I (Borrelly-Daniel) e la sua orbita, Memoria dell’ingegnere Luigi Gabba.
Milano, Ulrico Hoepli Editore-Librajo della Real Casa, 1915
In folio; 44 pp. Brossura editoriale con titolo, autore, editore e anno di stampa, impressi in nero al piatto anteriore. Esemplare in ottime condizioni di conservazione. Prima edizione di questa importante monografia dedicata alla cometa 1909I la Borrelly-Daniel, scritta dal celebre astronomo e accademico italiano, Luigi Gabba (Torino, 18 dicembre 1872 – Borgomanero, 28 settembre 1948). L’autore, laureatosi a Torino in ingegneria, iniziò, subito dopo la laurea, ad interessarsi ad astronomia frequentando gli osservatori astronomici di Torino, lavorando sotto, Lorenzo Porro e poi anche quello di Roma. Nel 1901 entrò alla Specola di Brera con la qualifica di assistente incaricato di Giovanni Celoria. Dal 1917 al 1921 divenne direttore della specola di Brera aggiornandone ed aumentandone notevolmente la strumentazione scientifica, aggiungendo anche apparecchi geodetica e meteorologici, aumentando la biblioteca dell’istituto. Nel 1824 divenne professore d’astronomia e l’anno dopo astronomo effettivo della Specola di Brera. Nel 1826, vincendo un concorso, assunse, anche, la direzione dell’Osservatorio astronomico di Teramo. Durante la sua vita insegnò anche all’Università di Milano e a quella di Pavia. Gabba fu autore prolifico scrisse di astronomia sferica ed osservativa, astrometria e meccanica celeste ma anche di storia dell’astronomia. L’opera qui presentata, è la rarissima e dotta dissertazione con la quale Gabba presentò i suoi studi sulla cometa 1909I. La C/1909 L1 (Borrelly-Daniel) è una cometa non periodica, scoperta il 14 giugno 1909 dall’astronomo francese Alphonse Borrelly ed il 15 giugno 1909 dall’astronomo statunitense Zaccheus Daniel. Il 14 giugno 1909 la cometa era di 10,5a, il 18 giugno 1909 raggiunse la 9a, l’8 luglio 1909 il suo nucleo era di 13a. Copia rara, un solo esemplare censito in ICCU, ed in perfette condizioni di conservazione. Rif. Bibl.: IT\ICCU\LO1\1369632.
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51) MATEMATICA ASTRONOMIA ASTRONOMY VOGHERA BRERA PRIME EDIZIONI
Plana Giovanna Antonio Amedeo (Plana Jean),
Note sur un cas particulier du mouvement elliptique par Jean Plana,. Insieme a: Note sur les coefficients theoriques determines par Tobie Mayer, Relativement aux deux inegalites lunaires en longitude, ayant pour argument …
Turin, De l’imprimerie Royale, 1860
In folio; 16 pp. e 7, (5 b.) pp. Brossura coeva muta con dedica manoscritta coeva della figlia di Plana, Sophie. Prima ed unica edizione in forma monografica di questi due articoli estratti dalle “Memoires de L’Academie des Sciences de Turin”, scritto dal celebre matematico, astronomo, geodeta e senatore italiano, Giovanni Antonio Amedeo Plana (Voghera, 6 novembre 1781 – Torino, 20 gennaio 1864). Mandato dalla famiglia a studiare a Grenoble dove divenne amico di Stendhal. “Dal 1800 frequentò l’università all’École polytechnique di Parigi, con Lagrange (del quale fu l’unico allievo italiano e più tardi sposò una nipote), Laplace, Legendre e Fourier”. Nel 1811 iniziò ad insegnare all’università di Torino. Dal 1815 iniziò ad insegnare calcolo infinitesimale. “Nel 1820 fu tra i vincitori di un premio indetto dall’Accademia delle scienze francese per la costruzione di tabelle lunari basate esclusivamente sulla legge di gravitazione universale. Nel 1831 Plana costruì il Calendario Meccanico Universale che, grazie ad un ingegnoso sistema di ruote dentate, catene e viti, è in grado di identificare un giorno qualunque dall’anno 1 fino al 4000. Non solo, il calendario fornisce anche informazioni riguardanti lunazioni e maree.”. Come scrive Marco Ciardi nel suo articolo dedicato a Plana nel Dizionario Biografico degli Italiani nell’edizione del 2015: “Nel 1832 Plana dette alle stampe la Théorie du mouvement de la Lune, monumentale opera in tre volumi, compendio delle ricerche dell’astronomo reale in questo settore. La pubblicazione fu finanziata dal re Carlo Alberto. Proprio in quell’anno, tuttavia, la vita di Plana fu segnata da un evento luttuoso, che ebbe notevoli ripercussioni sui suoi comportamenti pubblici e privati: la perdita del figlio Luigi Lodovico, di soli sette anni. La figlia di Plana, Sofia, sarebbe invece incappata, nel 1840, in uno sventurato matrimonio con un avventuriero cacciatore di doti, vicenda che avrebbe provocato allo scienziato piemontese ulteriori sofferenze e dispiaceri”. L’opera qui presentata analizza un caso particolare di un movimento ellittico attraverso complessi calcoli matematici. Prima edizione in ottime condizioni di conservazione, con dedica autografa. Rif. Bibl.: IT\ICCU\TO0\1124619.
50 euro
52) GEOLOGIA PALEONTOLOGIA PRIME EDIZIONI AUTOGRAFI LOMBARDIA FOSSILI LECCO
Essai sur les conditions générales des couches a avicula contorta et sur la constitution géologique et paléontologique speciale de ces memes couches en Lombardie et sur la constitution definitive de l’etage infraliasien par l’abbé Antoine Stoppani.
Milan, Imprimerie de Joseph Bernardoni, 1861
In folio; 49, (1 b.) pp. e una fascetta di errata. Brossura editoriale rosa con titolo impresso in nero entro cornice. Dedica autografa dell’autore al margine alto del frontespizio. Due pecette di adesivo alla brossura a chiudere due piccoli difetti e per il resto, nel complesso, esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione ed in barbe. Una piega al centro dell’opera e nel complesso esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Prima edizione, rara, di questa importante opera di geologia e paleontologia, scritta dal noto geologo, paleontologo, patriota, accademico e presbitero italiano, Antonio Stoppani, battezzato Narciso Carl’Antonio Stoppani (Lecco, 15 agosto 1824 – Milano, 1º gennaio 1891). L’opera rappresenta un’importante studio dedicato alla presenza dei fossili di Avicula Contorta e di latre conchiglie nel territorio della Lombardia. Come scrive Elena Zanoni, nell’articolo dedicato a Stoppani nel “Dizionario Biografico degli Italiani”, Volume 94 (2019): ” A seguito di tali eventi, infatti, dovette affrontare un periodo di difficoltà e, non essendo incline alla cura d’anime, accettò l’incarico di precettore privato a Como e poi a Milano in casa della famiglia Porro. In questi anni Stoppani poté dedicarsi con continuità agli studi naturalistici e all’incremento della sua collezione di fossili iniziata durante l’adolescenza. Questa collezione conquistò l’ammirazione del geologo austriaco Franz Ritter von Hauer, che indusse Stoppani a realizzarne un catalogo poi pubblicato nel 1857 a Milano con il titolo di Studii geologici e paleontologici sulla Lombardia, dedicati alla descrizione di un territorio la cui conoscenza da un punto di vista geologico e paleontologico era, all’epoca, assai limitata. Tale opera lo fece conoscere come scienziato di valore e gli valse la nomina a membro dell’Istituto lombardo di scienze, lettere e arti. Inoltre, gli consentì di avere accesso alle raccolte del Museo civico di Milano e di entrare in contatto con molti naturalisti italiani e stranieri. La reputazione acquisita gli permise di essere tra i membri fondatori della Società geologica residente in Milano, prima società geologica nata in Italia. Nel 1858 iniziò poi la compilazione della Paléontologie lombarde, opera in quattro parti redatta in francese con la collaborazione dei colleghi Emilio Cornalia e Giuseppe Meneghini e completata nel 1881. […] Nel 1861 fu nominato professore straordinario alla cattedra di geologia appena istituita presso l’Università di Pavia e voluta per lui da Francesco Brioschi. Tre anni dopo divenne professore ordinario di geognosia e mineralogia presso l’Istituto tecnico superiore di Milano. Qui insegnò fino al 1877, quando accettò la proposta di trasferimento all’Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento di Firenze, dove tenne la cattedra di geologia e geografia fisica e l’incarico di direttore del gabinetto di geologia fino al 1882. In quell’anno tornò nuovamente all’Istituto tecnico di Milano. Qui assunse anche l’incarico di assistente spirituale del Collegio Reale delle fanciulle a S. Maria della Passione. Negli anni di insegnamento a Milano, Stoppani si dedicò con impegno al riordino e all’ampliamento delle collezioni paleontologiche del Museo civico di storia naturale, di cui divenne direttore in quello stesso 1882, e tenne ogni anno delle conferenze pubbliche di scienza popolare che ebbero grande successo.”. Prima edizione, autografa ed in buone-ottime condizioni di conservazione. Rif. Bibl.: IT\ICCU\MIL\0684632.
100 euro
53) ASTRONOMIA PRIME EDIZIONI OSSERVATARIO ASTRONOMICO DI BRERA PONTE DI VALTELLINA MILANO CERERE PIANETI SCOPERTE ASTRONOMICHE
Giovanni Piazzi, Barnaba Oriani,
Corrispondenza Astronomica fra Giuseppe Piazzi e Barnaba Oriani, pubblicate per ordine di S. E. il Ministro della Pubblica Istruzione.
Milano, Pisa, Napoli, Ulrico Hoepli Editore-Librajo, 1875
In folio; (4), 204 pp. Brossura editoriale con titolo impresso in nero al piatto anteriore. Qualche lieve segno del tempo e strappetto al margine esterno, senza perdita di carta, a fogli chiusi e nel complesso ancora in barbe ed in buone-ottime condizioni di conservazione. Prima non comune edizione di questa monografia dedicata alla corrispondenza astronomica dei due grandi astronomi italiani Giuseppe Piazzi (Ponte in Valtellina, 16 luglio 1746 – Napoli, 22 luglio 1826) e Barnaba Oriani (Milano, 17 luglio 1752 – Milano, 12 novembre 1832). L’opera raccoglie l’importantissima corrispondenza che i due grandi astronomi tennero durante la loro vita. La loro corrispondenza è di enorme importanza per la storia dell’astronomia per l’importanza dei temi trattati. Si ricordi ad esempio la lettera con la quale Piazzi annunciava a Piazzi la scoperta di Cerere. “Risultati delle osservazioni della nuova stella scoperta il dì primo gennaio all’Osservatorio Reale di Palermo – Palermo 1801. Già da nove anni travagliando io a verificare le posizioni delle stelle che si trovano raccolte ne’ vari Cataloghi degli astronomi, la sera del primo gennaio dell’anno corrente, tra molte altre cercai la 87.a del Catalogo delle stelle zodiacali dell’Abate La Caille. Vidi pertanto che era essa preceduta da un’altra, che secondo il costume, volli osservare ancora, tanto maggiormente, che non impediva l’osservazione principale. La sua luce era un poco debole, e del colore di Giove, ma simile a molte altre, che generalmente vengono collocate nell’ottava classe rispetto alla loro grandezza. Non mi nacque quindi alcun dubbio sulla di lei natura. La sera del due replicai le mie osservazioni, e avendo ritrovato, che non corrispondeva né il tempo, né la distanza dallo zenit, dubitai sulle prime di qualche errore nell’osservazione precedente: concepii in seguito un leggiero sospetto, che forse esser potesse un nuovo astro. La sera del tre il mio sospetto divenne certezza, essendomi assicurato che essa non era Stella fissa. Nientedimeno, avanti di parlarne aspettai la sera del 4, in cui ebbi la soddisfazione di vedere, che si era mossa colla stessa legge che tenuto aveva nei giorni precedenti.” Anche se le osservazioni di Piazzi lo portarono verso la scoperta di un nuovo pianeta, nelle pubblicazioni ufficiali, l’autore fu molto più prudente ma la corrispondenza qui pubblicata, dimostra come contemporaneamente, il dibattito epistolare con Oriani, fosse molto vivo ed in esso si sbilanciasse molto di più che sui canali ufficiali: “Avevo annunciato questa stella come una cometa, ma poiché non è accompagnata da alcuna nebulosità, e inoltre il suo movimento è così lento e piuttosto uniforme, mi è venuto in mente più volte che potesse essere qualcosa di meglio di una cometa”. Prima rara edizione, un solo esemplare censito in ICCU. Rif. Bibl.: IT\ICCU\TO0\0627765.
140 euro
54) PRIME EDIZIONI COSMO SPAZIO VUOTO FISICA
Paganini Carlo Pagano,
Dello Spazio saggio cosmologico,
Pisa, Tipografia Nistri, 1862
In 8°; (2), 58, (2) pp. Brossura editoriale azzurra con titolo in nero entro quintupla cornice in nero al piatto anteriore. Esemplare in ottime condizioni di conservazione ed ancora in barbe. Prima edizione in forma singola (lo scritto era già comparso negli “Annali dell’Università Toscane, T. VII), non comune, di questo scritto del noto filosofo lucchese, Carlo Pagano Paganini (Lucca, 28 gennaio 1818 – Pisa, 6 novembre 1889). Professore all’Università di Lucca prima e di Pisa, poi, fu uno strenuo difensore della dottrina rosminiana anche quando questa, fu fortemente attaccata da vari ambienti ecclesiastici. L’opera è un dottissimo trattato dedicato al concetto di “spazio” ed alla “qualità” di esso arrivando a dibattere se lo “spazio” sia un concetto reale vuoto o meno. Opera rara e curiosa di interesse cosmologico, filosofico e fisico.
50 euro
55) ILLUSTRATORI ARTE PRIME EDIZIONI GRAFICA ART NOUVEAU SECESSIONE LIBERTY
Karten und Vignetten nach federzeichnungen von F. Stuck, herausgegeben von Martin Gerlach, zweite billigere ausgabe mit 51 kunsttafeln.
Wien, Gerlach & Schenk verlag fur Kunst und Gewerbe, s. data (ma 1886)
In folio (44,5×32,5 cm); 52 cc. Cartella editoriale in mezza tela con i piatti foderati in carta azzurra con titolo in nero al piatto anteriore. Completo. Prima rara edizione di questa raccolta di tavole del celebre pittore simbolista-espressionista, scultore, illustratore e architetto tedesco, Franz von Stuck (Tettenweis, 23 febbraio 1863 – Monaco di Baviera, 30 agosto 1928). Nel 1892 fu tra i fondatori del movimento artistico della “Secessione” di Monaco divenendo uno degli antesignani dell’Art Nouveau (Jugendstil in Germania). Stuck, formatosi a Monaco dove seguì la Scuola di arti decorative, il Politecnico (1882-84) e infine l’Accademia (1885-89), divenne presto celebre per alcune vignette comparse sulla nota rivista, Fliegende Blätter. Nel 1889 con la fama raggiunta riuscì ad organizzare una mostra delle sue opere, ispirate dai lavori di Arnold Bocklin, al Glaspalast di Monaco di Baviera. Con la nascita del movimento “Secessione” di Monaco divenne la figura di riferimento dello stesso raccogliendo introno a se numerosi artisti fuoriusciti dalle accademie d’arte a causa delle troppo rigide regole estetiche in esse imposte. Fu apprezzato architetto che rielaborando il concetto decorativo neoclassico arrivando anche a vincere la medaglia d’oro all’Esposizione Universale di Parigi del 1900 per il suo progetto la “Villa sul Mare”. Intorno al 1910 la sua fama iniziò a scemare anche se la sua mostra monografica alla Biennale di Venezia venne molto apprezzata da artisti come Kandinskij, Klee e Albres (autori che fra l’altro erano stati allievi di Stuck). Celebri sono i suoi combattimenti fra centauri. L’opera qui presentata venne realizzata da Stuck nel corso di alcuni anni e raccoglie numerose sue invenzioni grafiche, tipiche del suo stile e dei temi da lui trattati. Opera rara a reperirsi ed in buone-ottime condizioni di conservazione. Rif. Bibl.: Franz von Stuck – Die Sammlung des Museums Villa Stuck, bearb. v. Barbara Hardtwig, München 1997, S. 226, Bibliographie.
350 euro
EPHEMERA
56) CARTE DA GIOCO ROMA RARITA’ CURIOSITA’ ASTUCCIO INCISO
Mazzo di carte realizzato a metà del XIX° secolo completo in bell’astuccio coevo
Roma, “L. Angeli”, metà del XIX° secolo.
In 16° (); 52 carte. Doppio astuccio con ricchi fregi in oro e a secco ai piatti di tutte e due le custodie ed al margine inferiore di una delle custodie. Su uno degli astucci è presente la scritta “Roma, L. Angeli”. Le carte, non presentano ne’ il nome del produttore ne’ la marca del pagamento di tassazione. Le 52 carte si presentano in buone condizioni di conservazione anche se alcune di esse, in particolare nelle carte contenenti le figure (a colori), sono in parte scolorite, probabilmente per qualche errore di progettazione delle stesse. Una carta presenta una piccola mancanza al margine esterno. I segni si trovano riprodotti anche sui due lati di una facciata di ogni carta, innovazione che venne realizzata a metà del XIX° secolo, per tenere le carte ravvicinate a ventaglio con una sola mano e controllarle comunque tutte (in precedenza le carte si distribuivano e si leggevano tra le due mani). Le carte presentano con figure simmetriche “a due teste” in modo che le carte risultino sempre nella “giusta direzione” e non necessitassero di essere rimesse dritte, dando all’avversario qualche indicazione sul numero delle figure presenti nella propria mano. Questa innovazione che è propria di questi anni, portò alla necessità di non realizzare più figure intere nelle carte e così le figure si trovano tagliate a metà come ancora oggi si fa. Al recto della carta è presente una scena di due uccellini su un ramo. Dato che le carte si presentano patinate su ambedue le facciate è probabile che anche questa innovazione abbia portato a realizzare questo mazzo con un procedimento non ancora perfezionato e da qui il difetto di colore alle figure. Raro e fine mazzo di carte di probabile manifattura romana.
180 euro
57) CALZOLAIO PANETTIERI BARISTI OSTE CAFFETTERIE BAR CLIENTI INSOLVENTI RARITA’ BIBLIOGRAFICA CURIOSITA’ CICISBEI
Anonimo,
Dialogo fra un Calzolajo, un pannicolo e un caffettiere.
S. luogo, S. stampatore, S. data (ma 1810 circa)
In 4° (23×15 cm); IV pp. Brossura editoriale con titolo impresso in nero al piatto anteriore entro cornice xilografica che si presenta, anche al dorso. Esemplare in barbe ed in ottime condizioni di conservazione. Rarissima pubblicazione estemporanea, nessun esemplare censito in ICCU, di questo “dialogo” fra un calzolaio, un panettiere (pannicolo) ed un oste (caffettiere) che in questo dialogo discutano dei clienti non pagatori e di alcuni, apparente facoltosi, che con scuse non pagano, anche, come alcuni “cicisbei” che garantiscono per le loro signore e poi scompaiono dopo aver detto “Pagherò io”, parole consolanti per i commercianti anche quando, questi san bene essere solo parole al vento. Il dialogo si conclude con l’intenzione del calzolaio e del panettiere di andare all’Osteria ed esser loro questa volta a dire “Pagherò io”.
55 euro
58) CARTE GEOGRAFICHE ITALIA CARTOGRAFIA GEOGRAFIA CUSTODIA MAPPE MAPPA
Stucchi Stanislao,
Carta Geografica Statistica Postale dell’Italia di Stanislao Stucchi, Milano, Corretta ed aumentata nel 1831.
Milano, Presso li Frat.li Bettalli C: del Cappello, 1831
90×77 cm; Grande carta più volte ripiegata, applicata su tela e conservata entro custodia in cartoncino foderata con bella carta in cartoncino coevo. La carta presenta i confini delle varie zone, ripresi a colori. Prima edizione di questa carta d’Italia riveduta e corretta rispetto alle precedenti versioni, stampata a Milano dai Fratelli Bettelli e realizzata dal noto cartografo ed incisore nato nel 1780 ed attivo a Milano fino alla prima metà del XIX° secolo, Stanislao Stucchi. La carta si presenta in buone-ottime condizioni di conservazione e completa della sua custodia in cartoncino foderato, coevo. Rif. Bibl.: Archivio di Stato di Torino, A.38 P.1 n.63.
140 euro
59) STORIA DELLA FOTOGRAFIA POSTUMIA SLOVENIA ADELSBERG FOTOGRAFIA RITOCCATA A MANO PUBBLICITA’
Fotografia ritoccata su vetro delle Grotte di Postumia.
R. R. Grotte di Postumia (Adelsberga), Presso Trieste (Venezia-Giulia), Negative e Diapositive M. Cappelli, Milano, A. Villa -Trieste. S. data (ma 1910 circa)
44×34,5 cm la cornice; firma al lato destro basso dell’opera. La foto si trova su vetro, opacizzato al recto ed è stata colorata a mano con qualche tecnica di coloritura. Rarissima grande fotografia a colori pubblicitaria delle Grotte di Postumia. Nella fotografia, visibile solo con una fonte di luce che la illumini al recto, è riprodotta la passeggiata all’interno delle grotte con ben visibile il sentiero e al ringhiera di ferro. Le Grotte di Postumia, sono un complesso carsico che si trova in Slovenia e sono situate nella periferia di Postumia (antico nome tedesco Adelsberg) e sono composte da quasi 21 km di gallerie e caverne. Le grotte divennero luogo di visita già dal XIII secolo anche se le prime descrizioni delle grotte risalgono al 1689 quando Johann Weichart Valvasor pubblicò la sua opera “Gloria del Ducato di Carniola”. Nel 1818, lo speleologo, Luka Čeč scoprì la parte di grotte che sarebbero poi diventate la parte principale del percorso turistico. Risale al 1872 la rete ferroviaria a scartamento ridotto che si inoltra all’interno delle grotte e che ne caratterizza ancora oggi, il percorso turistico e che ne fanno l’unico sistema di grotte naturali che possiede al suo interno, una ferrovia. Nel 1884 venne introdotta, anche, la corrente elettrica che permise l’illuminazione delle grotte. Nel 1918, Postumia venne annessa all’Italia e questo portò ad un notevole incremento del turismo grazie all’opera di Luigi Vittorio Bertarelli. Rarità fotografica.
200 euro
60) LIBERTY ARREDAMENTO DESIGN APPAREILS CAMPIONARI LAMPADARI ALBUM
Album campionario per lampadari liberty
RF
Appareils D’Eclairage, supplement 1932
Paris, Phototypie L. Repin, Dubois & Cie, S. data (ma 1933)
In oblungo (32,5×24,5 cm); 14 cc. Brossura editoriale in amaranto con titolo impresso in nero al piatto anteriore. Bellissimo campionario parigino di lampade e lampadari Liberty. Ogni scarta presenta innumerevoli esempi di lampadari e lampade realizzare in La stampa è realizzata dalla Photypie L. Repin, Dubois & Cie. Esemplare in ottime condizioni di conservazione. Molto raro, non è stato possibile reperire nessun riferimento bibliografico.
80 euro
61) GENOVA PORTO CALATA GADDA GALATA GADDA FRIGORIFERI CELLE FRIGORIFERE ARCHITETTURA INDUSTRIALE PORTUALE STORIA LOCALE LIGURE LIGURIA
Album fotografico di fotografia industriale
S. A. Magazzini Frigoriferi Maggi, Stabilimento Galata Gadda, Genova
S. data (ma 1910 circa)
In oblungo (35×25 cm); 18 cc. Legatura editoriale con titolo in oro e secco e fotografia di stemma della ditta applicato, al piatto anteriore. Cordoni che tengono unita l’opera. L’opera descrive con bellissime foto gli stabilimenti frigoriferi Maggi di Calata Gadda a Genova. I magazzini si affacciavano sulla grande piazza di Calata Gadda direttamente affacciati sul mare e illustrano, anche, diversi scorci del porto di Genova come i tapis-roulants per lo scarico dei piroscafi, i piroscafi ormeggiati alla banchina dove si trovavano le celle frigorifere oltre che la sale macchine, il piano di carico con i dettagli delle Norie e Scivoloni, il piano di carico con il vagone frigorifero, i montacarichi, i vagoni frigoriferi, i corridoi e le celle frigorifere. Calata Gadda, divenuta oggi un punto di grande interesse turistico con l’innovativo Museo Marittimo, fu all’inizio del novecento, uno dei cuori pulsanti delle attività commerciali che si svolgevano nel porto di Genova. Opera rara ed in ottime condizioni di conservazione.
200 euro
62) FOTOGRAFIA STEREOSCOPICA STEREOSCOPIA DEMONI DIAVOLO INFERNO DIABLERIES PHOTOGRAPHIE STEREOSCOPIE STEREOSCOPY SATANA GASTRONOMIA CULINARIA GASTRONOMY
Carta stereoscopica della serie “Diableries”
- Un Souper Chez Satan
Paris, “B.K. Photographie Paris”, s. data (ma 1860-70 circa)
17,7×8,8 cm. Bellissima scena stereoscopica facente parte della rarissima serie detta delle “Diableries” realizzata intorno al 1860-70. Esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Questa carta ricostruisce la scena di una cena insieme a Satana all’Inferno con demoni, donne e scheletri che pasteggiano e bevono intorno ad una tavola imbandita. Dietro a Satana una donna seminuda suona un’arpa. Esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Queste affascinanti e rare fotografie stereoscopiche vennero realizzate in Francia a partire dal 1860 circa e furono realizzate fino alla fine del XIX° secolo. Le carte raffigurano un intero immaginario sotterraneo, popolato da diavoli, satiri e scheletri intenti nella maggior parte dei casi a divertirsi o impegnati in lavori tipicamente umani. Le carte sono vere e proprie opere d’arte in sé. Conosciute come “french tissues”, furono ideate appositamente per consentire loro di essere visualizzate (in apparecchi stereoscopici) con un gioco di luci che trasformava, quando colpite da una luce diretta, le vedute in bianco e nero, in animate scene a colori tridimensionali. Rappresentarono all’epoca della loro realizzazione un importante innovazione visiva. La fotografia che riproduceva il reale era ora capace di mischiare finzione e realtà creando delle scene che a chi le guardava potevano sembrar esser prese dal vero. Le scenografie erano realizzate con grande umorismo tanto che si possono in parte considerare come le antesignane dei mondi fantasiosi realizzate per il cinema da Georges Méliès sul finire del XIX° secolo. Le scene raffiguranti queste “Diableries” furono realizzate con grande abilità artistica e artigianale in argilla da un piccolo gruppo di scultori che riuscirono a rendere estremamente veritiere le scene realizzate. Poste poi su un tavolo le opere venivano fotografavate con una macchina fotografica speciale ideata per realizzare stereoscopie. Le fotografie venivano poi impresse su carta all’albumina molto sottile. Il recto dell’albumina veniva poi in parte colorata. Un sottile velina veniva poi applicata dietro alle stesse per rendere i colori visibili solo quando la foto si trova con una fonte di luce al recto. Dei piccoli forellini venivano poi aggiunti per aumentare l’effetto visivo in corrispondenza degli occhi dei demoni e degli scheletri o in corrispondenza dei lampioni, lampadari e fuochi. Rarissima.
120 euro
63) FOTOGRAFIA STEREOSCOPICA POMPIERI STEREOSCOPIA DEMONI INFERNO POMPIERS DIABLERIES PHOTOGRAPHIE STEREOSCOPIE STEREOSCOPY
Carta stereoscopica della serie “Diableries”
- Les pompiers de l’enfer
Paris, ” B.K. Photographie Paris”, s. data (ma 1860-70 circa)
17,7×8,8 cm. Bellissima scena stereoscopica facente parte della rarissima serie detta delle “Diableries” realizzata intorno al 1860-70. Questa carta immagina il lavoro dei pompieri dell’inferno. Esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Queste affascinanti e rare fotografie stereoscopiche vennero realizzate in Francia a partire dal 1860 circa e furono realizzate fino alla fine del XIX° secolo. Le carte sono vere e proprie opere d’arte in sé. Conosciute come “french tissues”, furono ideate appositamente per consentire loro di essere visualizzate (in apparecchi stereoscopici) con un gioco di luci che trasformava, quando colpite da una luce diretta, le vedute in bianco e nero, in animate scene a colori tridimensionali. Rappresentarono all’epoca della loro realizzazione un importante innovazione visiva. La fotografia che riproduceva il reale era ora capace di mischiare finzione e realtà creando delle scene che a chi le guardava potevano sembrar esser prese dal vero. Le scenografie erano realizzate con grande umorismo tanto che si possono in parte considerare come le antesignane dei mondi fantasiosi realizzate per il cinema da Georges Méliès sul finire del XIX° secolo. Le scene raffiguranti queste “Diableries” furono realizzate con grande abilità artistica e artigianale in argilla da un piccolo gruppo di scultori che riuscirono a rendere estremamente veritiere le scene realizzate. Poste poi su un tavolo le opere venivano fotografavate con una macchina fotografica speciale ideata per realizzare stereoscopie. Le fotografie venivano poi impresse su carta all’albumina molto sottile. Il recto dell’albumina veniva poi in parte colorata. Un sottile velina veniva poi applicata dietro alle stesse per rendere i colori visibili solo quando la foto si trova con una fonte di luce al recto. Dei piccoli forellini venivano poi aggiunti per aumentare l’effetto visivo in corrispondenza degli occhi dei demoni e degli scheletri o in corrispondenza dei lampioni, lampadari e fuochi. Rarissima.
140 euro
64) RAFFAELLO POMPEIANE SERIE COMPLETA ORE DEL GIORNO E DELLA NOTTE
Raffaello Sanzio, Jacques Louis Petit,
Le ore del giorno e della notte, Serie completa di 12 tavole.
S. luogo (ma Paris), Alexandre Richome, Beaublé Fils. Sculp., S. data (ma 1803 -1806)
42,5×28,5 cm; rarissimo insieme di tutte e 12 le tavole tratte dalle “Ore del giorno e della notte” di Raffaello Sanzio. Testo in italiano sotto ogni incisione. Bellissima e fine coloritura coeva. Ogni tavola è inserita in una cornice ottocentesca con intarsi in osso. La maggior parte delle stampe presenta una lieve scritta a matita, chiaramente coeva, con le indicazioni dei colori da utilizzare per colorare la stampa. A parte i difetti sotto riportati, le stampe so presentano in buone condizioni.
Qualche difetto
Ora prima di Giorno: una piccola mancanza all’angolo alto. Due piccoli segnetti di piega ai margini, ininfluenti.
Ora seconda di Giorno: due piccoli, ininfluenti, strapetti al margine esterno, senza perdita di carta.
Ora terza di Giorno: Piccole mancanza di carta agli angoli, nel margine esterno bianco e ai lati della stampa, non particolarmente significativi.
Ora quarta di Giorno: qualche piccola mancanza di carta al margine esterno bianco, ed una piccola mancanza di carta che tocca la parte esterna, non particolarmente significativo.
Ora quinta di Giorno: un lievissimo difetto con piccolissima perdita di carta al margine alto ed uno strappetto senza perdita di carta al margine esterno, tutti e due ininfluenti.
Ora sesta di Giorno: Lievi mancanza di carta al margine esterno bianco ed uno strappetto abilmente restaurato, non particolarmente significativi.
Ora prima di Notte: Piccole mancanza di carta ai margini esterni bianchi, uno strappo senza perdita di carte restaurato abilmente.
Ora seconda di Notte: due piccole mancanze al margine basso bianco, ininfluenti
Ora terza di Notte: Mancanza di circa un centimetro di carta al margine alto.
Ora quarta di Notte: una piccola mancanza all’angolo alto destro, uno strappetto senza perdita di carta abilmente restaurato. Mancanza nella parte bassa della stampa (immagine completa), quella parlata dove però è stata conservata, proprio, la parte parlata.
Ora quinta di Notte: due piccolissime mancanze al margine basso bianco, ininfluenti.
Ora sesta di Notte: immagine completa, manca la parte bassa parlata che è stata anticamente integrata a mano riprendendo la scrittura delle altre incisioni. Un piccolissimo forellino al margine alto al centro, probabilmente dove la stampa era stata attaccata.
Raffaello si ispirò per la realizzazione di questa serie da originali, reperiti a Pompei e conservati presso il Museo di Napoli (come visibile sulla collezione On-line dell’Harvard College). La serie edita da Beaublé è reperibile e consultabile, in alta definizione, presso il sito del British Museum.
Le figure femminili drappeggiate, si sviluppano su uno sfondo scuro. In basso ogni incisione presenta un’immagine con animali, piante e ed oggetti di chiaro gusto pompeiano. Le tavole sono rare ma rarissimo è trovare un set completo.
2.200 euro
2° PARTE
65) LETTERATURA FRANCESE PRIME EDIZIONI ILUSTRATE NUMERATE AQUERELLO ORIGINALE ILUSTRATORE LIBRI D’ARTISTA ESEMPLARI LIMITATI 30 ESEMPLARE
Guy de Maupassant; Nombreuses illustrations en couleurs par Alcide Théophile Robaudi,
Toine, Suivi de Histoire d’une fille de ferme, numbreuses illustrations en couleurs par A, Robaudi.
Paris, Librairie des Amateurs A. Ferroud – F. Ferroud, Successeur, 1923
In 8° (19,5×14,8 cm); (2), 93, (3) e 69 c. di tav. fuori testo con le prove di colorazione delle tavole e una tavola con un acquerello originale del grande Robaudi. Brossura editoriale piatto anteriore, posteriore e dorso conservati entro legatura artigianale di grande qualità, conservata a sua volta entro bel cofanetto coevo foderato in carta marmorizzata, con filetti in pelle zigrinati e interni foderati in raso. Magnifica legatura artigianale coeva in mezza pelle con autore, titolo, anno e ricchissimi fregi liberty al dorso. Ai piatti unghiature in pelle con filetti in oro. Piatti foderati con magnifica carta maculata di colore tendente al verde, ai due piatti. Piatti interni foderati con carta marmorizzata verde di altissima qualità. Taglio superiore riccamente dorato. Legatura realizzata dalla celebre legatoria “Flammarion”. Esemplare in barbe. Esemplare numero 17 (con la firma in iniziali dei due editori) della tiratura di lusso, di soli 30 esemplari “Exemplaires sur Japon, contenant quatre états des illustrations dont un état en noir et une aquarelle originale de A. Rabaudi.”. Le magnifiche illustrazioni a colori sono anticipate dalle stesse tavole stampate in nero, azzurro e con prova di colore. Questo esemplare è uno degli unici 30 che contiene un acquerello originale del grande illustratore francese, Alcide Théophile Robaudi (Nizza 1847 – Parigi 1928) considerato uno dei più celebri illustratori di libri francesi a cavallo del novecento. Robaudi fu allievo dello scultore Gustave Bonardel e di Félix Malard alla scuola di disegno di Nizza continuando, poi, la sua formazione alla Scuola di Belle Arti di Parigi nello studio di Jean-Léon Gérôme nel 1865. Il suo tratto fu, almeno inizialmente, influenzato dal movimento orientalista (nel quale raggiunse il massimo della sua arte nell’illustrazione delle “Mille e una notte”) dal quale, però, si distaccò ben presto per creare uno stile suo del tutto personale ricco di colore e vivacità. La sua bravura lo portò ad essere richiestissimo per l’illustrazione di volumi di lusso da celebri editori come Léon Conquet & L. Carteret, Hachette, Calmann-Lévy, Alphonse Lemerre ed appunto, André Ferroud. Dopo li anni 10′ del novecento divenne, anche, un richiesto cartellonista. Amante della campagna, compose diversi quadri di “idilli” rurali e ritratti di fanciulle normanne nei frutteti. Quella qui presentata è la prima tiratura della più bella edizione di una delle più belle opere del grande romanziere, reporter di viaggio, saggista, drammaturgo e poeta francese, Henri-René-Albert-Guy de Maupassant (Tourville-sur-Arques, 5 agosto 1850 – Parigi, 6 luglio 1893) considerato fa i padri del racconto moderno. Imparentato con Gustave Flaubert, venne fortemente influenzato da questi che lo prese sotto la sua ala protettrice e lo introdusse negli ambienti letterari parigini. Grazie Flaubert, il giovane Guy conosce Ivan Turgenev, Zola, Goncurt e molti rappresentanti della scuola realista e naturalista. Nel 1876 pubblicò un romanzo “Au bord de l’eau” con lo pseudonimo di Guy de Valmont, ottenendo un certo successo che lo
incorragiò a portare avanti la sua produzione letteraria alla quale affianca l’attività di collaborazione con diverse importanti testate giornalistiche francesi come Le Figaro, Gil Blas, Le Gaulois e L’Écho de Paris. Nel 1877 gli viene diagnosticata la sifilide che però, non solo non cura ma sfrutta per alimentare la sua leggenda di autore maledetto ed antiborghese. La malattia, in realtà, lo segnerà profondamente. Nel 1880 esce nel volume collettivo con scritti di Huysmans, Alexis, Céard e Hennique, “Le serate di Médan”, lo scritto di Guy “Boule de Suif”, racconto che Flaubert definì “un capolavoro destinato a durare nel tempo” e che ottenne un immediato e straordinario successo. Da questo momento in poi, Maupassant divenne sempre più centrale nella scena letteraria francese, divenendo uno dei romanzieri più importanti del mondo con romanzi come “Bel Ami” o “Une Vie”. Verso la fine degli anni 80′ dell’ottocento, inizia a soffrire di febbri intermittenti, gravi problemi fisici dovuti alla progressione della sifilide. All’inizio del 1891 soffre febbre, cancro alla prostata e dolori di ogni genere che culminano in transitorie paralisi. Il grande scrittore inizia anche a dare segni di forti problemi psichici
quali amnesie, allucinazioni, difficoltà di ragionamento. La sofferenza è enorme e non trova medicinali che gli possano dare conforto. Consapevole, a tratti della sua condizione, alla fine del 1891 redige il suo testamento con il quale lascia in eredità i suoi beni alla figlia del fratello Hervé. All’inizio del 1892 tenta il suicidio ed in seguito a questo, viene quindi internato nella clinica Maison Blanche di Passy. Non uscirà mai più da qui. Le crisi epilettiche sono sempre più forti mentre segni di squilibrio e di demenza lo portano verso una paralisi progressiva tipica degli ultimi stadi della sifilide. Il 6 marzo 1893 va in scena la sua ultima commedia: La paix du ménage. Il 28 giugno entra in coma. Muore di neurosifilide, a 42 anni, il 6 luglio 1893l. Le pratiche funerarie vengono seguite da Dumas figlio mentre Zola legge una sua commemorazione durante la cerimonia funebre. L’opera qui presentata venne pubblicata da Moupassant sul quotidiano Gil Blas, il 6 gennaio del 1885 ed è un racconto nel quale in forma di farsa “normanna”, l’autore critica la gretta mentalità contadina. L’assurda storia narra della vita del protagonista l’oste Toine, ragazzo allegro ma amante della grappa e della buona tavola che a causa di un attacco di paralisi è costretto a letto. Il protagonista a causa delle sue condizioni non può più lavorare. La moglie allora ha un’idea folle: visto che il marito è paralizzato ed è così inutile dicedi di usarlo per covare le uova dato che l’unica cosa utile che fa è produrre un po’ di caldo. Rarissimo esemplare in perfette condizioni di conservazione, in legatura artigianale firmata e con un acquerello originale del grande illustratore Alcide Théophile Robaudi.
1.200 euro
66) ART NOUVEAU LIBERTY ILLUSTRATI LIBRI IN TIRATURA LIMITATA
Uzanne Octave, Henri Caruchet illustrator,
Voyage autour de sa chambre. Illustrations de Henri Caruchet, gravées à l’eau-forte par Frédéric Massé.
Paris, H. Floury, pour les Bibliophiles indépéndants, 1896
In 4° grande (26×18,8 cm); (4 b.), (4), 34, (4), 34, (2), (4 b.) pp. Legatura della prima metà del XX° secolo in mezza-pelle con dorso a due nervi. Esemplare in ottime condizioni di conservazione. Titolo, autore, anno d’edizione e fregi in oro al dorso. Doppio filetto in oro ai piatti. Piatti foderati con tela amaranto. All’interno, alla fine del volume, conservato il frontespizio della brossura originale illustrata da Henry Thiriet in blu e oro. Magnifica edizione in tiratura limitata di soli 210 esemplari dedicati ai sottoscrittori, il nostro esemplare è il numero 59 dedicata al noto collezionista “Laurent Gerin” il cui nome è scritto sotto la numerazione nel posto dedicato al sottoscrittore. Prima edizione di questa sontuosa versione di quest’opera di Octave Uzanne (apparve per la prima volta nel Calendrier de Vénus del 1880, pp. 127-150), illustrata da Henri Caruchet. L’opera presenta le prime 34 tavole a colori e a seguire, la ripetizione delle stesse 34 tavole iniziali, senza testo, in bianco e nero. Prima edizione di questo celebre componimento del grande bibliofilo, letterato, poeta e giornalista francese, Octave Uzanne (Auxerre, 14 settembre 1851 – Saint-Claud, 31 ottobre 1931). L’opera rappresenta una delle opere più rare di Uzanne e le tavole vennero distrutte una volta che l’opera venne stampata. L’opera rappresenta l’apice di un certo tipo di produzione bibliografica parigina della fine dell’ottocento ed il trionfo dello stile Art Nouveau. Il volume presenta le illustrazioni del grande illustratore di libri francese, pittore, acquarellista e poeta francese, Henri Émile Caruchet (4 dicembre 1873 Bar-sur-Seine – 2 febbraio 1948 Paris), fra i massimi esponenti del primo liberty. Il testo è stato calligrafato da Antoine Barbier e trasferito all’acquaforte sulla carta. Le composizioni di Caruchet incorniciano il testo. Tutte le pagine furono colorate a mano sotto la direzione di Octave Uzanne che si interessò personalmente al colore di ogni illustrazione. Il volume proviene dai torchi di A. Maire, tipografo calcografico di Parigi. Le illustrazioni di Caruchet per quest’opera, sono considerate, insieme a quelle che realizzò per Byblis (1901) di Pierre Louÿs il capolavoro di Henri nel quale il suo stile liberty-simbolista raggiunge il suo apice. Le cornici che contengono il testo, miniate da Caruchet, sono perfetti esempi di alcuni temi “decadenti” dell’Art Nouveau, sebbene alleggeriti da forme botaniche delicate ed eleganti. Alcune tavole contengono immagini simboliche come un topo, un pipistrello, un fauno o un fenicottero. L’impegno che Uzanne infuse nella realizzazione di quest’opera nasce dal grande amore dell’autore per i libri di grande valore artistico, passione che gli fu
trasmessa, quando finiti gli studi di legge, conobbe alla Biblioteca dell’Arsenal, il grande studioso e bibliofilo, Paul Lacroix. Proprio questa passione di Uzenne per la stampa d’arte lo portò a fondare nel 1889, con altre 160 persone, la “Société des bibliophiles contemporains” che in seguito diviene la “Société des bibliophiles indépendants”. L’editore che stampò più opere legate al lavoro della “Société” fu proprio l’editore Henri Floury. Uzanne, uomo di finissimo gusto, pubblicò romanzi, libri fantasy, opere dedicate alla moda femminile e recensioni di letteratura. Le sue pubblicazioni, proprio per la passione di Uzanne per i libri, sono spesso in tiratura limitata e dall’altissimo valore artistico. Grande viaggiatore, si deve ricordare di lui anche un celebre evento di cronaca che all’epoca dei fatti fece molto scalpore. Gustave fu uno dei testimoni di Jean Lorrain nel suo duello a Meudon contro Marcel Proust il 6 febbraio 1897. Vicino agli ambienti Liberty e Simbolisti Octave scelse come illustratore di questo libro Henri Caruchet, proprio, per il suo stile impregnato da ambedue gli stili tanto in voga all’epoca. Uzanne anche amico di altri celebri illustratori con i quali collaborò quali Jean Lorrain, Barbey d’Aurevilly, Remy de Gourmont e Albert Robida. Lo scrittore francese prese ispirazione per quest’opera dal titolo di un celebre scritto “romantico” edito nel 1790 dall’ufficiale francese, Xavier de Maistre punito con 42 giorni di consegna nei propri alloggi dopo un duello. Scriveva de Maistre “Secondo i calcoli di padre Beccaria la mia stanza si trova al 45° grado di latitudine; va da levante a ponente; se si cammina rasente ai muri forma un quadrato di trentasei passi di perimetro. Il mio giro però ne conterà molti di più, perché spesso l’attraverserò in lungo e in largo, ma anche in diagonale, senza una regola o un metodo. – Camminerò anche a zigzag e, se necessario, traccerò tutte le linee previste in geometria.”. Come il soldato anche l’amante de la “Chambre” si trova rinchiuso, anche se per ragioni diverse, in una stanza anche se
probabilmente, la stanza di Uzanne è una stanza meno materiale, una stanza dei ricordi, dalla quale l’autore non riesce ad allontanarsi. Lo scritto di Uzanne è, però, rispetto a quella di De Maistre, qualche cosa di completamente nuovo e diverso. Esso è pervaso da una sensualità tipica della cultura Liberty e ancor di più, dei sogni e dalla personalità di Uzanne. Come indica in modo abbastanza esplicito, l’autore nel sottotitolo, “Réminiscence”, è un testo autobiografico nel quale Octave ricorda il suo primo amore quando aveva diciotto anni, non un amore qualsiasi ma un amore per una donna unica, morta nel fiore degli anni. Scrive Uzanne: “Une ancienne chanson d’amour voltige dans la solitude ; dans ce nid charmant où l’on était si bien à deux, il ne reste que des rêves de volupté indécise et la sarabande enlaçante, mystérieuse et sinistre des souvenirs, ces revenants de l’âme qu’on évoque, qu’on chasse et qu’on appelle encore.”. Lo scritto è un racconto di “caresses friponnes d’autrefois”. L’amore che contraddistingue il racconto è un’amore mortale e mortifero: “quand je jetai mon cœur dans ton âme avec la furie des désirs qui se cabrent et l’impétuosité des prurits cuisants, quand je m’agenouillai pour la prime fois devant ta beauté absorbante, quand nos lèvres allangouries se donnèrent la becquée divine, alors, j’aurais dû cesser de vivre ; j’étais Dieu dans la Création !.”. I sogni dell’amato vengono cancellati dalla morte improvvisa dell’amata “O la seule amante aimée, je reviens chaque jour faire ce tendre voyage autour de ta chambre”. Per capire quale ruolo rivesta questa componimento per Uzanne basterebbe forse leggere l’introduzione che lo scrittore francese, antepose al suo volume “Le Calendrier de Vénus” nel quale la “Chambre” venne presentata per la prima volta: “Que le Calendrier de Vénus devienne l’Annuaire des Grâces, ou qu’il s’en aille sur les quais de la Seine, tenir compagnie aux charmants Almanachs des Muses – peu m’importe ! – je n’y mets point de coquetterie d’auteur. Ces pages m’ont causé plus de bonheur intime à concevoir et à écrire que les délicats eux-mêmes n’éprouveront jamais de contentement passager à les lire. – Ceux qui, comme moi, ont produit dans l’amour et avec l’enthousiasme des lettres, me comprendront. Il ne reste aux autres qu’à me porter envie. – C’est peut-être déjà fait. – Je les plains”. Prima edizione in questa versione illustrata considerata uno dei capolavori bibliografici del primo Liberty, in ottime condizioni di conservazione. Rif. Bibl.: Carteret,V, p. 190; Benezit, III, p. 309 descrive quest’opera come “il a traité l’illustration de ces ouvrages dans un style floral délirant, caractéristique de l’Art Nouveau”.
1.700 euro
67) ILLUMINISMO PRIME EDIZIONI ITALIANE FILOSOFIA VOLTERIANA NEUTONIANA NEWTON VOLTAIRE LAIBNIZ
Voltaire Francois Marie Arouet de,
La Metafisica di Neuton o sia parallelo de’ sentimenti di Neuton e di Leibnitz. Opera di M. di Voltaire tradotta dall’idioma francese e dedicata al merito singolare dell’illustrissimo e reverendissimo signor marchese Gabbriello Riccardi Suddecano della Metrapolitana Fiorentina.
In Firenze, Per Gio. Battista Bruscagli e Compagni all’Insegna del Centauro, 1742
In 4° (17,5×11,5 cm); XII, 66, (2) pp. Cartoncino molle coevo d’attesa con rinforzo in carta marmorizzata coeva. Esemplare in barbe. Tre piccole pecette antiche di rinforzo al margine esterno bianco delle prime tre carte a chiudere un piccolo buchetto ed a rinforzare la carta, ininfluenti. Un piccolo alone la margine interno bianco di una carta, anche questo ininfluente. Nel complesso esemplare in buone condizioni di conservazione. Dedicatoria al Suddiacono della Metropolitana di Firenze, Gabbriello Riccardi. Prima edizione di questo celebre scritto che mette in parallelo l’opera di Newton e di Leibnitz, compilato dal grande filosofo, drammaturgo, storico, scrittore, poeta, aforista, enciclopedista, autore di fiabe, romanziere e saggista francese,Voltaire Francois Marie Arouet de (Parigi, 21 novembre 1694 – Parigi, 30 maggio 1778), padre dall’illuminismo. Voltaire che partecipò alle esequie di Newton e del quale aveva conosciuto abbastanza bene il pensiero durante il suo esilio inglese, approfondì lo studio dell’opera dello scienziato inglese, insieme all’opera di Leibnitz, a partire dal 1728, quando la nobildonna sposata Madame du Châtelet, divenuta sua amante, lo nascose nella sua casa di campagna a Cirey, nello Champagne. La biblioteca della Châtelet conteneva 21.000 volumi e fu proprio qui, insieme alla sua compagna che Voltaire affinò le sue conoscenze sul pensiero scientifico e filosofico dei due celebri personaggi anche grazie all’aiuto della Châtelet. Di Newton l’illuminista apprezza in modo particolare, le sue teorie dell’ottica e quelle della gravità che espose in un noto volume “Elémens de la philosophie de Neuton” edito nel 1738 e tradotto in italiano nel 1741. L’opera uscita nel 1738 trattava in modo particolare la teoria della luce e che quella della gravitazione elaborate da Newton. Poi nel 1740, Voltaire scrisse un nuovo libello che andava in qualche modo ad integrare lo scritto del 1738, gli “Suivis De La Métaphysique De Neuton ou Parallèle des Sentiments De Neuton et De Leibnitz”. In quest’opera Voltaire, raccolse diverse dotte riflessioni su un parallelismo fra alcuni basilari concetti della filosofia di Newton e quella di Leibnitz come lo spazio e la durata come proprietà di Dio, la libertà di Dio e dell’uomo, la Religione Naturale, l’anima ed il modo come questa rimane unita al corpo, i primi principi della materia, la natura degli elementi o delle monadi e la “forza attiva”. Questo scritto venne, in seguito, aggiunto agli “Elémens de la philosophie de Neuton”. Qui è presentata la prima edizione italiana dello scritto come traduzione della prima edizione francese del 1740. La traduzione è opera Felice Maria Niccolò Stanislao Meucci. Rif. Bibl.: IT\ICCU\LUAE\005469.
350 euro
68) SICILIA MESSINA PALERMO PRIME EDIZIONI CANTI POPOLARI VILLE VENETE TREVISO TASSONI
Canti scelti del popolo siciliano posti in versi italiani ed illustrati da L. Lizio-Bruno, Professore di Letteratura nel Regio Liceo Maurolico, Membro della R. Commissione pei testi di lingua. Aggiuntovi una traduzione francese di anonimo autore.
Messina, Tipografia D’Amico, Piazza del Duomo, 1867
In 8° (21,4×14 cm); (2 b.), XIII, (4), 18-131, (1), (2 b.) pp. Legatura coeva in mezza-tela rossa con piatti foderati con carta marmorizzata coeva. Firma ottocentesca privata manoscritta al margine alto del frontespizio. Grande e bell’ex-libris inciso su foglietto ed applicato al piatto anteriore che identifica l’esemplare come appartenuto a “Gustavo Tassoni” ragioniere dalla nobildonna Loredana Morosini Gatterburg, proprietaria di Villa Grimani-Morosini-Gutterberg in provincia di Treviso che nel 1900 venne acquistata direttamente da Gustavo Tassoni. Esemplare in ottime condizioni di conservazione. Firma autografa di Bruno Lizio Letterio al recto del frontespizio. L’opera raccoglie diversi canti siciliani scelti dal noto letterato messinese, Letterio Bruno Lizio (Messina 22 aprile 1837 – Palermo 5 febbraio 1908) considerato fra i massimi scrittori messinesi e siciliani della seconda metà dell’ottocento con Cannizzaro e Mitchell. Bruno Lizio fu anche insegnante della poetessa Carmelina Manganaro. Letterio fu autore di diversi scritti di liriche. Fra le sue opere sono da ricordare: Carmi (Messina, 1861); Scritti varii (1865); Canti scelti del Popolo siciliano, posti in versi siciliani ed illustrati (1867); Canti popolari delle Isole Eolie, recati in prosa italiana ed illustrati (1871); L’educatore, racconti, dialoghetti ed apologhi di cui in pochi anni furono fatte numerose edizioni; Tocchi d’arpa (Catania, 1878, Alcune di queste poesie sono state tradotte in tedesco da L. Foglar); Istoria di dolore, carmi (Catania, 1878). All’inizio dell’opera qui presentata si trova un capitolo di “Spiegazione di alcuni vocaboli siciliani leggonsi per entro i canti”, seguono poi canti siciliani divisi per argomenti: Lodi della Bellezza, Amore, Richiami, Lontananza, Cordoglio, Affetti Vari. Le composizioni sono presentate in dialetto siciliano, italiano e francese. Prima edizione in buone-ottime condizioni di conservazione. Rif. Bibl.: Pitrè, “Bibliografia delle tradizioni popolari”, 1630.hhhh–
70 euro
69) LITOGRAFIA BOLOGNA RARITA’ BIBLIOGRAFICA DICOTOMIA BENE MALE DICOTOMIE INCISIONI ALBUM
Il Bene ed il Male, Album Disegnato in Litografia da Lodovico Aureli,
Bologna, Litografia Pancaldi Strada S. Felice N: 188, 1842
In oblungo (40,2×29,3 cm); 1 frontespizio inciso e 30 c. di tav. litografiche numerati con numeri arabi. Legatura coeva in mezza-pelle con titolo e fregi in oro al dorso. Piatti foderati con carta marmorizzata verde. Magnifico e rarissimo album litografico dedicato al “Bene ed al Male” stampata dalla celebre Litografia Pancaldi che fu la prima tipografia bolognese a dedicarsi alla stampa litografica d’invenzione. L’opera riproduce le magnifiche tavole realizzate dal noto pittore bolognese Ludovico Aureli nato a Bolgna il 9 Gennaio 1816 e morto a Bologna il 9 agosto del 1865. Aureli fu pittore ed incisore di discreto successo producendo quadri di ambientazione storica e floreali. Fu insegnante presso l’Accademia Bolognese di Belle Arti. Aureli fu collaboratore della Litografia Pancaldi con la quale realizzò diverse pubblicazione fra le quali, oltre a quella qui presentata, anche, il noto volume “Pinacoteca Pontificia Bolognese, ossia raccolta dei migliori quadri, Francesco Rosaspina, 1857). Con lui collaborarono, anche, Anacleto Guadagnini e Pietro Suppini. L’opera qui presentata è una curiosissima pubblicazione dove Aureli mette a confronto tavole dedicate alla dicotomia del “Bene” e del “Male” attraverso, esempi, dalla vita di tutti giorni o a ai periodi di guerra. Le tavole si presentano in un’unica pagina, una affiancata all’altra ed altre a piena pagina alternate. Lo stile di Aureli venne influenzato dall’arte di Charles-Antoine Vernet del quale ricorda le composizioni e le rappresentazioni degli animali. Questa pubblicazione, completa di tutte le tavole è assai rara, nessun esemplare è censito in ICCU.
380 euro
70) NUMISMATICA MEDAGLIE SAVOIA CASA SAVOIA ZECCA TORINO INCISIONI
Galeani Napione di Cocconato Gian Francesco,
Storia metallica della Real Casa di Savoia
(Torino, Dalla Stamperia Reale, 1828)
In folio (mm. 48×32 cm); (4, compresi titolo inciso da Palmieri su disegno di Boucheron e dedica), VIII, (2) pp., I-XXVII tavole numerate, (56) pp. contenenti la “Spiegazione delle medaglie”. Legatura coeva in mezza pelle con titolo e filetti in oro su tassello rosso al dorso. Qualche lieve segno del tempo e strofinatura ma nel complesso, esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione e praticamente privo delle solite macchioline di foxing presenti in quasi tutti gli esemplari. Il nostro esemplare si presenta anche a fogli ancora in barbe. Prima ed unica edizione di questa monumentale opere dedicata alle medaglie sabaude stampate fino al 1828. Antiporta inciso all’acquaforte dal Palmieri su invenzione del Boucheron. Dopo la dedicatoria e lo scritto di Napione Galeani, seguono le bellissime 27 tavole raffiguranti medaglie con effigi dei Savoia, numerate I-XXVII. Carlo Emanuele III, nel 1757, chiamò Nel 1757 Carlo Emanuele III ordinò al noto incisore Lorenzo Lavy (figlio dell’altrettanto noto Carlo), di realizzare una serie di medaglie, ognuna intesta ad un Sovrano della Real Casa. Lorenzo Levy, apprendista di Andrea Boucheron, perfezionò la sua arte presso l bottega di Thomas Germain, orefice del re di Francia al Louvre. Come ben scrive, Valentina Sapienza nella voce dedicata a Levy nel “Dizionario Biografico degli Italiani” edito da Treccani (Volume 64, 2005) “A Parigi si dedicò allo studio del disegno e del modellato, cui aggiunse, dal 1743, la pratica dell’incisione di monete e medaglie (Cultura figurativa…, III, p. 1456). A consigliarlo in tal senso, con l’obiettivo di fargli guadagnare una professionalità meglio spendibile e più redditizia, fu proprio Andrea Boucheron, con il quale Lorenzo intrattenne una fitta corrispondenza e cui inviò tutti i suoi lavori perché fossero mostrati a corte (Assandria, pp. 214 s.). Il 16 giugno 1745 rientrò a Torino; ma già nell’ottobre successivo raggiunse Roma, provvisto di una pensione mensile di 60 lire, per continuare a perfezionarsi nell’arte dell’incisione (Baudi di Vesme, p. 620). Su interessamento del cardinale Alessandro Albani fu introdotto nella bottega degli Hamerani, incisori presso la Zecca pontificia (ibid.). A Roma si applicò allo studio della medaglistica antica, colmando quel vuoto che la formazione parigina aveva reso inevitabile. Richiamato a Torino nel giugno del 1749 (ibid., p. 622), il 12 novembre dell’anno successivo fu nominato intagliatore di monete e medaglie della Zecca reale con lo stipendio provvisorio di 1000 lire annue, aumentato a lire 1200 nel 1763, quando sostituì completamente il defunto Giovan Battista Donò (ibid., p. 622). […] Un discorso a sé merita la serie di settantasette medaglie della Storia metallica di casa Savoia (Torino, Museo civico di numismatica), iniziata nel 1757 per volere di Carlo Emanuele III e terminata solo quindici anni dopo. Per le invenzioni dei soggetti e delle leggende dei rovesci, Lorenzo fu affiancato dall’abate Francesco Berta, bibliotecario dell’Università. I coni, pagatigli solo 118 lire l’uno, rimasero sconosciuti fino a quando Carlo Felice li fece disegnare da Angelo Boucheron e incidere in rame da Pietro Palmieri per illustrare il volume curato da Giovan Francesco Galeani Napione, Storia metallica della Real Casa Savoia (Torino 1828). La serie fu completata e incisa su interessamento di Luigi Torelli, allora ministro dell’Agricoltura, industria e commercio, in visita alla Zecca nel 1864 (Uomini libri medaglieri, pp. 45-51; Popoff). “. L’opera che qui presentiamo, aveva la doppia finalità diplomatico-storica di creare un dono prezioso da lasciare ai regnanti d’Europa e a personalità eminenti e di creare una collezione che sarebbe, poi, rimasta nel corso del tempo. In realtà, dopo la morte del Duca, per le ingenti spese richieste per la coniazione le medaglie non vennero mai battute. Il progetto finì per qualche tempo nel dimenticatoio, fino a quando, alcune persone vicine al Re Carlo Felice perorò la causa di riprendere e portare a conclusione il piano dell’opera. Fu così contattato l’incisore Pietro Calmieri che finì di realizzare tutte le medaglie, che videro, però, la luce solo nel 1864 quando il ministro dell’Agricoltura, dell’Industria e del Commercio, Luigi Torelli visitò la zecca e casualmente, notò i coni inutilizzati. Interessatosi della cosa, chiese cosa fossero e quando gli fu descritto di cosa si trattasse, diede immediatamente ordine di finire il progetto. Rif. Bib.: Bassoli, Monete e medaglie nel libro antico, p. 74; Manno, I, 575.
550 euro
71) GEOLOGIA TEORIE GEOLOGICHE VIAGGI AL CENTRO DELLA TERRA PRIME EDIZIONI
Saggio di una nuova teoria della Scorza Terrestre immaginata dall’italiano Cesare Pezza,
Torino, Coi tipi dei Fratelli Favale, 1844
In 8°; 136 pp. Brossura editoriale gialla con titolo, autore, editore e piccola immagine impressa in nero entro cornice al piatto anteriore. Qualche piccolo difetto alla legatura ma nel complesso esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione ed ancora in barbe e a fogli chiusi. Alla fine del volume è presenta la lista dei sottoscrittori fra i quali si possono segnalare, ad esempio, Angelo Brofferio, il gioielliere regio Giovanni Canavero, il professore di disegno Angelo Boucheron, Luigi Cibrario, i librai Conterno e Cagnolo, il Conte Jannini, il libraio Magistrini Agapito, l’Avvocato Cavaliere Marenco aiutante di camera del Re, il libraio G. Maspero, il Cav. Giuseppe Pomba, Il capitano delle guardie del corpo del Re d’Italia Rebaudengo, Giuseppe Roatta, etc. etc. Prima ed unica edizione di questo curioso libello geologico scritto dal poligrafo ed appassionato di geologia cesenate, Cesare Pezza. L’autore, rifacendosi ad note teorie circolanti all’inizio dell’ottocento, sostiene la “cavernosità interne del nostro globo” e la presenza di un fuoco interno che arde permanentemente al centro della Terra arrivando ad immaginare le cagioni dei vari sconvolgimenti geologici ed ad elaborare teorie che si rifanno, in parte, alle teorie kircheriane. All’autore cesenate si devono diverse opere fra le quali le “Osservazioni sul Cola di Rienzo del sig. Zefirino Re” (1830), “Il ciabattino Mastro Leonardo” e “Il barbiere Mastro Simone citati al tribunale della lingua del Buonsenso e del Buoncostume” (1831) e una breve biografia di Emanuele Filiberto (1832).
90 euro
72) PUGLIA GIORNALI PRIME EDIZIONI OTRANTO LECCE BARI AGRICOLTURA ULIVI VETERINARIA IGIENE MEDICINA STATISTICA STORIA LOCALE
Giornale d’Intendenza di terra d’Otranto, 1851 – 1854
Lecce, Dalla Tipografia dell’Ospizio S. Ferdinando nel Palazzo d’Intendenza, (1854)
In 4° (29,5×20,7 cm); (2), 154 pp., 140 pp., 182 pp. Manifesto di associazione al Giornale d’Intendenza; Anno 1851, 12 numeri (tutto il pubblicato); Anno 1852, 12 numeri (tutto il pubblicato); Anno 1854 tutto il pubblicato, 182 pp. Legatura coeva in mezza-pelle rossa con titoli e ricchi fregi in oro al dorso. Piatti foderati in carta marmorizzata. Tagli spruzzati. Esemplare in ottime condizioni di conservazione. Prima rarissima edizione del neo-nato “Giornale d’Intendenza di terra d’Otranto” che pubblicato per la prima volta all’inizio dell’ottocento venne, poi, sospeso verso la fine degli anni quaranta in seguito ai moti rivoluzionari risorgimentali che interessarono il territorio meridionale della penisola, per poi uscire di nuovo con questa nuova apertura. La prima carta contiene la richiesta d’Associazione all’uscita del nuovo “Giornale d’Intendenza”: “Nella tipografia dell’Intendenza di Terra d’Otranto, si aprirà l’Associazione del Giornale medesimo mensilmente e senza ritardo; anticipandosi da’ Signori Associati un semestre in carlini sei.”. Il giornale contiene notizie di storia locale, scientifici, medici, igienici e articoli su vari temi di interesse legale. Fra gli articoli, ad esempio: Memento di Ostericia contenente la descrizione di tutti i parti naturali e contro natura pubblicato per cura del Cavaliere Giovanni Sannicola; Il Brigadiere riprende il Commando della Divisione Territoriale degli Abruzzi; Privativa accordata al Sig. Luigi Armingoud per la nuova Macchina detta Turbina Idraulico; Disposizioni sanitarie per le provvenienze dal Brasile e dal Littorale Illirico, Ungarico, Dalmato; Manifesto relativo all’Amministrazione de’ Bagni Termo-Minerali nell’Ospizio del Pio Monte della Misericordia in Casamicciola d’Ischia; Istruzioni profilattiche sull’Idrofobia; Trattato di Commercio e Navigazione ha questi Reali Domini e quelli S. M. l’Imperatore degli Ottomani; Gli Alunni dello Stabilimento Veterinario debbono esercitare la sola veterinaria non mai la medicina e chirurgia umana; Provincia di Terra d’Otranto agli Abitanti della Città di Lecce, Le inquietudini che nelle ciscostanze di turbini e di tempesto, produceva negli animi de’Leccesi, il pensiero di un pericolo prossimo qual’era quello della possibile accensione della Polveriera di questo Castello che poteva esser prodotta dalla caduta di qualche fulmine …; Colletta a vantaggio de’ danneggiati dal Terremoto in Basilicata; Intorno all’esattezza del servizio della Vaccinazione; Manifestazione dell’Intendente della Provincia ai suoi Amministrati intorno ad alcune grazie Sovrane pervenutegli nella ricorrenza del 4 ottobre 1851; Infermità sviluppata nel Comune di Filadelfia in Calabria; Si raccomanda D. Giuseppe Blandamura Chirurgo dentista; Il Catalogo de’ Libri Della Società Economica della Provincia di terra d’Otranto; Ordini Cavallereschi, Tutti i beni appartenenti all’Ordine di malta, sono riuniti diffinitivamente al Demanio Pubblico, meno le 8 comende concesse all’Ordine col Real Decreto del 7 Dicembre 1839; Relazione sulla malattia delle uve; Decreti Reali, Reale Indulgenze per la Nascita del Principe D. Pasquale Conte di Bari; Memoria sull’arte di potar l’Olivo; Su la origine e la storia delle Società Segrete; Programma per la Gala del 30 maggio 1854 faustissimo giorno onomastico di S. M. Ferdinando II; e numerosissimi altri articoli di interesse pugliese con note e statistiche non solo dei grandi centri urbani ma anche dei piccoli comuni e paesi. Importantissima fonte di storia locale della Puglia. In ottime condizioni di conservazione.
600 euro
73) STORIA LOCALE MARCHE MACERATA TOLENTINO ROFANELLO GEOLOGIA PRIME EDIZIONI ACQUE MINERALI SULFUREE VIAGGI
Analisi dell’acqua minerale di Rofanello dissertazione di Massimo Moreschini, Dottore in Filosofia, e Medicina, aggregato all’Accademia Etrusca di Cortona, e Socio Corrispondente della Società Georgica di Montecchio.
Jesi, Dalla Stamperia Bonelli, 1784
In 8°; VII, (1), 88, (2) pp. Legatua coeva in cartoncino d’attesa con titolo manoscritto al dorso da mano coeva. Qualche mancanza di carta al dorso ed al margine alto del piatto anteriore. All’interno esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione ed ancora in barbe. Grande stemma del dedicatario, il conte Emilio Maria Gozo de’ Ripanti al quale l’opera è dedicata. Prima rara edizione di questo importante scritto di interesse geologico e mineralogico, opera del noto geologo marchigiano, Massimo Moreschini (1764 Ripa San Ginesio in provincia di Macerata – 1826). Medico di professione fu appassionato geologo, a lui si deve uno delle più precise e puntuali descrizioni del forte terremoto che colpì Camerino nel 1799 e che descrisse nel suo libro “Ragionamento storico-filosofico sul tremuoto accaduto in Camerino il d 28. luglio 1799” che pubblicata nel 1802 rimane, ancora oggi, uno dei testi di riferimento nello studio dei fenomici sismici del territorio marchigiano. L’opera qui presentata descrive il viaggio fatto da Moreschini, il 24 ottobre del 1782, alla sorgente dell’acqua minerale di Rofanello nel comune di Tolentino in provincia di Macerata. L’autore procede a narrare la ricerca della fonte per poi descrivere il terreno dal quale tale fonte scaturisce e procedere, poi alla descrizione della composizione e delle qualità organolettiche dell’acqua salsobromoiodica che sgorga dalle rocce di Rofanello. Racconta Moreschini “La mattina del dì 24. Ottobre 1782. mi posi in viaggio per esaminare precisamente la sorgente dell’acqua Minerale di Rofanello, situata fra i confini di Tolentino, di cui aveva io inteso l’efficacia. Camminando alla volta di questo fonte medicato, arrivai dopo cinque, e più miglia di strada ad una chiesa rurale detta S. Rocco, in vicinanza della quale aveva notizia, che si trovava la sorgente di Rofanello, Incerto del luogo preciso, in cui scaturisce quest’acqua scesi in un fosso tutto dirupato, che scorre sotto la nominata Chiesa di San Rocco, dove trovai due Contadini, che vedendosi da me fermi in piedi, e del tutto oziosi, fui spinto a domandar loro cosa facessero, e questo risposero, che per dare qualche sollievo alla loro estrema miseria, si esentavano dalla compra del Sale servendosi d’un acqua salata presa in questo fosso per far bollire i lor cibi, e che svaporandolane ottenevano un sedimento affatto salino, di sui si servono per condire le loro rustiche vivande. […] Una pietra che chiamano volgarmente di Gesso, di color turchino, venata spesse volte di giallo, non facile a ridurli in pezzi, forma le rupi, ed il letto di questo Torrente. In più luoghi di questi sassi sono scavate alcune fosse profonde poco più d’un palmo, di differente diametro. In esse in Contadini infondono l’acqua pura del fosso, facendola prima socrrere sopra l’inclinata superficie dei sassi, e giunta in quelle artificiali fossette, vi si aduna, e le riempie. […] Ciò fatto m’incamminai verso la fonte di Rofanello, e dopo un tratto di strada non molto lungo, ma assai disastrato nell’umido limaccioso del fosso, arrivai alla cercata sorgente. Situata questa sul finir del pendio d’un erto Colle di terreno cretaceo, sopra la rupe del nominato S. Rocco, non offre quell’ameno soggiorno, che trovandosi bene spesso unito alla sorgenti dell’acque Minerali, richiama il concorso anche delle più remote genti […]. Un vivissimo odore di Fegato di Zolfo, che si rendeva assai sensibile non solo nelle vicinanze della fonte, ma ancora a qualche distanza notabile dalla medesima, mi determinò a credere, che l’acqua di Rofanello non fosse realmente perduta ma deviata dai suoi preliminari canali, fosse andata a sbloccare in qualche luogo circonvicino, giacchè le particelle terrestri, saline, metalliche contenute nell’acque minerali, depositandosi continuamente a foggia di sedimento nei canali, in cui scorrono, si rendono benespesso incapaci di dare all’acque il libero passaggio. Di fatto osservando con attenzione lungo la corrente del fosso vidi laterlamente ad una grossa pietra adunata una quantità d’acqua come in piccolo pozzetto poco profondo, dalla cui base si vedeva escir fuori perennemente un’acqua di color quasi nero da due piccoli fori, nella stessa maniera, che si vede escir il sangue dalla vena tagliata, quando si tiene il piede immerso nell’acqia calda. Dopo d’essermi assicurato, che questa era indubbiamente la ricercata acqua di Rofanello, proccurai, che le fosse fatto un recipiente più comodo, capace di raccoglierne una sufficiente quantità, e fu estratta tutta quella, che vi si trovò adunata, sospettando, che potesse esservi unita l’acqua ordinaria del fosso. […] Il colore di quest’acqua appena escita dalla sua sorgente non è limpida, ma acquista quasi una perfetta chiarezza allora, quando essendo stata per qualche tempo in riposo, ho campo di depositare quella terra ed essa unita per semplice aggregazione, che forma un’incrostamento del terreo in tutti quei luoghi, in cui si trattiene per qualche tempo. Questa terra, che appena depositata dall’acqua comparisce di color nerastro, allora quando è rasciugata, diventa bigia, ed appressata alla lingua vi s’attacca a similitudine delle terre bollari, ed argillose. Ne ridussi in polvere una porzione, e vi versai sopra l’acido vetriolico allungato, che suscitò una vivissima effervescente, cessata la quale v’aggiunsi in copia l’acqua distillata, e passai il tutto in filtro. In seguito ne feci lentamente l’evaporazione fino a pellicola, e collocato il vaso in quiete in luogo freddo, si formò una cristallizzazione di Sal Selenitico, insipido affatto, dal che dedussi, che l’Acido Vetroiolico aveva disciolto una vera terra calcaria. Quel, che rimase nel filtro, era una terra argillosa. Benchè alcuni troppo materiali nel loro ragionare siano di costante opinione, che non si possa concepir l’idea d’un’acqua carica di particellle sulfuree senza esser dotata d’un grado più, o meno sensibile di calore, pure, loro malgrado la nostr’acqua di Rofanello nel tempo stesso, che appartiene alla classe delle Sulfuree, non ha un minimo grado di calore superiore a quello dell’acqua comune, come ne rimasi pienamento convinto e dalle mie proprie osservazioni fatte con Termometro, e dall’autorità del Bacci, il quale descrivendo l’acqua di Rofanello s’esprime colle seguenti parole: Scatent aquae ipsae a suo fonte, mediocri copia, ac frigidae, primo aspectu, qua trnserunt substantia, crassae Etc.”. Rara prima ed unica edizione di questo importante studio geologico sulle acque sulfuree marchigiane. Rif. Bibl.: ICCU IT\ICCU\RLZE\022345.
300 euro
74) ARTE CONTEMPORANEA PRIME EDIZIONI EDIZIONI D’ARTE LIBRI D’ARTE CODICI MINIATI CODEX SERAPHINIANUS AUTOGRAFI CALVINO SERAFINI CODICI FANTASTICI
Codex Seraphinianus VOL. I e II. (Prima edizione in perfetto stato di conservazione e completa delle sue scatole editoriali e della carta volante d’introduzione)
Milano, Franco Maria Ricci, 1981
In 4° grande. Prima edizione. Due volumi distinti, ognuno nel suo elegante cofanetto editoriale. Legature editoriali in piena seta nera Orient con impressioni in oro ai piatti e ai dorsi. Al piatto anteriore di ogni volume applicata anche un a tavola a colori. Questa edizione fu impressa a Milano con caratteri Bodoniani su carta a mano azzurra vergata fabbricata appositamente dalle cartiere Milani di Fabriano. Edizione numerata di sole 4000 copie la nostra è la copia numero 1485 con firma autografa di Serafini sotto il numero della copia. Conservate in questa copia il ceertificato ad personam di Franco Maria Ricci con il nome dell’antico proprietario e la pagina volante d’introduzione all’opera stampata dallo stesso Ricci su carta azzurra nella quale il celebre editore, ricostruisce l’esegesi dell’opera, carta spesso assente. Numerose tavole a colori nel testo. Probabilmente il volume più celebre stampato da Franco Maria Ricci. Magnifica prima edizione in ottimo stato di conservazione. L’opera fu ideata e realizzata fra il 1976 e il 1978 dal celebre architetto e designer Luigi Serafini. Appena uscito nel 1981 il “Codex” attirò subito l’attenzione di numerose personalità del mondo dell’arte come Roland Barthes e Italo Calvino che scrisse un saggio completamente dedicato all’opera pubblicato nella raccolta Collezione di Sabbia (Oscar Mondadori). L’opera è un’enciclopedia immaginaria illustrata da centinaia di disegni fantastici a colori scritta in una lingua sconosciuta. L’autore, in una conferenza alla Oxford University Society of Bibliophiles tenuta l’8 maggio 2009, ha dichiarato che l’alfabeto in cui il Codex è scritto è interamente asemico e non trascrive alcuna lingua esistente o immaginaria. Temi delle illustrazioni e delle descrizioni sono la zoologia, la botanica, la mineralogia, l’etnografia, la fisica, la tecnologia, l’architettura ecc. Molti accostano l’opera al celebre codice Voynich. Contiene anche la celebre pagina aggiunta da Ricci con un’introduzione all’opera in italiano, spesso assente. Completissima PRIMA EDIZIONE IN OTTIMO STATO DI CONSERVAZIONE.
1.550 euro
75) FRANCO MARIA RICCI PRIME EDIZIONI FARMACEUTICA MEDICINA THEATRUM SANITATIS MINIATURE CODICI MINIATI EDIZIONI DI PREGIO EDIZIONI TIRATURA LIMITATA
Ububchasym de Baldach (Abul Hasan Al Muchtar Ibn Botlan), Panizzi Adalberto,
Theatrum Sanitatis. Liber Magistri Codice Casanatense 4182 Collana I Segni dell’Uomo – Codice 4182 della Biblioteca Casanatense di Roma – Studio storico medico di Adalberto Pazzini – Analisi bibliografica di Emma Pirani – Prefazione di Mario Salmi- Nel Secondo volume: Introduzione di Antonio Marazzi e didascalie italiane di Adalberto Pazzini. Volume I – II – III (esemplare completo, in ottime condizioni di conservazione, come nuovo, dei tre volumi e dei piccoli fogli-certificato ad personam di Franco Maria Ricci).
Parma, Franco Maria Ricci, 1970-1971
In 4° grande (35×23 cm); 3 tomi: 201 pp., 149 pp., 160 pp., con 208 bellissime tavole a colori applicate a collage n.t. Legatura editoriale in seta nera, con titolo in grande e trifogli impressi in oro al dorso e ai piatti dove sono presenti anche delle tavole applicate. Esemplare in perfette condizioni di conservazione, assai rara da reperirsi completo dei tre volumi ed in queste condizioni anche perché, solitamente, il dorso del terzo volume fu realizzato con una partita di seta che si rivelò particolarmente sensibile alla luce e quasi tutti gli esemplari si presentano con una seta leggermente arrossata. Nell’esemplare qui proposto, invece, la seta del terzo volume ha mantenuto perfettamente, il suo intenso nero. Cofanetti editoriali neri. Lussuosa edizione in carta vergata azzurrina di Fabriano su cui sono applicate le riproduzioni delle miniature del manoscritto. Testi critici di Adalberto Pazzini, Emma Pirani, Mario Salmi, Antonio Marazzi. Prima edizione stampata da Ricci che ne fece poi una seconda in 5000 esemplari nel 1971. Questo esemplare è nella prima edizione in “Tiratura speciale di 2500 copie riservata ai bibliofili amici di F.M.R.””, in nostro esemplare è il n° 2056. OTTIMO ESEMPLARE, all’interno come nuovo.
300 euro
76) LIBRI ILLUSTRATI FIABE LETTERATURA INGLESE ILLUSTRATORI IRELAND IRLANDA GOTICO ART NOUVEAU POESIA DECAMERON PRERAFFAELITI
Keats, John Illustrated And Decorated By William Brown Macdougall,
Isabella and the pot of Basil by John Keats illustrated and decorated by W. B. MacDougal.
London, Kegan Paul, Trench, Trubner and Co. Ltd. [Turnbull & Spears Printers, Edinbourgh]
In 4° (25,5×20,5 cm); (8), lxiii, (2) pp. Legatura coeva editoriale in percallina bruna con titoli e fregi fitomorfi impressi in oro sul piatto anteriore e sul dorso. Esemplare in barbe ed in ottime condizioni di conservazione dalle pagine chiare e pulite. Questa legatura con gli intarsi dorati è assi meno comune della legatura senza doratura e non è da confondersi con essa. Taglio superiore dorato. Frontespizio in rosso e nero entro bella cornice nera. Testo inserito in magnifiche cornici liberty nere. Opera incisa su carta fatta a mano di altissima qualità con altissima qualità della stampa. Magnifica edizione illustrata di questo celebre poemetto composto da John Keats nel 1818. Il poema si ispira alla tragica storia d’amore di Elisabetta da Messina con il popolano Lorenzo, narrata da Filomena nella quarta giornata del Decameron boccaccesco. Nel racconto Lorenzo viene ucciso dai fratelli di Lisabetta/Isabella che accorti dell’amore della sorella per Lorenzo, la vorrebbero, invece, sposata con un ricco possidente locale. Isabella è all’oscuro della tragica fine dell’innamorato, quando lo spettro di Lorenzo tornato dall’aldilà le indica il suo luogo di sepoltura. Isabella esuma la salma dell’innamorato e ne nasconde la testa in un vaso coprendola, poi, di terra e piantando nel vaso una profumata pianta di basilico che bagnerà, in seguito, con le proprie lacrime. I fratelli dell’eroina quando si accorgono del macabro oggetto della sorella, glielo sottraggono e Isabella muore per il dolore. L’edizione qui presentata è famosa per le magnifiche illustrazioni del celebre illustratore, pittore e incisore irlandese, William Brown Macdougall (Glasgow, 16 dicembre 1868 – Loughton, 20 aprile 1936). Macdougall si formò, inizialmente, presso la “Glasgow Academy” per poi trasferirsi a Parigi dove divenne allievo di William Bouguereau, Jean-Paul Laurens e Tony Robert-Fleury. Al termine degli studi presentò le sue opere al “Salon des artistes français”. Nel 1890 rientò in Irlanda ed iniziò a collaborare con alcune delle più celebri riviste moderniste come “The Yellow Book”, “The Evergreen” (fondata da Patrick Geddes) e “The Savoy”, portando avanti uno stile illustrativo ispirato all’opera di Aubrey Beardsley e William Morris. Sua moglie fu la celebre drammaturga, poetessa e traduttrice, Margaret Armour (1860-1943), insieme alla quale portò avanti diversi lavori in collaborazione con Aubrey Beardsley come la celebre opera ispirata dalla saga dei Nibelunghi “The Fall of the Nibelungs” edito per la prima volta nel 1897. William Brown Macdougall è sicuramente uno dei massimi rappresentanti del neogotico inglese. Il suo tratto si caratterizza per essere una via di mezzo fra L’Arts & Craft di William Morris e l’Art Nouveau. Il suo tratto cupo al servizio di un gusto preraffaellita si sposa in modo perfetto con l’ambientazione allo stesso tempo triste e macabra di questa novella arrivando a toccare il suo apice nelle magnifiche cornici (una diversa ogni due pagine) all’interno delle quali è inserito il testo, nelle 8 tavole a piena pagina e nelle ricchissime iniziali decorate. Una delle edizioni più celebri di quest’opera di Keats. Raro a reperirsi con la doratura agli intarsi ai piatti ed al dorso.
450 euro
77) OPERA PARTITURE PRIME EDIZIONI PUCCINI MADAME BUTTTERFLY CURIOSITA’ BIBLIOGRFICHE
Tehatre National de l’Opera Comique, Direction de M. Albert Carré, Madame Butterfly, (D’apres John L. Long et David Belasco), Drame Lyrique en Trois Actes de M. M. L. Illica et G. Giacosa, Traduction Francaise de M. Paul Ferrier Musique de Giacomo Puccini, Opera Complet, Chant et piano, Piano Seul, reduction de Crlo Carignani. (Spartito: 111361).
Milan, Rome, Naples, Palerme, Paris …, G. Ricordi & C., (1906 come da timbro a secco)
In 4°; (8), 208 pp. e una c. di tav. con ritratto di Giacomo Puccini. Timbro a secco Ricordi “16/06”, il 16 giugno. Bellissima legatura editoriale originale in piena tela con titolo ed editore a colori in blu ed oro ai piatti, al dorso e al piatto posteriore. Un piccolo strappetto alla carta di sgaurdia, con piccola perdita di carta all’angolo basso che fodera il piatto anteriore in carta rosa con motivi floreali e concentrici. Un timbretto coevo del rivenditore parigino “Pfister Freres” alla prima carta ed al margine basso del frontespizio. Un piccolo strappetto al margine interno bianco della carta che contiene il facsimile dell’autografo con dedica di Puccini alla Regina Elena, ininfluente e chiuso con piccolissima menda coeva. Interessante che una mano coeva ha aggiunto in chiara e fine grafia, in lingua francese, le parole del canto dell’opera in 5 pagine (100-105) probabilmente nella revisione operata da Carrè stesso. Alcune leggere bruniture e nel complesso esemplare in buone condizioni di conservazione. Prima rara edizione della partitura per piano solo, nella versione rivista e rielaborata che Puccini decise per la rappresentazione che si sarebbe tenuta a Parigi Tehatre National de l’Opera Comique e che rappresenta un notevole cambiamento rispetto alla stesura originale della Madame Batterfly del 1904 che fu un vero e proprio fiasco alla prima rappresentazione alla Scala di Milano. Dalla sua uscita nel 1904 al 1906 numerosi furono gli interventi di Puccini sull’opera, diversi anche significativi che stravolsero, in parte, la versione originale, sviluppando un accento sempre più tragico a sfavore della parte comica. La confusione delle variazioni era tale che la stessa Ricordin si trovò in forte imbarazzo nello stampare la partitura dell’opera durante le sue varie rappresentazioni italiane, inglesi, ungheresi e parigine. Proprio la rappresentazione parigina dell’estate del 1906, tenuta in gran conto da Puccini, rappresentò l’occasione di metter ordine alle varie partiture e variazioni, dando così notevole importanza allo spartito qui presentato. Le variazioni presenti in questa partitura rappresentano la penultima revisione dell’opera da parte di Puccini che nel 1907 stese la partitura definitiva anche se questa versione del 1906 è quella che tutt’ora viene eseguita nei teatri italiani. Le variazioni, numerose delle quale chieste anche dal direttore dell’Tehatre National de l’Opera Comique, Albert Carré crearono molti problemi alla stessa Ricordi, tanto che è risaputo che Giulio Ricordi non accettò di buon grado di rivedere in modo così significativo la partitura originale ma dovette assecondare il direttore parigino dopo che questi si incontrò in luglio con Puccini e con quest’ultimo definì la versione che sarebbe poi stata rappresentata a Parigi. Può apparire sorprendente che Puccini e Carrè trovassero un accordo sulla nuova versione nell’arco di un solo pomeriggio ma sembra ormai appurato che questo avvenne perché i numerosi tagli suggeriti da Carrè andavano incontro ad una visione dell’opera che già aveva preso forma nella testa di Puccini. Lo stesso Giulio Ricordi sostenne che con la nuova versione Carrè-Puccini, si fosse toccata la quinta versione dell’opera. In particolare Ricordi, il 13 agosto del 1906, asserì che Puccini gli fornì i cambiamenti definitivi per l’edizione francese che cominciò a incidere il 16 agosto (da qui probabilmente il timbro a secco 16/06 Ricordi). In realtà, oggi si sa che altri importanti alterazioni del testo vennero fatte da Carrè nei giorni seguenti (anche se non furono presenti nel testo a stampa), in particolare nella parte testuale del ruolo di Kate Pinkerton, senza che apparentemente, Puccini ne fosse informato. Questa prima edizione in questa versione che venne rappresentata per la prima volta a Parigi nel 1906, risulta molto rara ed ancor più rara da reperire nella sua veste originale completa della legatura in piena tela con il titolo impressi a motivi liberty di ispirazione orientale.
600 euro
78) CARTA FILIGRANE BIBLIOGRAFIA STORIA DEL LIBRO ESEMPLARI A TIRATURA LIMITATA
Itinerario della carta e sua diffusione in Europa di Anne Basanoff della Biblioteca Nazionale di Parigi.
Milano, Cartiera Ventura, (1965)
In folio; (2 b.), 91, (7) pp. e XV c. di tav. fuori testo, una ripiegata. Brossura editoriale, con savraccoperta editoriale in carta marroncina con titolo impresso in nero al piatto anteriore ed al dorso. Il tutto conservato entro carta pergamena trasparente a sua volta inserita in astuccio rigido muto foderato. Un piccolo ed insignificante strappetto alla carta pergamena del piatto posteriore, senza perdita di carta, riparato con adesivo trasparente. Alla custodia rigida manca il bordo inferiore ma nel complesso il volume si presenta in ottime condizioni di conservazione ed in barbe. Opera stampata su carta forte ed in tiratura limitata “Edito dalla carteria Ventura a cura delle edizioni Il Polifilo, in 2000 esemplari non venali numerati da 1 a 2000, oltre a 200 esemplari non numerati riservati alle edizioni Il Polifilo. La carta del testo e quella della legatura sono state appositamente fabbricate dalla carteria ventura, Milano 1965, Esemplare N. 1894”. Interessantissimo studio dedicato alla carta ed alla sua storia ed utilizzazione con decine di immagini di filigrane. Alcune delle tavole nel testo sono a colori. Interessante fonte bibliografica dedicata alla carta.
40 euro
79) LETTERATURA AMERICANA PRIME EDIZIONI ITALIANE FEMMINISMO AMERICA
Cooper James Fenimore (ma in realtà Catharine Maria Sedgwick),
Redwood romanzo americano del sig. Cooper prima versione italiana. Volume (I – IV).
Milano, presso Rodolfo Vismara, 1827 (coi tipi di Giacomo Pirola)
In 8°; 4 tomi: XV, (1), 295, (1) pp., 267, (1) pp., 247, (1) pp., 242 pp. Legature coeve in mezza-pelle marmorizzata con titolo e numero dei volumi impressi in oro su tasselli ai dorsi. Decori in oro al dorso. Piatti foderati in carta marmorizzata coeva. Qualche lieve difetto e piccole mancanze ad un tassello. Ex-libris ottocentesco all’interno dei piatti anteriori che identifica i volumi come appartenuti al “notaio Luigi Negri”. Altro ex-libris manoscritto alla prima carta bianca “Anna Oltolina”. All’interno esemplare in ottime condizioni di conservazione. Tagli spruzzati in rosso. Prima edizione italiana di questo celebre racconto della grande novellista americana, Catharine Maria Sedgwick (December 28, 1789 – July 31, 1867) che nei suoi racconti affrontò importanti temi sociali come la situazione femminile, quella delle minoranze dai Quaccheri ai Nativi Americani e arrivando a mettere in discussione lo schiavismo e il regime carcerario. Quella qui presentata è la vera prima edizione italiana. L’opera uscita anonima, venne inizialmente attribuita a James Fenimore Cooper, l’autore deil’Ultimo dei Moicani. I racconti di Sedgwick contribuirono a far conoscere i luoghi ed i paesaggi americani nel mondo combinando il patriottismo con le proteste contro la storica oppressione puritana. L’autrice, con i suoi romanzi, partecipò a far nascere una letteratura nazionale. I romanzi di Sedgwick presentano quasi sempre un’eroina dal carattere vivace che non si conforma alla condotta stereotipata delle donne dell’epoca che con i suoi comportamenti diviene esempio di libertà e progresso. Nel 1824 pubblicò il suo primo romanzo “Redwood” in forma anonima, opera che venne immediatamente attribuita a Copper segnando un errore che andò avanti per diverso tempo senza che la reale autrice delle opere ne rivendicasse la maternità. L’opera, infatti, venne tradotto in francese ed italiano come attribuito a J. F. Copper. Nel 1827 pubblica Hope Leslie che descrive un’eroina nativa americana che divenne familiare al pubblico americano, sancendo il successo dell’autrice. Il romanzo divenne un vero e proprio manifesto dei movimenti progressisti americani. Il suo personaggio principale è l’eroina Debbie Lenox che divenne uno dei personaggi femminili più apprezzati della “prima” letteratura americana. Prima rara traduzione italiana di una delle pietre miliari della letteratura americana. Rif. Bibl.: IT\ICCU\LO1E\057971.
150 euro
80) GEOLOGIA MINERALOGIA FOSSILI POZZUOLI MASSA CARRARA MEDICINA BOTANICA SICILIA FISIOLOGIA BOTANICA ITTIOLOGIA PESCI NAPOLI MEDICINA MULI
AA.VV.,
Atti della Settima adunanza degli scienziati italiani tenuta in Napoli dal 20 di settembre a’ 5 di ottobre del 1845, Parte I – II
Napoli, Nella Stamperia del Fibreno, 1846.
In 4° (30,5 x 22 cm); due tomi: (8), 1108, (4) pp. e 14 c. di tav. fuori testo, 1109-1199, (1), 95, (1), CXCIII, (1) pp.. Legature editoriali in mezza-tela con piatti con il titolo in nero entro ricca cornice. Qualche rinforzo al margine interno delle prime pagine della prima parte, un leggerissimo alone al margine esterno della prima parte del secondo volume, ininfluente e leggerissimo, qualche difetto alla legatura e nel complesso esemplare in buone condizioni di conservazione. Dedica manoscritta a Marati Donati che fu membro del Congresso. Opera che raccoglie importanti contributi di alcuni dei più importanti scienziati del tempo. Nella prima parte sono conservati contribuiti in Medicina, Anatomia, Chimica, Agronomia e Tecnologia, Archeologia e Geografia, Anatomia, Fisiologia comparata e Zoologia, Botanica e Fisiologia vegetale, Fisica e Matematica. Fra gli articoli: Discorso del Presidente Generale Cav. Niccola Santangelo letto nella solenne apertura del Congresso. Parole del Cav. N. Santangelo dette nella ultima adunanza del Congresso. Rapporto del Segretario Generale Giacomo Filioli letto nella ultima adunanza il giorno 5 di ottobre. Regolamento generale per le annuali riunioni italiane de’ cultori delle scienze naturali. Uffiziali del VII Congresso. Commissione destinata da S. M. a far gli onori della riunione. Deputazione per l’ammissione degli Scienziati. Deputazioni scientifiche. Serie de’ Presidenti, Vice-Presidenti e Segretari delle sezioni. Atti verbali delle sezioni di Medicina, Chirurgia e Anatomia, Chimica, Agronomia e Tecnologia, Archeologia e Geografia, Anatomia, Fisiologia comparata e Zoologia, Botanica e Fisiologia vegetabile, Fisica e Matematica. Il volume ospita anche gli scritti Intorno al concepimento e alla figliatura di una mula, memoria, del prof. Ferdinando De Nanzio, Saggio di geografia botanica per la Sicilia del prof. Francesco Tornabene e Ricerche sulla origine dell’embrione seminale in alcune piante fanerogame di Guglielmo Gasparini. Nella seconda parte sono raccolti articoli di Geologia e Mineralogia ed ittiologia. Molto importante la seconda parte quasi completamente dedicata agli studi geologici e mineralogici portati avanti in tutta la penisola verso la metà dell’ottocento illustrati da 3 grandi cartine a colori una con lo spaccato trasversale dell’Appennino da Massa di Carrara a Modena, una con la Carte geologica della Solfatara di Pozzuoli fatta da A. Sacchi nel 1839 (con anche il taglio ideale della Solfatara) e una Carta geologica dei Crateri di Campana di Gigliano e degli Astoni fatta da A. Sacchinel 1839. Interessante anche la parte dedicata all’ittiologia che presenta la prima edizione della celebre classificazione “Catalogo Metodico dei Pesci Europei” di Carlo L. Principe Bonaparte. Una nota posta in fine comunica al lettore che la seconda parte dell’opera sarebbe uscita subito dopo la pubblicazione di questa prima: “La ritardanza con la quale ci sono state trasmesse alcune fra le scritture da porsi a stampa, ne à indotti a dividere in due parti gli Atti del VII Congresso, per non indugiarne la pubblicazione; anche avuto rispetto alla grandezza del presente volume. Daremo nella seconda parte, che subito verrà messa alla luce: I lavori della Sezione di Geologia, e Mineralogia; Il Catalogo metodico de’ Pesci europei del chiarissimo signor Carlo L. Principe Bonaparte; La serie de’ libri offerti o inviati in dono; L’elenco delle persone intervenute al Congresso; L’indice delle Adunanze delle Sezioni; I nomi degli autori citati e la Tavola generale delle cose di cui si ragiona”. Opera non comune e assai rara da trovarsi completa delle due parti.
450 euro
81) FARMACIA ERBORISTERIA TERIACA ERBORISTI PARMACUTICA BOTANICA VENEZIA CHIMICA IATROCHIMICA
Stecchini Alberto, Melich Georg, Guarguante Orazio,
Avvertimenti nelle compositioni de’ Medicamenti per uso della Speciaria con un diligente essame di molti Semplici di Giorgio Melichio Augustiano già Speciale allo Struzzo di Venezia: et hora ristampati in miglior forma, Con Aggionta di molte Compositioni utili, e necessarie. Raccolte da migliori Antidotarij venuti in luce fino al presente per beneficio, e commodo de’ Professori di essa Arte. Da Alberto Stecchini Spetiale allo Struzzo. Con nuove Tavole Copiosissime per più intelligenza di tutta l’opera: E nel fine il Trattato delle Virtù della Theriaca dell’Eccellentiss. Signor Oratio Guargante.
In Venetia Appresso Giovanni Guerigli, 1627
In 4°; (28), 522, (2) pp. Legatura coeva in pergamena semi-rigida che presenta restauri ed integrazioni di pelle. Sguardie sostituite con carte antiche. Lievi restauri con sottile integrazione di con carta di riso al margine basso bianco delle prime 3 carte e delle ultime tre carte . Lievissimo consolidamento agli angoli superiori bianchi delle prime dieci carte e di 8 altre carte (questi restauri sono sempre minimi). Alcuni angoli esterni arrotondati e alcune carte tagliate in modo diseguale, ininfluente. Gli abili restauri, riguardano, sempre i margini esterni bianchi. I volumi di spezieria e farmacia, proprio per il tipo di utilizzo che ne veniva fatto, sono spesso soggetti a segni d’usura. Nel complesso, all’interno, l’esemplare si presenta in più che discrete condizioni di conservazione. Terza rara edizione, più rara sia della prima che della seconda, di questo importante trattato di farmacia che contiene, alla fine, il trattato della Theriaca. Gli autori dell’opera, in quest’edizione, notevolmente aumentata da Stecchini, rispetto alle due edizioni precedenti (questa è la prima edizione curata e con le aggiunte di Stecchini), tanto che molte pagine sono qui presenti in prima edizione, furono tutti speziali della celeberrima Farmacia dello Struzzo di Venezia, la più celebre farmacia veneziana dell’epoca. Nell’opera sono raccolti centinaia di ricette farmaceutiche per la preparazione di medicine e preparati erboristici. Scrive la dottoressa Sabrina Minuzzi nella sua tesi di laurea dal titolo “Sul filo dei segreti medicinali: praticanti e professionisti del mercato della cura a Venezia, Università degli Studi di Verona”: “”Oltretutto, con gli anni, Paolo Romani accresceva fama e notorietà per sé e per la spezieria nella quale operava, probabilmete anche grazie alla brevettazione dei suoi sciroppi solidificati, tanto che all’altezza del 1627 Alberto Stecchini, lo speziale autore degli Avvertimenti nelle composizioni de’ medicamenti per uso della speciaria, potrà dire della farmacia allo Struzzo: “E si come gli anni passati fu famosa & honorata per la rara virtù & valor de gli huomini che la regevano, & particolarmente per l’intelligenza grande che M. Georgio Melichio B.M. havea delle cose appartenenti alla spetiaria, così al tempo d’hoggi è nel maggior colmo che sia mai stata per l’ingegno & bontà singolare del signor Paolo Romani, che al presente ne è pattrone, allievo e successore del sudetto M. Giorgio”. Così nel 1595 tra gli speziali veneziani e Paolo Romani si era ingaggiata una lite destinata a durare oltre due anni: al priore e ai consiglieri vengono affiancati sei aggiunti “per consultar, comparar, sollicitar, et deffender la predetta lite contro il predetto messer Paulo dal Struzzo”. Un tentativo del 1596 di comporre la questione in modo “che ogn’uno di essi spitieri medicinali possi far quello li parerà nelle sue botteghe in materia della loro professione de spetiari medicinali” viene respinto sul nascere dai membri dell’arte, con un solo voto favorevole e 39 contrari”.””. Prosegue poi la studiosa ““gli “Avvertimenti nelle compositioni medicinali di Giorgio Melliquio augustano”, ci prepariamo ad entrare a pieno titolo in una delle spezierie medicinali più attive di Venezia: quella allo Struzzo sul ponte dei Baretteri, a pochi passi da piazza San Marco, gestita da Georg Melich augustano, naturalizzato Giorgio Melichio. In un certo senso è la bottega medicinale che dà continuità alla tradizione iatrochimica dei suoi titolari, inaugurata appunto dal tedesco Melichio “huomo dottissimo & nella sua professione è unico […], grandissimo distillatore.” Stabilitosi a Venezia dopo aver approfondito le sue conoscenze farmaceutiche viaggiando fra la Grecia e l’Italia, nel 1565 Melichio è tra i maestri fondatori del collegio degli speziali, ben inserito nell’ambiente lagunare, in relazione con medici, speziali e distillatori. I suoi Avvertimenti nelle compositioni de’ medicamenti per uso della spetiaria escono per la prima volta a Venezia nel 1575, e da allora saranno ininterrottamente riproposti in una dozzina di edizioni veneziane fino al 1720, e per un pubblico europeo nella traduzione latina del medico Samuel Keller, compiuta nel 1586, in diverse edizioni di Francoforte.44 La peculiarità degli Avvertimenti è la presenza di numerose ricette di distillati – dal regno vegetale, animale e anche minerale – e soprattutto di un nucleo di rimedi chimici che di edizione in edizione va accrescendosi e contemperando armoniosamente le ricette di impianto più tradizionale. Il tutto esposto con piglio didascalico, senza oscurità di sorta. Potremmo prendere l’opera quasi a metafora della realtà veneziana: la nuova tradizione chimico-spagirica si innesta silenziosamente nella più antica galenica imperante e la trasforma dall’interno, senza grandi sussulti esteriori. Scomparso Melichio nel 1585, dal 1627 gli Avvertimenti saranno accresciuti, anche della loro componente chimica, da Alberto Stecchini, lo speziale che subentrò nella gestione dello Struzzo dopo Paolo Romani, che in pochi anni l’aveva ampliata “magnificamente con nove inventioni di secreti”. Spezieria allo Struzzo: Antonio de Sgobbis. Alla morte di Stecchini, nel 1631, la spezieria allo Struzzo passò ad Antonio de Sgobbis, speziale originario di Montagnana …”””. In fondo al volume l’importante scritto dedicato al “miracoloso” preparato farmaceutico della teriaca. Questa è un prepatrato farmaceutico antichissimo. Il nome deriva dal greco θηριακή thēriakḗ, cioè antidoto, oppure dal sanscrito táraca, dove tár significa “salva”, è quello che oggi verrebbe definito un “polifarmaco” ed è forse il primo ed il più antico oggi conosciuto e venne prodotto fino all’inizio del novecento. La Terica
si credeva che fosse un medicinale miracoloso capace di curare un innumerevole numero di malattie derivanti dai “veleni” prodotti dal corpo umano. La versione italiana del farmaco deriva probabilmente da epoca romano quando vennero a conoscenza dell’antidoto universale di Mitridate. La Terica è un miscuglio di 54-57 ingradienti fra i quali la carne di vipera (o il veleno della stessa), incenso, mirra, oppio, pepe nero, anice, cannella, genziana, valeriana, finocchio ecc. fatti cuocere in olio, vino e aceto. Scrive Antonio Corvi a pagina 12, del suo studio “L’officina Farmaceutica due secoli di storia” (1999) dove sono riprodotte anche due tessere per la teriaca simili a quelle presentate qui: “Non mancò, come vedremo, qualcuno che tentò di rilanciare un proprio specifico, prendendo magari spunto dalla tecnica usata dai ciarlatani sulle pubbliche piazze; ma si accorse che era alquanto difficile imporre un nome e dare continuità a simili iniziative. Prevalse allora un disegno più generale, ispirato forse dal collegio degli “Speziali Medicinali” e condiviso da qualche Provveditore alla Sanità attento al bilancio import-export della Serenissima. Invece di creare un prodotto e scegliergli un nome, parve più conveniente il cammino opposto, una tecnica che gli esperti del mercato farmaceutico imitano oggi, tenendo in vita alcune affermate specialità che non hanno più nulla del contenuto originario (vedi Streptomagma, Streptosil ecc.),. Occorreva contare sulla qualità, sul focolare della parata espositiva, sul rituale della fase preparatoria, divenuta, tra colori e canti, molto simile alla festa dei gondolieri sul Canal Grande. Probabilmente tra la Teriaca della Spezieria dello Struzzo e quella della Spezieria all’Ercole di Santa Fosca esisteva solo qualche piccola differenza di esecuzione dato che sulla qualità ed idoneità dei semplici vegliavano i “Provveditori alla Sanità”. Sta di fatto che con un unico messaggio ripetuto in varie lingue e diffuso ovunque arrivassero le galee della Repubblica, le accurate confezioni con bossoli di peltro, involte nei caratteristici foglietti d’istruzione, andavano a ruba.”. Rara opera, nessun esemplare censito in ICCU di questa edizione. Non si sono trovati riferimenti bibliografici per questa edizione.
1.200 euro
82) FARMACIA FARMACEUTICA BOTANICA FARMACOPEA PREPARATI FARMACEUTICI CHIMICA CHEMESTRY
Pharmacopoeia Bateana, seu Pharmaca è praxi Georgii Batei … excerpta, cum viribus & dosibus annexis. Necnon Arcana Goddardiana; & Orthotonia medicorum observata: item tabula posologica; atque Appendix ad Pharmacopoejam Bateanam, ex autographo eximii auctoris. Cum indice morborum, curationum, &c. Jacobi le Mortii Fundamenta Nov. Antiqua Theoriae Medicae, ad Naturae Operas Revocata. Superstructura fluido corporum exercitio, Humanam Machinam Afficienti. Chymiae Nobilioris. Hoc est physicae antiquae experientia Sufflata. 2 parti in un volume.
Venetijs, Apud Io: Gabrielem Hertz, 1703-1702
In 8° (16,1×10 cm); (4), 337 [i. e. 327], (31), 301, (3) pp. Il frontespizio della seconda parte è posto all’inizio dell’opera mentre il frontespizio della “Pharmacopeia” non è mai stato aggiunto in questo esemplare. Nella prima parte omesse nella numerazione le pagine da 321 a 330, nella seconda parte pagina 287 numerata, erroneamente, 187. Legatura coeva in piena pelle con dorso a 4 nervi, titolo e fregi impressi in oro al dorso. Qualche difetto e segno del tempo. All’interno in ottime condizioni di conservazione. Antica nota di possesso privato al recto del piatto anteriore “Del Sig. Dotore Iurdano”. La prima opera contiene la quarta edizione della celebre farmacopea del noto fisico inglese, George Bate (1608–1668) che fu medico personale di Oliver Cromwell e di Carlo II. Fu uno dei membri fondatori della Royal Society. L’opera contiene la farmacopea di Bate nella quale sono presenti le ricette per la creazione di numerosissimi prodotti di farmacia. La farmacopea è, in quest’edizione, legata con l’opera del noto medico e chimico olandese, Jacobus le Mort anche, Jacob la Mort (13 ottobre 1650 ad Arnhem, 1 marzo 1718 a Leida). Jacob nacque in una famiglia di farmacisti studiando filosofia all’Università di Leida sotto Johannes Raei (1622-1702) e David Stuart (1627-1669). Dopo gli studi lavorò dal 1667 nella farmacia di Johann Rudolph Glauber ad Amsterdam ed in seguito, aprì un suo laboratorio chimico a Leida nel 1672 dopo la morte di Glauber. Nel suo laboratorio teneva regolarmente lezioni di farmaceutica e botanica. Nel 1678 ottenne il dottorato in medicina. Nel 1690 divenne docente di chimica a Leida divenendo rettore dell’Alma Mater nel 1706. Fu uno dei divulgatori delle teorie cartesiane. L’opera qui presentata è un dotto trattato di chimica e farmaceutica con la descrizione di diversi esperimenti chimici innovativi per l’epoca. Non comune edizione delle due opere. Rif. Bibl.: IT\ICCU\RLZE\021746.
250 euro
83) FARMACIA FARMACOPEA NAPOLI ERBORISTERIA ERBE MEDICINALI TERIACA PIANTE OFFICINALI
Ricettario farmaceutico napolitano o sia elenco de’ rimedj semplici e composti, di cui debbe obbligativamente essere provveduta ciascuna farmacia del Regno di Napoli, per essere esibiti senza eccezione nella regia visita annuale. E tariffa legale de’ prezzi de’ medicamenti approvati dal Real Ministero degli affari interni. Protomedicato del Sig. Cav. D. Giovan Battista Amati
Napoli, A spese della Congregazione degli Speziali di Napoli sotto il titolo de’ Ss. Pellegrino ed Emilano, Dalla Stamperia della Società Tipografica, 1825
In 4°; VIII, 95, (1), XXII. (2 b.) pp. Legatura in mezza tela con piatti foderati con carta marmorizzata coeva. Tracce di sporco al piatto anteriore e per il resto, nel complesso, esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Bellissima immagina xilografica al frontespizio con le effigi ed il motto: “Effigies SS. Peregrini et Aemilianiprotectore S. Chemia erorum Almae Soceitatis Neapolitanae” Quarta edizione aggiornata, la prima è del 1811, del più celebre ricettario farmaceutico napoletano compilato dal noto medico Giovanni Battista Amati, La prima edizione del “Ricettario farmaceutico napolitano” venne compilato dal grande medico, bibliofilo e docente di anatomia originario di Ruvo di Puglia, Domenico Cotugno. Le edizioni del ricettario napoletano sono, anche per l’utilizzo che ne veniva fatto, non comuni. I ricettari sono divisi in capitoli e contengono l’elenco delle sostanze medicinali obbligative a tenersi in tutte le Farmacie del Regno delle Due Sicilie al di qua del faro e le tariffe pe’ medicinali che si vendono nelle Farmacie del Regno delle Due Sicilie al di qua del faro. Alla fine del ricettario è presente l’elenco “degli speziali aggregati sin al settembre 1823 al corpo de’ Quaranta, inclusi i rappresentanti dell’attuale collegio, con al loro anzianità di posto”. L’opera descrive gli ingredienti dei diversi composti, i luoghi dove trovarli, le istruzioni per la preparazione delle varie ricette ed era necessaria a tutti gli speziali che operavano nel Regno delle Due Sicilie. Si legge ad esempio: Radice di Carlina, Radicx Carlinae, Cresce ne’ luoghi incolti, ed è molto riputata quella de’ nostri Abbruzzi. Essa è lunga, dalla grossezza maggiore di un pollice; grezz, nella sopraffaccia esternadi colore nerastro, biancastro nell’interno; spende un odore aromatico; ed imprime un sapore non disaggrevole. Contiene un muco resinoso. Proprietà medicinali, Uso. Corroborante. – Si pratica in polvere sino alla dose di quattro dramme. Si encomia ben anche il suo infuso vinoso e la sua decozione. Sarmenti di Salsapariglia – Smilax Salsaparilla, Linn. Sarmenti che partono dalla radice della pianta di questo nome, indegna delle Indie Orientali. Essi sono lunghi di più piedi, di varia grossezza e cilindirci. Il colorito è fosco esternamente, bianco farinaceo nell’interno, e con una midolla legnosa sottilissima. Il loro sapore è mucilagginoso, senza odore molto distinto, e contengono della muccilaggine, e molta parte estrattiva. Proprietà medicinali. Uso.: Diaforetici – Si praticano in polvere sino alla dose di una dramma. Se ne usa lo sciroppo sino alla dose di un’oncia; Acqua teriacale Napolitana, Processo e risultamento – si prendono del distillato di acetosella, dello scordio, della ruta capraria, del cardo benedetto, di ciascuno libbre tre, di teriaca libbra una. Quest’ultima si sciolga ne’ distillati, indi si distilli il mescuglio sin al prodotto dsi dieci libbre. Caratteri, l’acqua teriacale ritiene la fragranza teriaca; desta un saporeamaretto-acidulo, ed è leggermente latticinosa nel colore. Proprietà medicinali Uso, Nervina, stomatica, vermicida, si prescrive sino ad oncie due. Ecc. Fra i proddotti e le erbe: Acido borico o boracico; Acqua di ruta; Acqua di rose; Acqua di menta; Acqua di cannella; Acqua teriacale napolitana; Arniuca; Balsamo Innocenziano; Cerussa Marziale; Elisire bianco di Elmonzio; Empiastro di Diachilon semplice; Empiastro fodigato di Paracelso; Estratto acquoso di oppio; Estratto di genziana; Gomma ammoniaca; Ipecacuana; Laudano liquido; Massa pillolare di Belloste, Massa di storace di Silvio; Nitro Stibiato; Opedeldoc; Quassia; Poligala Virginiana; Polvere antimoniale di James; Rabarbaro; Sale di Seignette; Salsapariglia; Scammonea; Sciroppo di cicorie col rabarbaro; Solfo anodino; Spirito di Minderero; Tartaro emetico; Tartaro vetriolato; Teriaca; Terra foliata d Tartaro; Unguento di S. Genevieffe; Unguento mercuriale napolitano; Zafferano ecc. Non comune. Rif. Bibl.: ICCU IT\ICCU\NAPE\029250.
150 euro
84) FARMACOLOGIA FARMACOPEA ERBORISTERIA PIANTE CHIMICA PISA
Orosi Giuseppe,
Farmacologia Teorica e Pratica, ovvero Farmacopea Italiana di Giuseppe Orosi, Quarta Edizione corredata di moltissime aggiunte ed innovazioni.
Milano, Libreria Editrice, 1868 – 1876
In 4° piccolo (25,8×16,6 cm); (2), LVI, 1686 pp. e una c. di tav. con ritratto di Giuseppe Orosi. Legatura coeva in mezza-pergamena con titolo, autore e fregi in oro al dorso su fascetta in pelle. Piatti foderati con carta telata. Numerose illustrazioni nel testo. Quarta edizione, la prima definitiva, preferita a tutte le altre, per completezza ed ampiezza, di questa celebre farmacopea italiana, opera del celebre chimico pisano, Giuseppe Orosi (Pisa, 17 marzo 1816 – Livorno, 14 dicembre 1875). Orosi si laureò in Farmacia preso l’Università di Pisa iniziando, poi, a lavorare in una spezieria di Castagneto Carducci prima e quindi, nella farmacia Villoresi di Livorno. Personaggio dai numerosi interessi, si dilettava, nel tempo libero, a portare avanti studi di lettere, architettura, matematica, lingue straniere e latino, arrivando a pubblicare una nota traduzione delle lezioni di filosofia di Dumas. Dopo pochi anni di lavoro iniziò ad elaborare l’idea di una farmacologia teorica e pratica aggiornata con gli ultimissimi ritrovati di farmacia che lo stesso Orosi elaborava e sperimentava. Nel 1842 divenne Intendente di Farmacia presso l’ospedale di Livorno prima e dopo, direttore del laboratorio chimico Corridi. Il suo grande fiuto per gli affari, lo porto a fondare a Livorno un laboratorio di prodotti chimici con il socio, Contessini-Orosi. Il laboratorio che prendeva il nome, proprio, dai due soci si chiamava Laboratorio Contessini-Orosi ed nel corso di pochissimi anni, divenne il più importante tra gli stabilimenti chimici italiani. Nel 1849 Orosi divenne professore all’Università di Firenze ma tale prestigiosa carica, gli venne ben presto revocata dopo la restaurazione del Graducato lorenese. La carica gli venne poi, di nuovo assegnata con l’annessione del Granducato al nascente Regno d’Italia con il titolo di professore onorario alla prestigiosa scuola di Santa Maria Novella, una delle più celebri d’Italia per la farmacia. Nel 1860 ottenne anche la carica di professore ordinario a Pisa dove nel 1865, creò la Scuola Universitaria di Farmacia. Il suo nome è legato anche allo studio delle qualità termali delle acque di San Giuliano Terme presso le quali dal 1865 al 1875 portò avanti uno studio approfondito sulle loro qualità terapeutiche. La sua farmacopea è considerata una delle più importanti dell’ottocento per quantità di ricette in essa descritte. Scrive Marco Ciardi nella voce dedicata a Orosi nel Dizionario Biografico degli Italiani (Treccani, Volume 79, 2013): “Negli anni Quaranta dell’Ottocento, Orosi iniziò a produrre una serie di ricerche relative all’analisi delle acque di diverse zone della Toscana, collaborando anche con importanti scienziati, come Paolo Savi e soprattutto Gioacchino Taddei, uno dei chimici più famosi e influenti del tempo. Nel corso della settima Riunione degli scienziati Italiani (Genova 1846), Taddei sollecitò la discussione sulla necessità di adottare un codice farmaceutico uniforme per tutta l’Italia. Venne decisa l’istituzione di comitati rappresentativi dei diversi Stati italiani allo scopo di gestire le operazioni preliminari per la realizzazione del lavoro. Il progetto, tuttavia, non andò a buon fine. Fu così che Orosi decise di farsi carico dell’ambiziosa opera, che iniziò a redigere nel 1847. Il testo venne completato due anni dopo e prese il titolo di Farmacologia teorica e pratica o farmacopea Italiana. […] Nel 1866 dette alle stampe, per i tipi della Libreria editrice di Milano, il primo volume della quarta edizione della Farmacopea (il secondo sarebbe uscito postumo nel 1876). Dedicata a Taddei, l’opera rappresentò un punto di riferimento essenziale in campo farmaceutico fino al 1892, quando finalmente l’Italia si dotò di una farmacopea ufficiale valida su tutto il territorio nazionale”. Non comune edizione, in buone-ottime condizioni di conservazione della più importante farmacopea italiana della seconda metà dell’ottocento. Rif. Bibl.: IT\ICCU\RLZ\0303143.
200 euro
85) FARMACOPEA FARMACIA BOLOGNA BOTANICA VELENI ERBORISTERIA MEDICINA FARMACISTA
Farmacopea di Antonio Ferrarini Farmacista Membro della Commissione di Sanità della città e Provincia di Bologna e già ripetitore di farmacia nell’Università. Seconda edizione Corredata di Nuove Aggiunte dell’Autore.
Bologna, Per le Stampe del Sassi, 1832
In 4°; 833, (3) pp. Legatura coeva in mezza-pelle verde con titolo, autore e ricchi fregi in oro al dorso. Piatti foderati con carta marmorizzata coeva ai piatti. Alcune macchioline di foxing come caratteristico di tutti gli esemplari a causa della qualità della carta utilizzata. Antica firma d’appartenenza privata al frontespizio. Seconda edizione, notevolmente aumentata (più di 300 pagine) rispetto alla prima edizione del 1825, di questa farmacopea bolognese, opera del noto farmacista e ripetitore di Chimica farmaceutica all’Università di Bologna, Antonio Ferrarini che fu fondatore di diverse farmacie pubbliche e private bolognesi. Ferrarini fu il più influente farmacista bolognese del XIX° secolo. L’opera descrive la composizione medicinali ed erboristiche, i metodi di preparazione e di analisi e quanto altro serva a identificare e standardizzare sul piano qualitativo e quantitativo i preparati farmaceutici. L’opera descrive così centinaia di ricette di farmacopea basate sulle piante, insetti, veleni ecc. Opera non comune, in buone condizioni di conservazione e in bella legatura coeva.
250 euro
86) MEDICINA PARASSITOLOGIA PAVIA BROWNIANESIMO MEDICINA PARASSITOLOGIA PAVIA BROWNIANESIMO ELMINTI BRERA PRIME EDIZIONI
Lezioni medico-pratiche sopra i principali vermi del corpo umano vivente e le così dette malattie verminose.
Crema, Presso Antonio Ronna, 1802
In 4° grande; antiporta con ritratto di Brera realizzato dai fratelli Bordiga su disegno di Mora, 186, (2) pp. e V c. di tav. più volte ripiegata. Legatura coeva in piena pergamena rigida con dorso a 5 nervi, titolo impresso in oro su fascetta in pelle ad un tassello. Piccoli forellini di tarlo al dorso. Esemplare ad amplissimi margini ed in barbe ed in perfette condizioni di conservazione, stampato su carta di ottima qualità. Prima edizione di questa celeberrima opera del famoso medico e patologo italiano, Valeriano Luigi Brera (Pavia, 7 giugno 1772 – Venezia, 4 ottobre 1840). Brera si laureò all’Università di Pavia nel 1793. Dopo la laurea viaggiò per l’Europa per perfezionarsi nelle principali sede europee quali Vienna, Lipsia e Londra. Presso questi atenei prese contatto ed intrattenne rapporti con emerite personalità del mondo accademico Blumenbach, Osiander e Monro. Nel 1797 rientrò in Lombardia dove gli venne offerta la cattedra di Clinica Medica dell’Università di Pavia. L’anno seguente divenne anche primario negli ospedali di Pavia e di Crema. Nel 1806 fu a Bologna dove gli venne assegnata la prestigiosa cattedra di medicina legale. Nell’ateneo felsineo creò un gabinetto di patologia e medicina legale. Quando nel 1808 morì J. P. Franck che ricopriva la cattedra di Clinica Medica del famoso Collegio Imperiale di Pietroburgo, il posto venne offerto a Brera che però rifiutò. Negli anni seguenti divenne direttore della cattedra di Clinica e Patologia Medica dell’Università di Padova, succedendo a Pierantonio Bondioli occupando questa cattedra fino al 1832. In contemporanea, tra il 1817 ed il 1822, fu direttore dell’ospedale di Padova e grazie a questa carica, poté raccogliere numerosissimi dati clinici ed esperienze dirette. Brera oltre ad essere uno dei più apprezzati ed abili clinici italiani della prima metà dell’ottocento, fu anche uno dei massimi sostenitori della dottrina del brownianesimo in patologia e in clinica. Fu un grande sostenitore dell’uso dello jodio in terapia e della somministrazione di alcuni medicamenti tramite frizioni. Questo qui presentato in prima edizione ed in ottime condizioni di conservazione, è uno dei suoi studi più importanti. Le magnifiche tavole che illustrano l’opera sono realizzate da Anderloni. Rif. Bibl.: Wellcome III p. 608; 69 Nissen DZB, p. 63; Hirsch I p. 692; ICCU, RLZE\021582 e PUVE\001583.
260 euro
87) LEGATURA PIEMONTESE TORINO LEGATURE ARTIGIANALI STAMPATORI BELTRAMO ANTONIO RE
Strenna Spirituale o sia Esercizio di Cristiana Pietà in cui vi sono le orazioni per la mattina, e sera; quelle nell’udire la S. Messa; il modo di ben confessarsi,e communicarsi e varie altre divinazioni a Gesù, Maria, ed à Santi. Nuovamente ristampato in carattere più grande per comodo di varie divote persone, ed anche più corretto, ed accresciuto.
Torino, Presso Beltramo Antonio Re, 1791
In 12° (13,5×7,8 cm); 360 pp. Bellissima legatura coeva piemontese con ricchi fregi in oro ai piatti e fregi floreali al dorso con filetti in oro. Carta marmorizzata a foderare i piatti. Tagli riccamente dorati. Testo completamente inquadrato i belle cornici xilografiche. Bell’edizione di questo devozionalia in bellissima legatura coeva. Qualche leggera strofinatura e nel complesso in buone-ottime condizioni di conservazione.
120 euro
88) VENEZIA STORIA LOCALE VENETO PRIME EDIZIONI CARTOGRAFIA VEDUTE
Magia di Venezia a Cura di Alvise Zorzi, Presentazione di Diego Valeri
Roma, Editalia-Edizioni Italia, 1971
In folio (40×31 cm); 242 pp. e con 3 piante rip. f.t. 145 illustrazioni nel testo molte a piena pagina tratte dalle collezioni del gabinetto nazionale, dalla calcografia nazionale e dalla collezione Casati. Legatura coeva in piena pelle con piatto foderato in metallo con grande riproduzione del leone di San Marco. 5 borchie al dorso. Dorso a 5 nervi con titolo, autore, editore ed autori e ricchi fregi in oro al dorso. Il volume è conservata entro una custodia in cartoncino rigido foderato in mezza tela e con immagine antica di Venezia. La lastra al piatto anteriore fu realizzata a sbalzo dall’artista Arturo Bruni. Esemplare ad personam di questa monumentale opera tirata in soli 1449 esemplari (questo è l’esemplare numero 928).
150 euro
89) SAN MARCO BASILICA ARCHITETTURA STORIA LOCALE VENEZIA
La Basilica di San Marco, a Cura di Flavio Cristiano,
Roma, Editalia, 1998
In folio (40×31 cm); 277, (3) pp. Bella legatura artigianale in piena pelle con immagine del leone di san marco e titolo a sbalzo al piatto anteriore. 5 borchie in metallo al piatto posteriore. L’opera è contenuta entro una custodia in mezza-pelle con immagini a colori applicata ai piatti. Prima edizione di questa non comune monumentale opera, dedicata alla Basilica di San Marco che contiene il testo critico di Flavia Cristiano e numerosissime tavole tecniche ed artistiche in bianco e nero ed a colori. L’opera venne tirata in 1499 esemplari, il nostro è l’esemplare numero 12. “Finito di stampare nel mese di Marzo MCMXCVIII per Editalia Spa da prostampa Roma – Su speciale carta marcata, appositamente prodotta dalle cartiere Milani Fabriano – Redazione a cura di Sana Fina – Ricerca iconografica di Flavia Cristiano – Apparatoiconograficoa cura di Cecilia Sica – Riproduzioni e fotocomposizione di Composit, Roma – Rilegatura, custodia e impressionii in oro zecchino di Antinori, Roma – Sbalzo della copertina in pelle primo fiore di Mario Picchi. Impaginazione di Maria Grazia Lo Verso – Coordinamento Grafico di Daniela Tiburtini”. Il volume rappresenta una delle più voluminose opere dedicate alla Basilica di San Marco. Esemplare in ottime condizioni di conservazione, completo anche dei due foglietti che pubblicizzano la pubblicazione.
500 euro
90) DIVINA COMMEDIA LEGATURA EDIZIONI RARE EDIZIONI VADE MECUM
La Divina Commedia di Dante Alighieri,
Firenze, G. Barbera Editore, 1900
6,4×4,5 cm; (4), 455, (1) pp. Legatura coeva in piena-pelle riccamente arabescata con titolo impresso in oro al piatto anteriore. Nome dell’autore al dorso. Editore in oro al dorso. Una piccolissima ed insignificante mancanza all’angolo posteriore esterno del piatto anteriore e nel complesso esemplare in ottime condizioni di conservazione. Piatti interni foderati di bella carta floreale coeva. Ritratto di Dante in antiporta. Prima edizione della celeberrima collana vade-mecum della Divina Commedia edita dalla Barbera. Barbera ideò quest’edizione della Divina Commedia per creare l’esemplare più piccolo del poema dantesco leggibile ad occhio nudo. Nelle 455 pagine è contenuta tutta la Divina Commedia. Dopo questa prima edizione, rara, l’opera venne ristampata più volte. Rif. Bibl.: IT\ICCU\RAV\0175726.
280 euro
91) MATEMATICA ASTRONOMIA GEOLOGIA STORIA DELLA MATEMATICA
Tabulae sinuum, tangentium & secantium, et logarithmi sinuum, tangentium, & numerorum ab unitate ad 10000. Cum Methodo facillima, illarum ope, resolvendi omnia Triangula Rectilines et Sphaerica, et plurimas Quaestiones Astronomicas. ab A. Vlacq.,
Lugduni, Apud Ioannem Thioly, vico Mercatorio sub signo Palmae, 1670
In 8°; 56, (288) pp. e una c. di carta in antiporta. Bella legatura coeva in piena pergamena con titolo e autore, manoscritto da mano coeva nei tasselli. Dorso a 5 nervi. Antica nota di possesso privato alla prima carta bianca, coperta da pecetta ma ben visibile in controluce “Ex-Libris Ioan: Vincentij Petrini” e al margine basso bianco dell’antiporta “Cona Andrea Ondedei”. Petrini, probabilmente, è il celebre geologo ed esperto di minerali, Giovanni Vincenzo Petrini che fu con Scipione Breislak (1748 – 1826), Carlo Giuseppe Gismondi (1762 – 1824) ed Adolfo Brattina (1852 – 1935) il fondatore del Museo di Storia e scienza al Museo Naturalistico Mineralogico del Collegio Nazareno di Roma e a lui si deve la nascita del Gabinetto di Minerologia”. Appartenente all’ordine dei padri Scolopi, venne da questo espulso per le sue idee troppo illuministiche e giacobine. Rara edizione, come tutte le edizioni seicentesche, di una delle più celebri opere del famoso matematico, astronomo ed editore olandese, Adriaan Vlacq (Gouda, 1600? – L’Aia, 1667). Esemplare uniformemente e leggermente brunito ma nel complesso in ottime condizioni di conservazione. Rif. Bibl.: ETH-Bibliothek Zürich, Rar 5322.
450 euro
92) POESIA BARBERA EDIZIONI VADE MECUM
Il Tesoretto della Poesia Italiana
Firenze, G. Barbera Editore, 1900
6,4×4,5 cm; (4), 354, (2) pp. Legatura coeva in piena-pelle riccamente arabescata con titolo impresso in oro al piatto anteriore. Nome dell’autore al dorso. Editore in oro al dorso. Una piccolissima ed insignificante mancanza all’angolo superiore esterno del piatto anteriore e del piatto posteriore, qualche minima strofinatura e nel complesso esemplare in buone condizioni di conservazione. Piatti interni foderati di bella carta floreale coeva. Prima edizione della celeberrima collana vade-mecum di questo tesoretto edita dalla Barbera. L’opera raccoglie celebri componimenti della letteratura italiana dal quattrocento ai giorni nostri da Dante a Giacomo Zannella.
55 euro
93) LEOPARDI POESIA BARBERA EDIZIONI VADE MECUM
Poesie di G. Lepardi, Edizione Vade Mecum
Firenze, G. Barbera Editore, 1901
6,4×4,5 cm; VIII, 308 pp. Legatura coeva in piena-pelle riccamente arabescata con titolo impresso in oro al piatto anteriore. Nome dell’autore al dorso. Editore in oro al dorso. Qualche minima strofinatura e nel complesso esemplare in ottime condizioni di conservazione. Piatti interni foderati di bella carta floreale coeva. Seconda edizione della celeberrima collana vade-mecum delle poesie di Leopardi. Non comune.
70 euro
94) POESIA BARBERA EDIZIONI VADE MECUM RIME
Petrarca Francesco,
Le rime di Francesco Petrarca,
Firenze, G. Barbera Editore, 1900
6,4×4,5 cm; V, (1), 379, (1) pp. Legatura coeva in piena-pelle riccamente arabescata con titolo impresso in oro al piatto anteriore. Nome dell’autore al dorso. Editore in oro al dorso. Una piccolissima ed insignificante mancanza all’angolo superiore esterno del piatto anteriore e del piatto posteriore, qualche minima strofinatura e nel complesso esemplare in buone condizioni di conservazione. Piatti interni foderati di bella carta floreale coeva. Prima edizione della celeberrima collana vade-mecum della Barbera delle Rime del Petrarca. Non comune.
80 euro
95) DANTESCA DIVINA COMMEDIA LETTERATURA ITALIANA PRIMA EDIZIONE FIRENZE LIBRI DI FORMATO PICCOLO
La Divina Commedia. novamente annotata da G. L. Passerini
Firenze, G. C. Sansoni, 1897-1898
In 24° (10,4×7,3 cm); tre tomi: X, (2), 373, (3) pp., (4), 368 pp., (4), 378, (2) pp. Legature editoriali coeve in carta pergamenata con titolo, autore, editore e anno di stampa impressi in nero e nero, numero del volume al piatto anteriore. Il numero del volume viene ripreso al dorso e al piatto posteriore il prezzo del volume in rosso e nero. Piccola mancanza alla sopraccoperta del dorso del volume del paradiso. Al frontespizio del volume del paradiso, leggero alone di forma quadrata dovuto all’effetto della carta pergamenata sulla carta del volume. All’antiporta del primo volume ritratto di Dante. Come in ogni esemplare, alcune carte si presentano leggermente ed uniformemente brunite a causa della qualità utilizzata per la stampa. Capolettera silografico ornato e testatina al primo volume. Esemplare, nel complesso, in buone condizioni di conservazione. Celeberrima prima edizione in questo piccolo formato della Divina Commedia, curata dal celebre bibliotecario della Biblioteca Laurenziana di Firenze, Giuseppe Lando Passerini (1858-1932) che fu tra i fondatori del Giornale dantesco, pubblicazione che diresse dal 1893 al 1916. Non comune. Rif. Bibl.: Mambelli, n. 477.
90 euro
96) CATALOGO EDITRIALE EDITORIA NOTARI SOCIETA’ ANONIMA EDITORIALE CATALOGHI EDITORIALI
Società Anonima Istituto Editoriale Italiano Milano,
Catalogo Generale delle proprie edizioni, 1919
(Milano), (Società Anonima Istituto Editoriale Italiano), S. data (ma 1918)
In 12° (9,5×12 cm); 83, (3) pp. e 11 c. di carta con le cedole di abbonamento ad alcune pubblicazione della nota casa editrice. Bellissima legatura in seta a motivi floreali in nero, verde e viola. Il testo è inserito in cornice verde. Prima ed unica edizione di questo catalogo editoriale della celebre casa editrice “Società Anonima Istituto Editoriale Italiano” fondata nel 1911 a Milano da Umberto Notari. Il suo emblema iniziale fu una scala con (ma anche senza) il motto “Costruire”. Titolo impresso fu fascetta al piatto anteriore. Esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione.
20 euro
97) CATALOGO EDITRIALE EDITORIA NOTARI SOCIETA’ ANONIMA EDITORIALE CATALOGHI EDITORIALI LEGAURE ARTIGIANALI RELIURE
Società Anonima Istituto Editoriale Italiano Milano,
Catalogo Generale delle proprie edizioni, 1917
(Milano), (Società Anonima Istituto Editoriale Italiano), S. data (ma 1916)
In 12° (9,5×12 cm); 125, (5) pp. e 16 c. di tavola con riproduzioni di esempi delle bellissime legature con la quale la Società Anonima Istituto Editoriale Italiano era solita caratterizzare le sue opere edite. Seguono 14 carte con le cedole di abbonamento ad alcune pubblicazione della nota casa editrice. Bellissima legatura in seta a motivi floreali in nero, verde e viola. Il testo è inserito in cornice verde con bellissime testatine e finalini animati. Prima ed unica edizione di questo catalogo editoriale della celebre casa editrice “Società Anonima Istituto Editoriale Italiano” fondata nel 1911 a Milano da Umberto Notari. Il suo emblema iniziale fu una scala con (ma anche senza) il motto “Costruire”. Titolo impresso fu fascetta al piatto anteriore. Le tavole presentano delle riproduzioni a colori delle bellissime ed innovative legature che caratterizzarono le opere edite dalla Soceità Anonima Istituto Editoriale Italiano. Esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione.
55 euro
98) AGRICOLTURA FRUTTICOLTURA ALLEVAMENTO VINICOLTURA VINO ACETO BALSAMICO PRIME EDIZIONI ECONOMIA PESCICOLTURA
Re Filippo,
Nuovi elementi di Agricoltura del Conte Filippo Re, Professore di Botanica ed Agricoltura della Università di Modena, Ec. Volume Primo – Secondo – Terzo – Quarto
Milano, Per Giovanni Silvestri, 1815
In 8° grande; 4 tomi: VIII, 304 pp., 352 pp., 318 pp., 342 pp. e 1 c. di “Annuncio tipografico”. Belle ed eleganti legature editoriali rosse con autore, titolo, numero di volumi, fregi e ricco intarsio floreale in oro ai dorsi. Piatti foderati con bella carta percalina verde a motivi floreali e geometrici in rilievo. Antica pecetta ex-libris privata a stampa nel margine bianco di ogni frontespizio. Esemplari in ottime condizioni di conservazione. Il nostro esemplare, come altri usciti per primi dall’editore, non presenta il ritratto di Filippo Re (qui appunto mai aggiunto) che venne inserito nell’opera dopo le prime copie uscite. Nel primo volume dedica a Duca Francesco IV d’Este. Prima edizione, non comune, di questa celebre opera del grande economista, botanico e agronomo reggiano, Filippo Re (Reggio Emilia, 20 luglio 1763 – Reggio Emilia, 26 marzo 1817). Re, dopo gli studi condotti a Ravenna, ebbe la cattedra di Agraria dell’Università di Bologna: Qui istituì un orto agrario, per il quale ricevette nel 1806 da Napoleone l’Ordine della Corona di Ferro. Le opere di Re furono le opere di agronomia più lette nel corso della prima metà dell’ottocento. Nell’opera qui presentata, Re ricostruisce nei minimi particolari i segreti della coltivazione partendo dagli aspetti geologici dei terreni per passare ai vari tipi di pianta, l’allevamento di bovini ed ovini, ma anche piscicoltura ed avicoltura, gli aspetti economici legati alla coltivazione ed al tipo di contratto dei lavoratori. Un capitolo di quasi 100 pagine è dedicato alla coltivazione del vino ed alla produzione del vino con nozioni sul come conservare i vini. Nel capitolo dedicato ai vini si parla anche dell’aceto balsamico di Modena. Scrivono Gabriella Bonini e Rossano Pazzagli nella voce dedicata a Filippo Re nel Dizionario Biografico degli Italiani edito da Treccani (Volume 86, 2016): “Oltre ai cultori delle scienze agrarie, Re ha suscitato l’interesse degli studiosi di storia economica e della letteratura. Alberto Caracciolo (1973, p. 600) gli ha dedicato considerazioni significative nell’ampio affresco sulla storia economica italiana dal primo Settecento all’Unità, mentre Roberto Finzi (1992, pp. 398 s.), affrontando il tema della mezzadria, ha ricordato l’attenzione dello studioso reggiano per la questione dei rapporti agrari e, soprattutto nei Nuovi elementi di agricoltura, per il giudizio negativo del ruolo dei braccianti giornalieri, contestuale a una valutazione positiva del rapporto mezzadrile. Ezio Raimondi (in Narrazione intorno a Filippo Re, 2006, pp. 25-35) ha visto in Re un grande sperimentatore, il continuatore, nella sfera agronomica, di Galileo Galilei, riconoscendogli un ruolo di primo piano nella storia della cultura italiana nel momento di passaggio dall’Ancien régime all’età napoleonica e alla restaurazione. Diverso è il giudizio di Antonio Saltini, per il quale Re non fu tanto un modernizzatore del sapere agronomico, quanto il propugnatore di una dottrina agronomica che nessun progresso segnava rispetto a quella degli autori latini di agricoltura. Per Saltini, Re è il protagonista che vanta il titolo di precursore del ‘risorgimento agronomico’, ma è anche lo studioso che dell’agronomia italiana incarna la pluridecennale arretratezza (Saltini, in Narrazione intorno a Filippo Re, 2006, pp. 59-70)”. Prima edizione in ottime condizioni di conservazione ed in bella legatura artigianale coeva. Rif. Bibl.:
180 euro
99) ASTRONOMIA GEOLOGIA SISTEMA COPERNICANO NEWTON FILOSOFIA NEWTONIANA FILOTTRANO SAN SEVERINO MARCHE PRIME EDIZIONI
Rime del conte Giuseppe Laviny patrizio romano, e settempedano, detto fra gli arcadi Eromede Somiziano.
In Roma, nella stamperia di Gio: Zempel presso Monte Giordano, 1750.
16°; (16), 240 pp. Piena pergamena coeva, con tassello e titolo impresso in oro al dorso. Esistono tre varianti di questa edizione tutte uscite nel 1750. Esemplare con al frontespizio, incisione con lo stemma degli arcadi. L’opera è dedicata al Marchese di Ripalta Giovanni Pietro Lucatelli, Cameriere Segreto della Santità di N. Signore Felicemente Regnante e Custode Presidente al Museo Capitolino. Edizione rara di questa curiosa raccolta di componimenti del noto prelato e arcade marchigiano, Giuseppe Lavini (Filottrano, 1721 – S. Severino, 1793). Lavini fu personalità esuberante e complessa. Canonico e teologo della Cattedrale di Osimo, si narra che era mal visto sia dalle gerarchie ecclesiastiche che dai fedeli per la sua condotta estremamente mondana. Poeta arcade, era conosciuto col nome di Eromede Somiziano. L’opera è particolarmente ricercata per i temi trattati nei suoi componimenti. L’opera si apre con alcune lettere di encomio all’autore scritte dal marchese Giovanni Francesco de’ Toschi di Fagnano, Giovanni Battista Bertucci presidente dell’Accademia, Luisa Maria Caterina Bassi Verati, lettrice dell’Università di Bologna, L.A. Muratori, Giuseppe Carpani del Collegio romano, padre Boscovich del Collegio romano, padre Francesco Jacquier, prof. di Filosofia alla Sapienza di Roma. L’autore passa, poi, ad esporre in versi il sistema di Newton relativo all’attrazione dei corpi e in particolar modo dei corpi celesti, le teorie geologiche più avanzate sui fossili ed i sistemi astronomici, facendo del volume un veri e proprio trattato scientifico, astronomico e geologico. I 60 sonetti e le Annotazioni ai sonetti contengono più estese spiegazioni scientifiche di geologia, cosmologia, geometria, vulcanologia ecc, e riferimenti ai maggiori scienziati che hanno fatto la storia di queste discipline tra cui Kircher, Keplero, Galilei. Fra i titoli: “S’incomincia a spiegare l’opinione di S. Agostino si dimostra come si sviluppasse dal Caos”, “Si accenna e rigetta il Sistema del Sig. Gio: Woodvvard intorno ai corpi marini su’ monti, e si posrta la ragione per la quale è rigettato”; “Che se sol rimirar Pianeti, e Stelle si continua la prova dell’esistenza di Dio presa dalle operazioni dell’Anima dell’Uomo”; “Si accenna l’opinione di Aristotele intorno alla eternità del Mondo e se ne incomincia a dimostrare l’insussistenza”, “Ammessa l’ipotesi Copernicana si spiega, come la Terra in vigore dei due moti uno centrifugo, l’altro centripeto, faccia il suo giro Ellittico intorno al Sole giusta il Sistema di Newton”, “Si stabilisce l’opinione, che lì una volta arrivasse il Mare, dove ora si trovano i marini producimenti”, “E’ un corpo il Sole, e la di lui figura Si accenna una nuova opinione intorno al Corpo Solare, ed alla Sua Luce, del Sig. Gio: Battista Bertucci”, “Fuvvi chi disse ancor, ch’abbia sotterra, Si accenna falsa l’opinione di quelli, i quali credono, che dall’acque uscite dal Mare per dar la sorgenre alle fontane siano portati i corpi marini su’ monti, e si asserisce, che dalle acque per sotterranei cammini uscite dal mare non vengono le fontane, inerendo alle osservazioni del Vallisneri e di altri Letterati”, Fatto così del Mar più stretto il giro, Dimostrato ne precedenti Sonetti il necessario abbassamento del mare, si fa vedere quanto sia facile lo scioglimento della gran questione de corpi marini su’ monti”, Delle macchie del Sole considerate come esalazioni di cose bituminose, e sulfuree si arguisce, che sia il Sole un globo, che abbia la sua atmosfera dell’aria, come i Pianeti, sovra la quale si trattengano le sopraddette Esalazioni, da noi dette macchie del tutto staccate dal corpo del Sole, entra ciò, che asserisce Cartesio, inerendo alla seconda regola di filosafare, data dal Newton, ed all’esempio ivi arrecato nel lib. 3. de princ. Mattemat.”, “ Ha il Sol le fiamme e il tutto colora, dalle fiamme del Sole, dalle acque dei Mari, e dal moto costante ancor ne’ Pianeti si deduce in conseguenza de’ Sonetti precedenti, che il Mondo è stato creato, e tralasciando di parlare della Creazione delle Stelle, e de’ Pianeti, s’incomincia a parlare della creazione della Terra con un nuovo Sistema contra il Bournet”, “Si stabilisce la cagion della morte in tutti i corpi viventi il rompimento e lo sconcerto delle solide parti”, “ Si comincia a dimostrare il consumo de’ fluidi sovra la Terra”, “Dopo aver nel precedente Sonetto accennato il Sistema Cartesiano de’ Vortici, in questo si rigetta e si porta fra le molte che si potrebbero, la ragione del roversciamento fatto di esso dal moto irregolare delle Comete”, “ Dopo aver dimostrato come la Terra sempre fin dalla sua primiera costituzione è stata ineguale, e divisa in mari, valli, monti, e colline, si spiega in questo Sonetto l’utilità di questa ineguaglianza”, “Si accenna e rigetta il Sistema dell’Ormoro intorno ai corpi marini, che son ne’ Monti”, “Si afferma il moto del Sole e la quiete della Terra, e si ricomincia a parlare della Ipotesi del moto di questa”, “Dopo aver dimostrato il consumo notabile delle fiamme nelle Stelle, e de’ fluidi ne’ corpi Planetarj, si prova la creazione del Mondo”, “Non perchè il Sol più a noi vicina rispenda Si dimostra come, e perchè stando il Sole alla terra più lontano nell’estate che nell’invernorende maggior calore in quella che in questa stagione”, “ Dopo di avere spiegato ne’ precedenti Sonetti il moto annuo, che, ammessa l’Ipotesio Copernicana, fa la Terra intorno al Sole, si spiega in questo Sonetto il suo moto diurno intorno a se stessa e si reca dell’uno e dell’altro un chiarissimo esempio”, “Eustachio Divini, dopo il Galileo, il primo che abbia illustrato con ottimi Cannicchiali la scienza Astronomica, è quegli che è nominato in questo Sonetto; l’altro Eustachio parimenti quivi nominato è il famoso Bartolomeo Eustachio Principe dell’Arte Anatomica, come lo chiama Monsig. Lancisi, ed altri Questi Valenti Uomini erano ambidue da S. Severino detta anticamente Settempeda”, “Accennato che cosa sia la luce si cava da questa per conseguenza che il Mondo è eterno”, “Col padre Kirker si stabilisce esser cinquecento Vulcani su questa Terra: colle Osservazioni de Signori Halleì, e Loaville in Inghilterra nel tempo
dell’Eclisse del Sole l’anno 1715. SI afferma esser Vulcani ancor nella Luna; ed inerendo alla terza regola di filosofare; data dal Newton si stabilisce che ancor nel Sole provenga dai medesimi il fuoco”, “Si propone il Fenomeno de’ corpi marni su i monti e se ne incomincia a cercare la scioglimento”, “Secondo le osservazioni del Vallisneri si asserisce, che i corpi marini su monti non si trovino, che dalla parte guardante il Mare ed a strati diversi e di specie diverse come nel fondo del Mare”, “Si prova il consumo de‘ fluidi e si asserisce quanto ha dimostrato Mr. Mariotte ed altri”, “Dopo aver stabilito nel precedente Sonetto il giusto Sistema, ed ammesso in Ipotesi il Copernicano si spiegano in questo alcune delle ragioni colle quali si suol sostener questa Ipotesi”, “Si accennano i vortici Cartesiani e come i pianeti secondo il loro autore, vedan per essi”, “ Si Loda di Newton ed il suo Sistema e si parla dell’attrazione”, “Nell’Ipotesi Copernicana si spiega, secondo il sistema di Newton come la Terra combattuta dalle sue forze centrifuga, e centripeta descrive un’Elissi intorno al Sole”, “Dopo aver riferiti alcuni errori che si dicevano degli antichi intorno al sole s’incomincia a parlare di una opinione probabile”, “Si accennano degli effetti della attrazione seconda il Sistema Newtoniano”, “Si accenna l’opinione della virtù plastica che da tanti era creduta produttrice de’ corpi marini che son ne’ monti, e si deride colle parole del Vallisnieri”, “Si rende ragione della lunghezza ora maggiore ora minore de’ giorni” ecc.
350 euro
100) NAPOLEONICA NAPOLEONE RIVOLUZIONE FRANCESE PRIMA EDIZIONE ITALIANA NAPOLEON BONAPARTE RARITA’ BIBLIOGRAFICA
Vita di Napoleone Buonaparte Imperatore de’ Francesi preceduta da un quadro preliminare della Rivoluzione Francese di Sir Walter Scott prima versione italiana dall’Inglese di Vittorio Pecchioli, Tomo I – XX (completa dei venti tomi).
Firenze, Tipografia Coen e Comp., 1827
In 8° piccolo (15,2×9,5 cm); XX tomi in 10 volumi: 201, (1) pp. e una c. di tav. fuori testo in antiporta con ritratto di Napoleone realizzato da Riccardo Wagner, 188 pp., 220 pp., 228 pp., 188 pp., (2), 203, (1) pp., 171, (1) pp., 248 pp., 250 pp., 222 pp., 195, (1) pp., 188 pp., 223, (1) pp., 242 pp., 208 pp., 203, (1) pp., 202 pp., 204 pp., 200 pp. (un piccolo forellino all’angolo basso dell’ultima pagina), 258 pp. Legature omogenee coeve in mezza-pelle verde con autore, titolo, numero del volume, filetti e ricchi fregi in oro ai dorsi. Tagli foderati in carta marmorizzata coeva (qualche lieve strofinatura e piccola mancanza in alcuni piatti, non significativi). Qualche leggerissimo foxing, in alcuni volumi, dovuti alla qualità della carta e nel complesso esemplare in buone condizioni di conservazione. Prima assai rara edizione, rarissima da reperirsi completa di tutti i XX tomi, della prima traduzione italiana della monumentale opera del celebre scrittore, romanziere e poeta scozzese considerato il padre del romanzo storico, Sir Walter Scott, I Baronetto Scott (Edimburgo, 15 agosto 1771 – Abbotsford House, 21 settembre 1832). Questa prima edizione italiana, praticamente contemporanea alla prima edizione inglese, venne stampata dagli stampatori fiorentini di origine ebraica, Coen, utilizzando la traduzione del pisano, Vittorio Pecchioli. Il successo dell’opera fu immediato tanto che si contano diverse edizioni a partire dalla fine del 1827. L’opera di Scott è particolarmente apprezzata non solo per l’attinenza ai fatti ma anche per la scorrevolezza della lingua. Prima edizioni italiana, rarissima.
600 euro
101) NAPOLONE NAPOLEONICA PRIME EDIZIONI BONAPARTE STORIA BIOGRAFIA MEMORIE
Cenni Storici della vita pubblica e privata di Napoleone Bonaparte per Eugenio Pogliani,
Napoli, Stamperia e Cartiere del Fibreno, 1842
In 8°; 393, (1) pp. Bella legatura coeva in mezza-pelle scura con titolo e ricchi ed eleganti fregi in oro al dorso. Qualche stofinatura, qualche minima macchiolina di foxing e nel complesso, esemplare in buone condizioni di conservazione. Prima ed unica edizione di questa curiosa opera di interesse napoleonico nel quale l’autore cerca di ricostruire la personalità di Napoleone attraverso gli avvenimenti ed i fatti che ne caratterizzarono, la vita privata. Opera non comune.
50 euro
102) NAPOLEONE NAPOLEONICA PRIME EDIZIONI ISOLA D’ELBA CENTO GIORNI
Delle cause italiane nell’evasione dell’Imperatore Napoleone dall’Elba.
Bruxelles, presso H. Tarlier, 1829
In 4° (22×13,5 cm); 76 pp. Legatura coeva in mezza-pelle con titolo, filetti e fregi floreali in oro al dorso. Alcuni numeri scritti al recto del piatto anteriore. Carta leggermente azzurrina. Esemplare in perfette condizioni di conservazione ed ad ampi margini. Prima traduzione italiana, in parte rielaborata, di questa ricostruzione della fuga di Napoleone dalla sua prigionia all’Isola d’Elba. Per il nome dell’autore, Cesare De Laugier, e per il legame (di traduzione) con La verité sur les cent jours principalement par rapport à la renaissance projetée de l’Empire romain par un citoyen de la Corse di Georges Libri si veda Bagnano cfr. DBI, ad vocem. Cesare De Laugier, conte de Bellecour (Portoferraio, 15 ottobre 1789 – Fiesole, 25 maggio 1871) fu generale e scrittore originario di Portoferraio fu ufficiale ufficiale dell’esercito napoleonico nelle campagne di Spagna e di Russia. FU anche al servizio di Murat e militò nell’esercito del Granducato di Toscana come generale. Nel 1848 guidò un piccolo contingente inviato alla difesa dell’insorta repubblica di Venezia. L’opera raccoglie numerosa documentazione e corrispondenza inedita legata alla fuga di Napoleone dall’Isola d’Elba ed ai susseguenti “100 giorni”. Esemplare in prima edizione ed in perfette condizioni di conservazione.
140 euro
103) INDIA VIAGGI VIAGGIATORI DIARI DI VIAGGIO BOMBAY BENGALA HIMALAYA KONKAN DEKKAN BARODA UDEYPUR JEYPORE AGRA DEHLI PENDJAB CALCUTTA
Rousselet Louis,
L’India. Viaggio nell’India centrale e nel Bengala,
Milano, Treves Editori, 1877
In folio (38×27 cm); (4), 634, (2 b.) pp. e 80 c. di tav fuori testo e 300 illustrazioni nel testo. Presente la rara e magnifica legatura editoriale in piena tela rossa con titolo, editore e ricchissimi fregi a secco in oro e nero al dorso. Al piatto anteriore titolo e grande testa di elefante entro in ricchissima cornice a secco in oro e nero al piatto anteriore. Al piatto anteriore cornice a secco. Esemplare protetto da acetato e rarissimo con la legatura da reperire in queste ottime condizioni di conservazione. Qualche fioritura, come tipica di tutti gli esemplari a causa della qualità della carta utilizzata e pagine leggermente ed uniformemente brunite in corrispondenza delle tavole a piena pagina, anche in questo caso, a causa della qualità della stampa. Prima edizione italiana in buone-ottime condizioni di conservazione e assai rara da reperirsi con la sua legatura editoriale originale. Prima edizione italiana di questo celeberrimo racconto di viaggio del famoso scrittore, fotografo e viaggiatore, Louis-Théophile Marie Rousselet (1845-1929) che fu tra i pionieri dell’utilizzo della camera-nera per lo sviluppo delle pellicole fotografiche. Figlio di un ricco mercante, Louis studiò prima a Parigi e poi ad Heidelberg. Viaggiò a lungo in India, in Himalaya ed in Marocco portando avanti diverse ricerche antropologiche e archeologiche, anche, per la Società Antropologica di Parigi. Louis, era solito, alla conclusione dei suoi viaggi, pubblicare volumi che ricostruivano i suoi itinerari, i luoghi veduti e le scoperte fatte, il tutto, in uno stile narrativo accattivante che poeteva essere apprezzato sia dallo studioso che dal semplice lettore curioso. Trascorse un lungo periodo di tempo in India, dal 1864 al 1868, in particolare nell’India centrale, nei territori di Alwar, Baroda, Bhopal, Gwalior, Udaipur e diverse altre città del Rajasthan. Nel volume qui presentato, il celebre viaggiatore, descrive le sue esperienze indiane che lo portarono da Bombay, attraverso il Konkan, il Dekkan, Baroda, il Guzerate, Udeypur, il Rajputana centrale, Jeypore, Agra, Gwalior, il Bendelcund, il paese de’ Gundi, la valle di Bhilsa, Bhopal, il Malwa, Delhi, il Pendgiab e l’Himalaya, il paese d’Audh, Benares, il Behar, il Bengala, da Calcutta fino a Punta di Galla. Scrive Scrive Roussellet nel suo racconto: “Il 20 giugno 1863 mi imbarcai a Marsiglia a bordo del “Vectis”, piroscafo inglese diretto in Oriente”, fece tappa a Malta, Il Cairo e Aden, prima di imbarcarsi sul “Malta” passando nel Canale di Suez fino ad arrivare a Bombay in India. Intendevo visitare principalmente tutta la regione settentrionale, che comprende, oltre alla Presidenza inglese del Bengala, gli stati feudali del Rajasthan, del Bundelcund, del Goundwana, del Punjab e del Regno del Nepal” . Mentre si trovava a Bombay incontrò “Jules Henri Jean Schaumburg” (1839-1886) un belga, che sarebbe diventato suo compagno di viaggio dal maggio 1865 al settembre 1868. Schaumburg fu
lavorò come artista per “The Geological Survey of India a Calcutta”. L’idea iniziale di Louis era quella di soggiornare in India non più di 6 mesi ma alla fine vi restò più di 4 anni, divenendo, il secondo fotografo per importanza, dopo Samuel Bourne, ad produrre una così imponente documentazione fotografica sull’India dell’epoca. Curiosamente, prima dell’inizio del suo viaggio in India, Rousselet poco o nulla sapeva di fotografia. Decise però di imparare l’arte fotografica proprio per poter documentare ed integrare, il proprio diario con un importante apparato di immagini, credendo che i suoi disegni con i quali era solito testimoniare le proprie “scoperte” non rendessero perfettamente la bellezza che i suoi occhi vedevano durante i suoi viaggi. Durante il suo viaggio in India scattò più di 600 fotografie. Per capire lo stupore con il quale Louis guardasse il mondo Indiano, basti vedere la minuziosità con la quale descrisse i costumi Sirdar, quando nel 1867, visitò con l’amico Schaumbug Bhopal: “I costumi scintillanti ordinati dalla regina consistevano in lunghe tuniche di garza di seta verde goffrata d’oro; vasti pantaloni sottoveste di raso cremisi ricamati con argento, kumerbund o cinture di cashmere , di viola e oro, mantelli di cashmere color scarlatto intenso ricamati con oro e argento, e per coronare il tutto, diademi toque in oro fino.”. Prima edizione italiana di una monumentale opera indiana ed una delle più importanti documentazioni sull’India della seconda metà del XIX° secolo. Legatura originale. Rif. Bibl.: IT\ICCU\TO0\1076454.
400 euro
104) VIAGGI AFRICA PONTIROLO BERGAMO PRIME EDIZIONI AFRICA OCCIDENTALE BOTANICA ANGOLA LOANDA CONGO GABON ISOLA DEL PRINCIPE ISOLA DI S. THOME’ ACCRA CUMASSI CAMA ANTROPOLOGIA MEDICINA USI E COSTUMI ILLUSTRATI
Viaggi nell’Africa Occidentale di Tito Omboni, già medico di Consiglio nel Regno d’Angola e sue dipendenze membro della R. Accademia Peloritana di Messina Ecc. Ecc.
Milano, Stabilimento Civelli e Comp., 1845
In 4° (25×15,5 cm); 416 pp. e XI bellissime tavole fuori testo finemente colorate da mano coeva. Completo di tutte le tavole come da esemplari censiti in ICCU. Legatura coeva in mezza-pelle con autore, titolo e fregi in oro al dorso. Piatti foderati con carta marmorizzata coeva. Qualche lievissima brunitura in 4 carte, ininfluente e nel complesso esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Prima ed unica edizione, assai rara da reperire completa delle 11 tavole fuori testo (come da tutte le copie censite in ICCU ed in particolare la copia posseduta e digitalizzata dalla Biblioteca Nazionale di Napoli che presenta la brossura originale e dove al recto, è segnato l’elenco delle 11 tavole), di quest’importante opera di viaggi del celebre Tito Omnboni (19 Agosto 1811, Pontirolo Vecchio in provincia di Bergamo, oggi Canonica di Gera d’Adda – Milano 13 Febbraio 1900). Omboni, figlio di possidenti terrieri, studiò medicina a Pavia, Padova e poi a Vienna, approfondendo, anche, le sue conoscenze botaniche e zoologiche. Laureatosi e sospettato dalla polizia austriaca, Tito lasciò l’Italia e dopo diverse peregrinazioni, raggiunse il Portogallo, durante la guerra di successione al trono tra Maria da Gloria, figlia di don Pedro re del Brasile e del Portogallo, e suo zio don Miguel, schierandosi con i partigiani di Maria e stringendo una forte amicizia con Domingo de Saldanha, fratello del ministro della regina. De Saldanha , nel 1834, venne designato governatore generale dell’Angola e quando la raggiunse per amministrarla, portò con se Omboni come medico personale. L’opera descrive proprio le esperienze legate a questo viaggio con attente osservazioni botaniche, antropologiche, mediche ma anche astrologiche ed economiche. Come scrive Francesco Surdich nella voce dedicata a Omboni nel “Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 79 (edito nel 2013): “Dopo due settimane di sosta a Funchal, nell’isola di Madera (6-20 ottobre), la fregata ripartì alla volta delle isole di Capo Verde (12-19 novembre), dove Omboni visitò Villa da Praia, nell’isola di Santiago, e l’isola di Brava, dove raccolse notizie sulla flora locale. Proseguendo verso l’Angola, passato l’Equatore il 14 dicembre, l’equipaggio arrivò il 2 febbraio 1835 a S. Filippo di Benguela. Dopo dieci giorni di esplorazioni, ne ripartì per Loanda, dove rimase dieci mesi (febbraio-dicembre), due dei quali impiegati da Omboni a esplorare i distretti dell’interno e raccogliere, affrontando fatiche e disagi, una notevole quantità di informazioni. Al suo rientro a Loanda fu colpito da febbri violente (probabilmente una perniciosa). Riuscì a salvarsi grazie al chinino ma gli rimase una febbre terzana intermittente cui non giovò neppure il suo «tentar la salute in mare» (ibid.) su un brigantino diretto a Macao, via Mozambico e Goa. Deciso ad allontanarsi definitivamente dall’ambiente malsano di Loanda, dove aveva fatto ritorno all’inizio di luglio 1836, e di tornare in patria, il 1° agosto si imbarcò su un bastimento mercantile che, toccata la foce del Congo e del Gabon, l’isola del Principe e quella S. Thomé, Accra e Cumassi (Kumasi), proseguì per l’Europa, giungendo a Marsiglia probabilmente nel febbraio 1837. Rientrato in Italia, Omboni si dedicò a diffondere il resoconto della sua spedizione e le osservazioni scientifiche che ne aveva ricavato. Nel 1844 partecipò al Congresso degli scienziati italiani riunito a Milano; l’anno dopo a quello di Napoli. A Milano presentò alcune originali osservazioni sul paese di Cama (Africa occidentale) e, nella sezione di botanica, alcuni frutti di piante tropicali; a Napoli comunicò le sue osservazioni sulla situazione astronomica di alcuni punti della costa occidentale africana, oltre che alcune notizie sul fiume Gabon. Solo nel 1845 però riuscì a completare e a pubblicare a Milano, per i tipi dello stabilimento Civelli, il resoconto definitivo della sua impresa con il titolo Viaggi nell’Africa occidentale. L’opera è il frutto di osservazioni dirette e di informazioni tratte da fonti portoghesi, italiane, francesi e inglesi, peraltro raramente citate. Qualche notizia di natura statistica venne a Omboni da Adriano Balbi, col quale era in relazione. Il libro si articola in 26 capitoli: i primi sei trattano delle vicende del viaggio di andata; segue la descrizione dell’Angola e soprattutto dei distretti situati alle spalle di Loanda. Gli ultimi tre capitoli di questa parte si diffondono sulle malattie diffuse in quei territori, dei medicamenti più appropriati e delle norme igieniche da adottare. Con il capitolo 17 ha inizio il resoconto del viaggio di ritorno e tutto quello successivo è dedicato alle vicende dell’esplorazione del Gabon e della zona circostante, mentre i capitoli dal 19 al 26 trattano ampiamente della geografia e della storia delle Isole del Principe, di S. Thomé e Fernando Poo, del Dahomey e della Costa d’Oro. L’ultimo capitolo si conclude con la descrizione di Gibilterra. Seguono, come appendici, alcune Note storiche ed aggiunte statistico-geografiche. Sia il resoconto sia le appendici offrono copiose notizie sull’assetto istituzionale e l’organizzazione economica delle colonie portoghesi dell’Africa occidentale visitate. Per quanto riguarda le attività agricole, artigianali e commerciali, Omboni seppe cogliere la consistenza di due sistemi economici differenziati in base alla destinazione dei prodotti: il primo, di sussistenza, basato su una produzione artigianale e agricola per l’autoconsumo, inserito in un circuito commerciale circoscritto alle coste africane e caratterizzato dalla presenza di piccole botteghe e dall’utilizzo del baratto. L’altro, incentrato sull’esportazione di alcuni prodotti agricoli e su un artigianato di elevata qualità, come il commercio del ‘madera secco’, e quello del caffè, cacao e canna da zucchero delle isole del Principe e di S. Thomé. Quando affronta le modalità di conduzione del sistema
agricolo, Omboni individua le cause della limitata produttività nell’arretratezza tecnologica e nella cattiva gestione della proprietà terriera, ripartita tra terre di proprietà regia soggette a requisizione dei prodotti, e concentrazioni latifondistiche basate sul lavoro schiavistico. Proponeva una diversa e più accorta gestione delle risorse, sul modello di quella inglese, basata sulla distribuzione dei terreni incolti, il loro utilizzo a seconda della qualità e l’introduzione di moderni sistemi tecnologici. Come ulteriore causa di impoverimento della colonia è indicata infine la sistematica depredazione delle risorse perpetrata dai funzionari coloniali in assenza di un adeguato controllo da parte della corona portoghese. Per quanto riguarda le forme di organizzazione politica, Omboni segnala una varietà di sistemi che pone in relazione al grado di civiltà di ciascuna nazione: i regimi dispotici; i principati, definiti corrispettivi.”. Prima edizione assai rara ed ancor più rara da reperirsi completa delle 11 tavole a colori ed in buone-ottime condizioni di conservazione. Rif. Bibl.: ICCU IT\ICCU\TO0\1084922.
350 euro
105) LETTERATURA ITALIANA RISORGIMENTO FILOSOFIA TIRANNIA IDEE REPUBBLICANE
Panegirico di Plinio a Trajano nuovamente trovato e tradotto, da Vittorio Alfieri da Asti,
Napoli, Presso Raffaele e Luigi Nobile nella Stamperia del Monitore nel Chiostro di S. Pier’ a Majella, 1807
In 8° (20×13,5 cm); 51, (1) pp. Legatura coeva in mezza-pergamena con titolo manoscritto al dorso. Piatti foderati con carta marmorizzata coeva. Antica nota di possesso privato al frontespizio “Pasquale Manula”. Tagli spruzzati, esemplare leggermente ed uniformemente brunito a causa della qualità della carta e nel complesso esemplare in ottime condizioni di conservazione. Seconda edizione non comune, stampata lo stesso anno della prima che venne edita a Parigi in soli 525 esemplari presso lo stampatore Philippe-Denys Pierres, di questo, “falso” composto dal grande drammaturgo, scrittore, poeta e autore teatrale astigiano, Vittorio Amedeo Alfieri (Asti, 16 gennaio 1749 – Firenze, 8 ottobre 1803). Questo “falso” pliniano venne ideato da Vittorio Alfieri quando sull’onda dell’entusiasmo della lettura delle opere di Plinio, rimase deluso dal celebre Panegirico di Plinio a Trajano considerandolo non al livello delle altre opere pliniane. Alfieri, pensò che fosse necessario ricomporre l’opera pliniana con l’intento di comporre un panegirico che non tendesse ad essere un mero esercizio di piaggeria verso il potente di turno ma che rappresentasse, invece, il vero spirito dell’opera pliniana, arrivando a comporre uno scritto dove l’esaltazione non è rivolta al potere in se’ ma alla rinuncia da parte del principe al suo potere dispotico con la donazione della libertà ai cittadini sotto l’influenza della saggezza del letterato. Questo panegirico, composto ex-novo, esalta lo spirito pre-risorgimentale e l’ideale di Alfieri che caratterizza la sua opera sempre, di un incondizionato amore per le libertà repubblicane e l’odio verso la tirannia. Rif. Bib.: Bustico, Bibliografia di Vittorio Alfieri, 359.
200 euro
106) CINEMA PRIME EDIZIONI GENOVA LIGURIA CAMPOMARONE PITTALUGA PRODUZIONE CINEMATOGRAFICA BOLOGNA HEPBURN LENI RIEFENSTHAL FRITZ LANG POLA NEGRI ALFRED HITCHCOCK FROLICH SERGIO TOFANO DE FILIPPO JHON BARRYMORE
La Società Anonima Stefano Pittaluga presenta la Produzione 1934 – 35 – XIII
Milano, Industrie Grafiche Nicola Moneta, 1934
32,5×23,5 cm; (76) pp. Legatura editoriale in piena tela con titolo impresso in amaranto su fascetta al piatto anteriore (un leggero alone di polvere). All’interno esemplare in ottime condizioni di conservazione. Timbro ed autografo del direttore del Cinema Imperiale di Bologna (storico cinema bolognese che sorgeva nella centralissima Via Indipendenza) recentemente chiuso e smantellato. Prima ed unica rarissima edizione di questo catalogo dei film presentati dalla Società Anonima Stefano Pittaluga per la stagione 1934-1935. Magnifiche le tavole a colori che presentano i film, alcune anche a doppia pagina. Si dice nell’introduzione “La produzione che la S. A. Stefano Pittaluga presenta per la stagione 1934-35 anno XIII reca il segno della più alta distinzione: le Coppe Mussolini per i due migliori film, italiano e straniero, premio ambitissimo che tutte le Case del mondo si contesero alla Mostra Internazionale della II Biennale di Venezia. Le pagine della nostra odierna raccolta recano pure il segno di un’altra vittoria: la produzione europea dall’Inghilterra alla Francia, dalla Cecoslovacchia all’Italia, ha ormai superato, per qualità di soggetti e per virtù di tecnici, per autorità d’artisti e per abilità di fotografi, tutto quanto la grande America ha potuto presentare quest’anno …”. La Società Anonima Stefano Pittaluga fu costituita su iniziativa di Stefano Pittaluga a Torino il 19 marzo del 1919. Stefano Pittaluga (Campomorone, in provincia di Genova, 2 febbraio 1887 – Roma, 5 aprile 1931) era figlio di un imprenditore genovese attivo nell’esercizio di sale cinematografiche. Personaggio dalla grande intuizione commerciale fu tra i sostenitori del cinema sonoro e arrivando a suggerire un piano nazionale per il sostegno e lo sviluppo dell’industria cinematografia italiana attraverso l’elargizione di sostegno statale. Già dal 1911 è noleggiatore di film, ottenendo l’esclusiva di alcune pellicole americane per il territorio della Liguria. Deciso ad allargare il suo giro d’affari decide di fondare la Società Anonima che già sul finire del 1919 si espande su tutto il territorio nazionale arrivando a contare 200 sale ad essa collegate. Dal 1924 iniziò anche la produzione di alcune pellicole, rilevando diversi stabilimenti di ditte fallite, come la Fert, la Rodolfi Film, l’Itala Film e la Cines e costituendo due nuove società denominate Fert-Pittaluga e Cines-Pittaluga. Nel 1926 aveva già sbaragliato tutti i concorrenti nella distribuzione sul territorio nazionale acquisendo l’ultimo di questi, la celebre Unione Cinematografica Italiana. Nel 1932 muore Stefano e la Società passa sotto la direzione di Mario Scolza e inizia un lento ma inesorabile declino che la portò, nel 1936 allo scioglimento. L’opera presenta diversi celebri titoli come: La signora di tutti di Max Ophuls con Isa Miranda, La vita amorosa di Casanova di René Barberis con Ivan Mosjoukine, Melodramma di Fritz Lang con Elsa Merlini, Seconda B di Goffredo Alessandrini con Sergio Tofano, Volga in fiamme di Venceslao Tourjanski, L’ebreo errante di Maurice Elevey con Conrad Veidt, Amore imperiale di Gaston Ravel con Pola Negri, Signora Paradiso di Enrico Guazzoni con Memo Benassi, Suss l’ebreo di Lothar Mendes con Conrad Veidt, La marcia di Rakorji di Gustav Frölich,Stefan Szekely, Paraninfo di Amleto Palermi con Angelo Musco, Il figlio del Carnevale di Alexander Wolkoff con Ivan Mosjoukine, La bella maledetta di e con Leni Riefenstahl, Notti
moscovite di Alexis Granowski, Paradiso in fiore di Victor Saville, Vienna di Strauss di Alfred Hitchcock con Jessie Mattews, Il cappello a tre punte di Mario Camerini con Edoardo e Peppino De Filippo, Fedora di Louis Grasnier, L’uragano di V.Petroff, Febbre di vivere di George Cukor con Katharine Hepburn, John Barrymore, Chu Chin Chow di Walter Forde, Celiuskin – documentario U.R.S.S., Bella donna di Robert Milton con Conrad Veidt, Il figlio di Kong con Robert Armstrong, Notti di Pietroburgo di G.Rochal e V.Stroyeva, Dick Turpin,brigante gentiluomo di John Stafford con Victor McLaglen, Estasi con Hevy Keyssler, La bella addormentata di Karl Lamac con Anny Ondra, La figlia del reggimento di Karl Lamac con Anny Ondra, Lot in Sodoma di Sibley Watson e Melville Webber, Ritorno alla felicità di Carl Boese con Luise Ullrich, La vita di Virginia Winters di Alfred Santell con Ann Harding, Piccole donne di Georges Cukor con Katharine Hepburn, Paganini con Ivan Petrovich, Il tenente degli Honved di e con Gustav Fröhlich, L’eredità dello zio buonanima di Amleto Palermi con Angelo Musco, ecc. ecc. Opera rarissima e importante per la storia del cinema italiano. Esemplare in ottime condizioni di conservazione.
500 euro
107) CINEMA STORIA DEL CINEMA SCENEGGIATURE SCENEGGIATURA SCREENPLAY PRIME EDIZIONI
Antonioni Michelangelo,
L’Avventura di Michelangelo Antonioni a cura di Tommaso Chiaretti,
Rocca di San Casciano, Cappelli, 30 Agosto 1960
In 8° (20,5×13,5 cm); 169, (1) pp. e 60 c. di tav. con 95 illustrazioni. Prima edizione 30 Agosto 1960. Legatura editoriale in piena tela con titolo in oro al dorso e sopraccoperta editoriale illustrata con scena del film. Due piccoli strappetti al piatto posteriore della sopraccoperta senza perdita di carta, ininfluenti. Una piccola nota manoscritta all’ultima carta bianca con la data ed il luogo di acquisto del volume. All’interno in perfette condizioni di conservazione e nel complesso esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Esemplare numero 379, numero 15 della collana cinematografica della Cappelli. Prima edizione di questa monografia dedicata alla realizzazione ed alla sceneggiatura di uno dei capolavori di Michelangelo Antonioni. Non comune.
50 euro
108) CINEMA STORIA DEL CINEMA SCENEGGIATURE SCENEGGIATURA SCREENPLAY PRIME EDIZIONI
L’Eclisse di Michelangelo Antonioni a cura di Jhon Francis Lane,
Rocca di San Casciano, Cappelli, 10 Maggio 1962
In 8° (20,5×13,5 cm); 148, (2) pp. e 60 c. di tav. con 95 illustrazioni. Prima edizione 10 Maggio 1962. Legatura editoriale in piena tela con titolo in oro al dorso e sopraccoperta editoriale illustrata con scena del film. Una piccola fessurazione alla sovraccoperta nel dorso, ininfluenti. Una piccola nota manoscritta all’ultima carta bianca con la data ed il luogo di acquisto del volume. All’interno in perfette condizioni di conservazione e nel complesso esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Esemplare numero 2496, numero 23 della collana cinematografica della Cappelli. Prima edizione di questa monografia dedicata alla realizzazione ed alla sceneggiatura di uno dei capolavori di Michelangelo Antonioni. Non comune.
50 euro
109) CINEMA STORIA DEL CINEMA SCENEGGIATURE SCENEGGIATURA SCREENPLAY PRIME EDIZIONI
Il Deserto Rosso di Michelangelo Antonioni a cura di Carlo di Carlo,
Rocca di San Casciano, Cappelli, 5 Settembre 1964
In 8° (20,5×13,5 cm); 152, (2) pp. e 26 c. di tav. con numerose illustrazioni. Prima edizione 5 Settembre 1964. Legatura editoriale in piena tela con titolo in oro al dorso e sopraccoperta editoriale illustrata con scena del film. Una lieve sfrangiatura al margine superiore del dorso della sovraccoperta, ininfluente. Una dedica coeva all’occhietto. All’interno in perfette condizioni di conservazione e nel complesso esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Esemplare numero 1717, numero 32 della collana cinematografica della Cappelli. Prima edizione di questa monografia dedicata alla realizzazione ed alla sceneggiatura di uno dei capolavori di Michelangelo Antonioni. Non comune.
80 euro
110) CINEMA STORIA DEL CINEMA SCENEGGIATURE SCENEGGIATURA SCREENPLAY PRIME EDIZIONI
Blow-up,
Rocca di San Casciano, Cappelli, 30 Settembre 1967
In 8° (19×11,5 cm); 71, (3) pp. e 6 c. di tav. con numerose illustrazioni. Prima edizione 30 Settembre 1967. Legatura editoriale in piena tela con titolo in oro al dorso e sopraccoperta editoriale illustrata con scena del film. Dorso leggermente ingiallito, un piccolo forellino al dorso e per il resto, esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Prima edizione di questa monografia che contiene la sceneggiatura di uno dei capolavori di Michelangelo Antonioni. Non comune prima edizione, nello stesso anno uscì una seconda edizione.
50 euro
111) CINEMA UNDERGROUND AMERICA SPERIMENTAZIONE SPERIMENTAZIONI CINEMATOGRAFICHE
The Underground Film. An Introduction to its Development in America.
London, Studio Vista, 1967
In 8° (20×17,5 cm); 318, (2) pp. Prima edizione inglese (la stessa opera venne pubblicata con il titolo “An Introduction to the American Underground Film”. Legatura editoriale in piena tela con titolo in oro al dorso e sopraccoperta editoriale illustrata con scena di un film. Importante monografia dedicata alla nascita e sviluppo del cinema underground americano. Quest’opera fu la prima opera di Charles Renan ed anche, il primo libro mai scritto dedicato al nascente cinema underground che stava nascendo in America. Scrisse Sheldon nel primo capitolo: “It is a film conceived and made essentially by one person and is a personal statement by that person. It is a film that dissents radically in form, or in technique, or in content, or perhaps in all three. It is usually made for very little money, frequently under a thousand dollars, and its exhibition is outside commercial film channels.”.
25 euro
112) CINEMA STORIA DEL CINEMA SCENEGGIATURE SCENEGGIATURA SCREENPLAY PRIME EDIZIONI
Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti a cura di G. Aristarco e G. Carancini,
Rocca di San Casciano, Cappelli, 10 Agosto 1960
In 8° (20,5×13,5 cm); 303, (3) pp. e 41 c. di tav. con 127 illustrazioni. Prima edizione 10 Agosto 1960. Legatura editoriale in piena tela con titolo in oro al dorso e sopraccoperta editoriale illustrata con scena del film. Conservata, all’interno, la fascetta editoriale gialla, strappata in due ma senza perdita di carta. Minime sfrangiature ai margini della sopraccoperta, all’interno in perfette condizioni di conservazione e nel complesso esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Esemplare numero 1744, numero 17 della collana cinematografica della Cappelli. Prima edizione, 10 Agosto 1960, di uno dei film più celebri della storia del cinema italiano. Il titolo del film venne pensato da Visconti combinando l’opera “Giuseppe e i suoi fratelli” di Thomas Mann e il nome di un noto poeta meridionalista del quale Visconti era un grande estimatore, Rocco Scotellaro. L’opera narra le vicende della realizzazione del film oltre alla sceneggiatura dello stesso. Non comune in queste condizioni di conservazione e completa della fascetta editoriale.
30 euro
113) CINEMA STORIA DEL CINEMA SCENEGGIATURE SCENEGGIATURA SCREENPLAY DOLCE VITA PRIME EDIZIONI
Fellini Federico, Kezich Tullio,
La Dolce Vita di Federico Fellini a cura di Tullio Kezich,
Rocca di San Casciano, Cappelli, 29 Febbraio 1960
In 8° (20,5×13,5 cm); 279, (1) pp. e 38 c. di tav. con numerose illustrazioni. Prima edizione 29 Febbraio 1960. Legatura editoriale in piena tela con titolo in oro al dorso e sopraccoperta editoriale illustrata con scena del film. Minime sfrangiature ai margini della sopraccoperta nel margine superiore, il rosso presente nel margine superiore del dorso leggermente sbiadito, all’interno in perfette condizioni di conservazione e nel complesso esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Esemplare numero 2000, numero 13 della collana cinematografica della Cappelli. Prima edizione, 29 Febbraio 1960, di uno dei film più celebri della storia del cinema mondiale, attraverso il quale Federico Fellini segnò la storia del cinema italiano. L’opera narra le vicende della realizzazione del film oltre alla sceneggiatura dello stesso. Non comune in queste condizioni di conservazione.
100 euro
114) CINEMA STORIA DEL CINEMA SCENEGGIATURE SCENEGGIATURA SCREENPLAY PRIME EDIZIONI
Fellini Federico,
Fellini Satyricon di Federico Fellini a cura di Dario Zanelli,
Rocca di San Casciano, Cappelli, 2 Settembre 1969
In 8° (20,5×13,5 cm); 303, (3) pp. e con 104 illustrazioni fotografiche su carta lucida in bianco e nero e a colori fuori testo. Prima edizione 2 Settembre 1969. Legatura editoriale in piena tela con titolo in oro al dorso e sopraccoperta editoriale illustrata con scena del film. Esemplare nel complesso in buone-ottime condizioni di conservazione. Esemplare numero 2000, numero 38 della collana cinematografica della Cappelli. Prima edizione, 2 Settembre 1960, di uno dei film più celebri della storia del cinema mondiale, attraverso il quale Federico Fellini segnò la storia del cinema italiano. L’opera narra le vicende della realizzazione del film oltre alla sceneggiatura dello stesso. Non comune in queste condizioni di conservazione.
20 euro
115) PRIME EDIZIONI LETTERATURA NOVECENTO AVANGUARDIE
Munari Bruno,
Codice Ovvio, a cura di Paolo Fossati,
Torino, Giulio Einaudi, 1971
In 8° (20,5×12,5 cm); 140, (10) pp. e 8 c. di tav. fuori testo. Brossura editoriale illustrata. Prima edizione del 2 ottobre 1971. Esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Collana Einaudi Letteratura n. 21. Importante opera di Bruno Munari, una seconda edizione uscì lo stesso anno. Rif. Bibl.: Maffei, Munari. I libri, p. 130.
55 euro
116) BOTANICA AGRICOLTURA TREVISO VENEZIA
Griselini Francesco, Benetti Santo,
Nuova maniera di seminare, e coltivare il formento pubblicata dal signor Francesco Griselini, Edizione terza rivista, corretta, accresciuta di nuove tavole, d’un rimedio per preservare i grani dalla corruzione, e d’altri discorsi ed esperimenti fatti da varj accademici georgofili di Firenze, col risultato delle sperienze fatte in quest’anno 1764. e con un nuovo progetto per l’anno venturo, con parecchie altre osservazioni, Utili ad un Fattore per il Governo della Campagna, e per la Soprintendenza alli Coloni, con la Descrizione dei Dodici Mesi dell’Anno, e con la Dichiarazione di quanto si deve operar in ciaschedun di essi Mesi.
In Venezia, Presso Antonio Zatta, 1765
In 4° (23,8×17,4 cm); VIII, 40, IV, 58, (6) pp. e 4 c. di tav. fuori testo più volte ripiegate. Legatura ottocentesca in mezza-pelle scura con piatti foderati in carta marmorizzata azzurra. Qualche strofinatura. Fogli di sgaurdia novecenteschi. Antica nota ex-libris manoscritta privata al frontespizio “Dalla Libreria Soldigiano” (l’inchiostro ha in parte mangiato la carta ed è stata applicata pecetta di adesivo in carta di riso per chiudere la carta). Uno strappetto ad una tavola senza perdita di carta. Una bella xilografia al frontespizio con uomo che ara la terra. Testatine ed iniziali ornate. Terza edizione rivista, corretta ed accresciuta in tavole e pagine di questa nota opera di agrimensura scritta dal celebre naturalista e botanico veneziano, Francesco Griselini, nato Greselin (Venezia, 12 agosto 1717 – Milano, 5 settembre 1787). La seconda parte porta un titolo proprio “L’accorto fattore di villa ossia Osservazioni utili ad un Fattore per il Governo della Campagna, e per la Sopraintendenza alli Coloni, di Santo Benetti con la descrizione dei dodeci Mesi dell’Anno, e con la dichiarazione di quanto si deve operar in ciaschedun d’essi Mesi”. Griselini, figlio di una nota famiglia di tessitori e produttori di seta, in età giovanile, dimostrò ben presto una propensione per le arti figurative. Nel periodo immediatamente susseguente il suo matrimonio nel 1743, iniziò una collaborazione con la l’istriana Libera Lucia Plammuller disegnando per questa, disegno di maschere, ricami, illustrazioni di libri, di mappe e di carte geografiche. Sul finire del 1756 diventò l’incisore e disegnatore di fiducia dei librai Bassaglia. Nel 1760-1762 fu chiamato dal Senatore Marco Foscarini a portare avanti il prestigioso restauro delle carte della Sala dello Scudo. Personaggio dai molteplici interessi, leggeva correttamente francese, inglese ed italiano. Scrisse opere scientifiche, commedie e saggi, dirigendo giornali e curando dizionari. L’opera qui presentata è il suo primo trattato diretto a temi agricoli diretti. Scrive Paolo Preto nella voce dedicata a Griselini nel “Dizionario Biografico degli Italiani” edito dalla Treccani, Volume 59 (2002): “La polemica sulla biografia sarpiana, e di riflesso sui temi giurisdizionali, lo proiettò nel dibattito culturale e politico della Venezia dei “lumi”, con un senso “vivo e felice dell’opportunità e dell’occasione, l’attenzione vigile all’inclinazione dello spirito e dell’opinione pubblica”; così avvenne “l’incontro tra la sua innata abilità di divulgatore ad alto livello e le pressanti esigenze […] poste dai pesanti problemi, sociali tecnici e pratici, delle nostre campagne, dall’urgenza ovunque sentita di far giungere sino alle misere case dei contadini una parte almeno dei progressi morali, materiali e scientifici del riformismo settecentesco” (Torcellan, 1969, p. 245). Nel 1763 il G. si volse per la prima volta al mondo dell’agricoltura col breve opuscolo Nuova maniera di seminare e coltivare il frumento (M. Fenzo, Venezia), che descriveva una macchina inventata dall’inglese Jethro Tull. Il grande successo dell’operetta, le suggestioni dell’amico M. Foscarini, l’interesse dell’opinione pubblica per i problemi delle campagne lo spinsero a una grande impresa editoriale e
culturale: il 7 luglio 1764 uscì il primo numero del Giornale d’Italia spettante alla scienza naturale e principalmente all’agricoltura, alle arti ed al commercio (B. Milocco, Venezia), posto sotto la protezione dei Cinque savi alla mercanzia e destinato a essere “tramite tra la classe politica veneziana e il ceto di studiosi, di tecnici, di nobili di terraferma illuminati ed attivi che furono l’anima degli studi e delle esperienze agrarie del Settecento veneto” (Torcellan, 1969, p. 245)”. La seconda parte è opera del noto agrimensore trevigiano, Sante Benetti. Scrive Gian Franco Torcellan nella voce dedicata a Benetti nel Dizionario Biografico degli Italiani edito da Treccani, Volume 8 (1966): “Frutto di una varia e larga esperienza del mondo agricolo veneto, resta del B. una piccola raccolta di osservazioni empiriche dietro alle quali s’avverte la quotidiana pratica di un esperto di cose rurali: “Io sono uomo di campagna, – aveva del resto voluto scrivere all’inizio, – e non di lettere; intendo giovarvi solo, non dilettarvi”. Questo libretto è L’accorto fattor di villa, o sia osservazioni utili ad un fattore per il governo della campagna e per la sopraintendenza alli coloni, pubblicate a comun vantaggio, uscito in prima edizione a Venezia nell’anno 1760 presso lo Zatta. Ristampato già nel 1761, a testimonianza di un immediato successo, ebbe altre edizioni, tra le
quali merita particolare rìlievo quella veneziana del 1765, nella quale, a metter in luce i pregi, l’utilità e il favore incontrato dall’opera nel mondo agricolo, F. Griselini, pubblicista tra i più operosi sull’argomento nella Venezia dell’epoca e intelligente direttore del Giornale d’Italia, vi riproduceva la sua Nuova maniera di seminare e coltivare il formento. Il B. dal canto suo vi poneva una copiosa aggiunta di otto capitoli (nei quali trattava “la infallibile maniera di preparar le terre, per poi in queste seminar le biade da spiga ed il sorgoturco”) e di due altri ancora – tra i più interessanti del volumetto – in cui si dava a sostenere “che li padroni non siano tanto ristretti nell’onorario nell’occasione di prender al suo servizio li fattori o gastaldi”, facendosi difensore della necessità di un “congruo salario” per i medesimi. Ove chiaramente risulta l’intento di difendere una categoria di lavoratori alla quale l’autore per tutta la vita aveva appartenuto, e di cui ancor faceva parte quando scriveva, “agente” qual era – lo apprendiamo dalle sue pagine – “dell’eccelientissima casa Da Mosto in Campo Sampiero”, fiorente località della campagna padovana”. La tavola finale contiene anche l’esperienza del Sig. Marcello Malpighi intorno alla “Vegetazione de’ Semi”edita nel 1687. Esemplare completo ed in buone condizioni di conservazione.
240 euro
117) MALATTIE VENEREE SIFILIDE MEDICINA PROSTITUZIONE PRIME EDIZIONI
Nova, tuta facilisque methodus curandi morbos venereos, facultatis medicae parisiensis probatione munita … et e lingua gallica in latinam versa a Josepho Thoma Philippo Henry Duparc D. M. Monspeliensi.
Venetiis, Apud Franciscum ex Nicolao Pezzana, 1779
In 8° (19,8×13,4 cm); 64 pp. Brossura editoriale con cordoncino a vista. Prima assai rara edizione latina, un solo esemplare censito in ICCU, di quest’opera del noto medico francese, Gardane Joseph Jacques che fu in me professore presso l’Università di Montpellier: Nell’opera l’autore descrive un metodo facile per la cura delle malattie veneree. L’autore, già una decina di anni prima aveva trattato l’argomento nel suo scritto “Recherches pratiques sur les différentes manières de traiter les maladies vénériennes” e lo studio qui presentato è un’integrazione a tale scritto nel quale l’autore presenta un nuovo semplice metodo di cura. Assai raro ed in ottime condizioni di conservazione. Rif. Bibl.: IT\ICCU\PUVE\015050.
150 euro
118) TORINO ESPOSIZIONI NAZIONALI INVENZIONI CACCIA PESCA ARTE INDUSTRIA CARROZZE PIROTECNICA FESTE MODA VINI SALAME MORTADELLA GASTRONOMIA
Torino e l’Esposizione Italiana del 1884, Cronaca Illustrata della Esposizione Nazionale-Industriale ed Artistica del 1884
Torino – Milano, Roux e Favale e Fratelli Treves Editori, S. data (ma 1884)
In folio (37,3×26,1 cm); 476 pp. e una grandissima carta più volte ripiegata con una grande veduta di Torino. Legatura coeva in mezza-pelle rossa con titolo e ricchissimi fregi arabescati in oro al dorso. Tagli marmorizzati. Piatti foderati con bella carta coeva rossa con fregi floreali in rilievo. Completo dei 60 numeri fascicoli e della tavola fuori testo. Alcune pagine leggermente ed uniformemente brunite in modo ininfluente e nel complesso esemplare in ottime condizioni di conservazione. Opera illustrata da centinaia di bellissime tavole, anche a doppia pagina che illustrano i padiglioni, le invenzioni, le opere d’arte, i costumi e le più recenti scoperte scientifiche che furono presentati a Torino durante l’Esposizione. Prima ed unica edizione di questa monumentale opera dedicata alla celebre Esposizione Generale Italiana organizzata a Torino dalla “Società promotrice dell’industria nazionale”. L’esposizione venne articolata in otto sezioni principali: Belle arti, Produzioni scientifiche e letterarie, Didattica, Previdenza e assistenza pubblica, Industrie estrattive e chimiche, Industrie meccaniche, Industrie manifatturiere, Agricoltura e materie alimentari. Ad essa partecipò il considerevole numero di 14.237 espositori e fu visitata da tre milioni di visitatori. Fra i padiglioni che vennero realizzati si devono ricordare quello detto “Dei Concerti”, “Il Faro della Beneficenza”, il “Padiglione dell’Orificeria”, oltre ai numerosi e particolare chioschi che caratterizzavano le vie dell’Esposizione. Fra le attività meccaniche ed estrattive vennero presentate le scoperte legate alle attività dei combustibili fossili, dei marmi di Carrara, degli zolfi, delle attività di panificazione, ai nuovi tipi di carrozze, delle cave, o invenzioni come il Parafulmine Battocchi, il propulsore balsamo o le nuove macchine ferroviarie Vittorio Emanuele e Verona. Tra le altre esposizioni: Il Padiglione Alman, le ceramiche della R. Accademia Albertina di Torino, le ceramiche Antonibon, lo Stabilimento Fratelli Lanza, una rivista profumata, il chiosco della ditta Fratelli Treves, le regioni alpine del Monte Bianco e del Sempione, lo Stabilimento delle carta di Fabriano, lo stabilimento litografico e cartografico di C. Virano, le industrie biellesi (tessuti, cappelli, ferramenti e sedie), industrie tessili, fisica terrestre e meteorologica, i concerti, l’astronomia e la meteorologia, la moda (con i padiglioni delle scarpe, gli articoli da viaggio, i guanti dei fratelli Fiorio, l’arte antica e moderna, le spazzole, i mobili, le industrie a mano, i merletti antichi, i salami e le mortadelle), metalli fini e pietre preziose, la caccia e la pesca (esposizione dei cani, i colombi, il padiglione della caccia), l’agricoltura (i vini, la mostra della ditta R. Pucci, ecc.), i palombari, la torpediniera, le palafitte del lago di Varese e la collezione Ponti, i padiglioni dedicati all’educazione, all’istruzione tecnica, alla previdenza e la beneficenza, ecc. Un padiglione fu dedicato al Risorgimento. Vennero poi realizzate diverse mostre e diversi spettacoli (concerto dei cechi milanesi, gare orchestrali, gare pirotecniche, il banchetto della stampa, l’illuminiazione elettrica, le corse, le corse dei velocipedi, regate sul Po. Opera assai rara che ricostruisce una delle più importanti esposizioni industriali che si tennero in Italia nell’ottocento. Prima edizione in ottime condizioni di conservazione.
230 euro
119) PRIME EDIZIONI CLASSICI ILLUSTRATI LEGATURA ARIOSTO DORé REGGIO EMILIA FERRARA ORLANDO FURIOSO
Ariosto Ludovico, Gustave Doré,
Orlando Furioso illustrato da Gustavo Doré con prefazione di Giosuè Carducci,
Milano, Fratelli Treves Editori, 1881
In folio grande (42×30,5 cm); XX, 642, (4 b.) pp. e 82 c. di tav. fuori testo. Legatura coeva in mezza-pelle blu con titolo, autore e ricchissimi fregi in oro al dorso. Un piccolo difetto al margine alto della cerniera superiore del piatto posteriore, abilmente restaurata. Piatti foderati in tela azzurra, qualche lievissima spellatura agli angoli, assolutamente ininfluenti. Piatti interni foderati con bella carta marmorizzata coeva con doppio strato di rinforzo alle cerniere. Qualche macchiolina di foxing in alcune pagine, come tipico di tutti gli esemplari e nel complesso volume in buone-ottime condizioni di conservazione. Prima edizione italiana illustrata dal Dorè del capolavoro di Ludovico Ariosto (Reggio nell’Emilia, 8 settembre 1474 – Ferrara, 6 luglio 1533), Orlando Furioso. Il nostro esemplare, a differenza della maggior parte degli esemplari conosciuti e del numero delle tavole riportate in indice, presenta 82 tavole invece delle 81 solitamente presenti. L’edizione, che si avvale anche di una prefazione scritta da Carducci, è considerata una delle più belle mai realizzate dedicate al celeberrimo poema cavalleresco pubblicato per la prima volta nel 1516 a Ferrara. Composto da 46 canti in ottave (38.736 versi in totale), in esso la storia si sviluppa intorno alla figura di Orlando e coinvolge numerosissimi altri personaggi. In esso Ariosto riprende la tradizione del ciclo carolingio ed in parte anche, del ciclo bretone realizzando una sorta di continuazione dell’incompiuto Orlando Innamorato di Matteo Maria Boiardo. Paul Gustave Louis Cristophe Doré (6 gennaio 1832 – Parigi, 23 gennaio 1883) celebre pittore, disegnatore, litografo e incisore francese, fu l’illustratore più famoso dell’ottocento. Conosciuto per le sue illustrazioni della Divina Commedia di Dante, a lui si devono le più note edizioni ottocentesche illustrate dei classici della letteratura mondiale fra i quali il Paradiso Perduto, il Don Chisciotte e l’Orlando Furioso. Artista estremamente eclettico e poliedrico, si impegnò a sviluppare tutte le tecniche ed i formati pittorici realizzando da enormi quadri a piccoli, passando da opere di estrema incisività e potenza a lavori semplici ma dal tratto graffiante. La pittura e l’incisione non furono le sue sole passioni ma a lui si devono anche disegni e sculture. Capace di creare scene di estrema complessità ed impatto emotivo era capace anche di dipingere magnifici paesaggi dove il sublime, nella stretta concezione del Romanticismo di derivazione burkeniana, esprimeva tutta sua potenza sentimentale. L’Orlando Furioso rappresenta l’ultima serie dei grandi classici illustrati da Doré ed in esso l’autore raggiunge i massimi livelli della sua arte. Oltre alle 82 magnifiche tavole a piena pagina, l’opera presenta oltre 500 illustrazioni nel testo disegnate dal Doré ed incise in xilografia da alcuni dei più rinomati incisori dell’ottocento francese come Laplante, Jonnard, Hildibrand, Barbant, Meaulle, Pisan, Gillot, Doms, Bertrand, Sargent, ecc. ecc. Rif. Bibl.: Cfr. Agnelli – Ravegnani: I, p. 242: Bellissima e rinomata edizione in – folio. Cf. Mugnaini: Il Libro Antico in Italia (Milano, 1995): p. 40, dove indica, secondo la loro collazione, 82 Tavole Xilografate a piena pagina, identica alla nostra.
600 euro
EPHEMERA
120) CATALOGHI PUBBLICITARI MODA PELLICCERIE MILANO CORSO VITTORIO EMANUELE LUSSO PELLICCE VESTITI
Fabbrica e Magazzeno Pelliccerie Confezionate Pescini,
Rudolfo Pescini Magazzino Pelliccerie, Catalogo 1908-1909, Milano Corso Vittorio Emanuele Milano.
(Milano), S. editore, S. data (ma 1908)
In oblungo (19,3×13,5 cm); 30, (2) pp. Brossura editoriale verde con titolo impresso a caratteri liberty in oro al piatto anteriore. Bellissimo catalogo pubblicitario, in perfette condizioni di conservazione, della produzione di pellicceria della nota ditta milanese, Rudolfo Pescini. Ogni pagina contiene numerose figure che illustrano la moda del tempo con una breve descrizione del capo di vestiario ed il suo presso nella moneta corrente. La pelliceria Pescini era una delle più rinomate ed eleganti di Milano e aveva i suoi magazzini in Corso Vittorio Emanuele con ingresso da via Pattari 2. Molto raro ed in incredibili condizioni di conservazione.
90 euro
121) CICLISMO BICICLETTE CERTIFICATI GARANZIA ANTICHI ADLER STORIA DELLINDUSTRIA
3 Bellissimi certificati di garanzia per una Bicicletta Adler.
Certificato d’Origine e di Garanzia bicicletta Adler,
S. luogo, S. stampatore, 1910
Tre bellissimi certificati di garanzia di una bicicletta Adler, completi di busta, certificato ripiegato stampato a più colori (in rosso e nero). Uno con ceralacca originale per attestare l’autenticità delle garanzie e una bustina con la chiave originale ed il relativo certificato. Il tutto è stampato su carta forte di ottima qualità. “Colla presente certifichiamo che la Bicicletta Adler N. 35 N portante la nostra marca di fabbrica e la matricola N. 381319 è da noi garantita contro qualsiasi difetto di Materiale o di Costruzioni a norma di quanto è detto in proposito nel nostro Catalogo. Aldewerke vorm Heinrich Kleyer frankfurt a/M”. “La Adlerwerke vorm. H. Kleyer AG è stata una casa automobilistica tedesca fondata nel 1886 a Francoforte sul Meno da Heinrich Kleyer come fabbrica di biciclette. La produzione si espanse poi al settore motociclistico (con un triciclo) nel 1899 e a quello automobilistico nel 1900. Proprio quest’ultimo settore sarà il più prolifico per il numero di modelli, 25 prodotti fino al 1939”. Raro insieme di interesse ciclistico.
50 euro
122) MONETE ORO INQUISITORE SOPRA GLI ORI VENEZIA BANDI NUMISMATICA
Noi Andrea Renier Per la Sereniss. Repubblica di Venezia, etc. Capitanio, e V. Podestà di Vicenza. Quanto è costante l’Eccellentissimo Signor Inquisitore sopra Ori, e Monete nella siffata massima del già stabilito ribasso dell’Estere Picciole Monete descritte nel suo Proclama 28. Settembre passato, altrettanto è il Pubblico impegno … (Oro, Monete)
Venezia, Stampato per li Figliuoli del qu. Z. Antonio Pinelli Stampatori Ducali, Ristampato per il Vendramini Mosca, Stampatore Ducale, 1761
In folio 55×40 cm; bel bando su foglio pulito senza scritte o note di sorta su ambedue le facciate, due pieghe (una verticale e una orizzontale) leggere e per il resto, esemplare in ottime condizioni di conservazione. Leone xilografico di San Marco al margine alto. Iniziale xilografica. Si legge “Non essendo più tollerabile lo scandalo arbitrio de’ Sudditi della Terra Ferma di ricevere, spendere, e girare ne privati Contratti, Pagamenti & altri usi del mutuo Commercio Monete Foresterie di bassa Liga miste d’Argento a prezzi eccedenti, ed i puro Rame, con tutto che proibite, e bandirte siano da tante Leggi Pubblicate in replicati Proclami approvati dell’Eccellentissimo Senato, con sommo pregiudizio Pubblico, e Privato. […] “Seguono le Monete, che devono correre al Prezzo degradato come qui sotto. Monete, Loro corso ordinario, loro degrado.” segue lista delle monete: Rué o sia Lia di Savoja, Metà, Paoli Vecchi, Detti Papali moderni, Talini di Genova, Da due Arme, Da S. Gio: Battista, Max di Baviera o sian Bavaresi, Mantovani, Detti, Detti da Soldi Dieci, detti da Soldi Cinque, Cavlotti da soldi cinque, Aquilotti, Brochette o Sian Cavalotti Ferraresi. Interessante bando legato alle monete ed all’oro. Esemplare in ottime condizioni di conservazione.
180 euro
123) BANDI MONTE DEI PEGNI CHIOGGIA ORO E GIOIELLI VENEZIA NUMISMATICA
Noi Paolo Antonio Labia Per la Serenissima Repubblica di Venezia etc. Podestà di Chioza, e suo distretto. (Monti di pietà)
(Venezia), Stampati per Almorò, e Figliuoli del qu: Z. Antonio Pinelli Stampatori Ducali, 1737
In folio 47×37 cm; bel bando su foglio pulito senza scritte o note di sorta su ambedue le facciate, due pieghe (una verticale e una orizzontale) leggere e per il resto, esemplare in ottime condizioni di conservazione. Leone xilografico di San Marco al margine alto. Iniziale xilografica. Si legge “Primo. Che li Massari debbono scrivere tanto per Lettera, che per Abbaco chiaramente gl’esborsi del Denaro, che saranno fatti sopra Pegni così nei Libri, che su i Viglietti, che vengono rilasciati, onde non possa esser fatta alterazione alcuna nelle Summe, e resti rimosso un tanto inconveniente da Noi rimarcato in più partite de Libri medesimi. […] Quarto. Nell’impegno d’Ori, Argenti, e Gioie doverà esser annotato da Massari tanto nei Libri, che ne Biglietti il peso preciso de Pegni medesimi, onde meglio apparisca la vera loro essenza, e resti con tal necessaria diligenza levato ogni motivo di controversia, che insorger poteva da una tale mancanza tanto in pregiudizio del Monte, che de Proprietarij de Pegni.”. Interessante bando che regolarizza l’attività del monte dei pegni di Chioggia.
120 euro
124) BANDI SERENISSIMA VENEZIA DALMAZIA CAPITANI NOMINE MILITARI
Il Serenissimo Principe Fa sapere ed è per ordine dell’illustrissimo ed eccellentissimo Signor Z. Battista Da Riva Savio di Terra Ferma alle Ordinanze.
Venezia, Stampato per li Figliuoli del Qu. Z. Antonio Pinelli Stampatori Ducali, 1777
In folio 50,4×37 cm; foglio pulito senza scritte o note di sorta su ambedue le facciate, due pieghe (una verticale e una orizzontale) leggere e per il resto, esemplare in ottime condizioni di conservazione. Leone di San Marco al margine alto. “Pubblicato sopra le Scale di S. Marco, e di Rialto”. “Attrovandosi un luogo vacante di Capitano d’Ordinanze in Levantre in luoco del Capitanio Marco Piccoli esellto Soprintendente delle Ordinanze di Santa Maura, deve conseguentemente in ordine alli Decreti dell’Eccellentissimo Senato 31. Decembre 1687. 27. Giugno 1707. e 20. Settembre 1710. seguire l’elezione dell’Atuale dell’Eccellentissimo Collegio. […] “. Bel bando per la nomina di capitano.
60 euro
125) BANDO TERMINAZIONE VENEZIA CHIOGGIA MONTE DI PIETA’ NUMISMATICA
Repubblica di Venezia,
Terminazione degl’Illustrissimi ed Eccentissimi Signori Presidenti del Collegio Eccellentiss. Alla Milizia da Mar, Infrascritti Giudici delegarti alle Comunità del Dogado. (Chioggia e suo Monte di Pietà)
(Venezia), Stampata per li Figliuoli del Qu. Z. Antonio Pinelli Stampatori Ducali, 1777
In folio 58,5×45 cm; bel bando su foglio pulito senza scritte o note di sorta su ambedue le facciate, due pieghe (una verticale e una orizzontale) leggere, due piccoli strappetti, uno in alto al foglio ed uno al centro del foglio, dov’è visibile anche il segno del vecchio adesivo utilizzato come menda e ora non più presente, e per il resto, esemplare in ottime condizioni di conservazione. Leone xilografico di San Marco al margine alto. Iniziale xilografica. Si legge “Prestate da questo Collegio generali considerazioni sulla costituzione economica della Comunità di Chiozza, e sugl’impianti e metodi di sua Scrittura a miglioramento dello Stato suo, a riparo di alcune irregolarità, ed ommissioni, che introducendosi alterano il buon ordine, ed a sistemazione chiara, e permanente delle Dite spettanti al Carato della Tansa Insensibile. Sue Eccellenze versicar anco volendo le riserve espresse nella Terminazione loro 8. Agosto caduto terminano, e terminano comandano quanto segue. IV. Siano, e s’intendono precettati li Deputati pro tempore di quella Comunità a dover girare a debito della sola Dita Spese Serenissima Signoria contro spese Milizie, Artiglierie, Bombardieri, Castelli, casi estraordinarj di Sanità, espressi passaggi de Principi tutte quelle summe che saranno da essi disposte per tal causa, restando soppresse le Dite Spese de Bersagli, Munizioner, Capo Maggior de Bombardieri, Battellante del Castello, Serenissima Signoria, Sanità, ed altre tutte alla materia relative, e ciò perchè in una sol Dita comparisca l’azione di compenso della Pubblica Cassa. […]”. Interessante bando che organizza la gestione di Chioggia e del suo Monte di Pietà.
120 euro
126) BANDO MONETE ORO ARGENTO LOTTO GIOCO DEL LOTTO VENEZIA NUMISMATICA
Repubblica di Venezia,
Il Serenissimo Prencipe Fà Saper, et è per Ordine dell’Illustrissimo, et Eccelentissimo Signor Inquisitor Sopra Ori, e Monete. (Monete, Lotto)
(Venezia), Stampato per li Figliuoli del qu: Z. Antonio Pinelli Stampatori Ducali, 1752
43×30 cm; bel bando su foglio pulito senza scritte o note di sorta su ambedue le facciate, due pieghe (una verticale e una orizzontale) leggere, per il resto, esemplare in ottime condizioni di conservazione. Leone xilografico di San Marco al margine alto. Iniziale xilografica. Si legge “Resistente tuttavia la materia delle Monete stronzate e Forestiere, e costante sempre più essendo la volontà dell’Eccellentiss. Senato perchè restino esequite le Pubbliche prescrizioni, ha col sopracitato Decreto nuovamente dichiarata, e riconfermata la massima, che debbono tutte indifferentemente le Monete aver libero corso al giusto limitato peso, e valore; e per ultimo perentorio atto di una ulteriore caritatevole, condiscendenza ha voluto permettere riceversi dalla Cecca nel Castello, (che per Legge deve star sempre aperto) in con cambio di Ducati li Fulippi con la bonificazione nello scarso di quattro Caratti per Filippo nel primo Quadrimestre prossimo cominciando dal primo giorno del venturo Mese di Giugno colli modi tutti pratticati nelli Concambj, che furono l’Anno decorso assentiti, r nrl secondo Quadtimestre susseguente colla bonificazione di Caratti trem finalmente nel terzo, & ultimo con la sola bonificazione di Caratti due, restando espressamente incaricato esso Inquisitor di dover invigilare, che doppo li prefissi termini antedetti resti esequito da cadauno con la dovuta rassegnazione quanto prescrivono li Decreti per procedere con mano forte contro li Transgressori. … La stessa permissione s’intende accordata anco alli Prenditori del Pubblico Lotto con rodine pacifico , che medesimi non possano pagarsi le Vincite, ne in poca, ne in moneta quantità, essere dovendo le medesime essequite tutte dalla cola Cassa, che vi è destinata dell’Eccellentissimo Sognor Provveditor agl’Ori, & Argenti”. Interessante bando riguardante alle monete ed al Lotto.
120 euro
127) BANDO PANE FORNAI CHIOGGIA PALESTRINA VENEZIA
Repubblica di Venezia,
Il Serenissimo Prencipe Fà Saper, et è per Ordine dell’Illustrissimo, et Eccelentissimi Signori Sopra Proveditori, Proveditori, et Inquisitor alle Biave. (Pane, Fornai, Chioggia)
(Venezia), Stampato per li Figliuoli del qu: Z. Antonio Pinelli Stampatori Ducali, 1754
48×39 cm; bel bando su foglio pulito senza scritte o note di sorta su ambedue le facciate, due pieghe (una verticale e una orizzontale) leggere, per il resto, esemplare in ottime condizioni di conservazione. Leone xilografico di San Marco al margine alto. Iniziale xilografica. Si legge “Essendo stata sempre costante massima Publica l’impedire con rissoluti divieti le Contrafazioni di Pane, e Farine, tanto in questa Serenissima Dominante, quanto nella Città di Chioza, e Terra di Pelestrina, che contro li antichi, e recenti Proclami sono commesse a grave pregiudicio di questo Dacio Grande; e venendo gl’Illustrissimi, & Eccellentissimi Signori Sopra Proveditori, Proveditori, & Inquisitor alle Biave a rilevare dalle rifferte del Conduttor di Chiozam che tanto in quella città, quanto in Palestrina l’abuso si vada sempre più radicando con l’introduzione de Fonteghetti privati, e con al vendita del Pane fuori delle Pistorie trovano necessità di por freno all’audacia di quelli, che sprezzando le cominatorie, e le Leggi nel proposito vanno giornalmente inserendo pregiudicj a questa importantissima Rendita; Che però col presente Proclama fanno pubblicamente intendere, e sapere esser loro rissoluta volontà che non sia chi si voglia, ch’ardisca vender Farine tanto in Chioza, che in Palestrina fuori de Pubblici Fontici non meno, che vender Pane fuori delle Pistorie, in pena della perdita del Pane, e delle Farine, & esser in oltre con formazion di Processo condannato con Bando, Priggione, e Galera a misura di trasgressione. […]”. Interessante bando riguardante alle i fornai e la vendita del pane a Chioggia e Palestrina.
100 euro
128) BANDO VENEZIA PROCLAMI MONETE ORO ARGENTO UDINE CIVIDALE DEL FRIULI PALMANOVA ZECCA DI STATO NUMISMATICA
Repubblica di Venezia,
Il Serenissimo Prencipe Fà Saper, et è per Ordine dell’Illustrissimo, et Eccelentissimo Signori Inquisitor Sopra Ori e Monete. (Oro, Monete)
Udine, Per li Gallici alla Fontana Stampatori Camerali, (1754)
64×46 cm; bel bando su foglio pulito senza scritte o note di sorta su ambedue le facciate, due pieghe (una verticale e una orizzontale) leggere, per il resto, esemplare in ottime condizioni di conservazione. Leone xilografico di San Marco al margine alto. Iniziale xilografica. Si legge “Conoscendo la sapienza dell’Eccellentissimo Senato quanto sia necessaria di tempo in tempo la rinovazione delle Legge nell’importante materia delle Monete per ravvivarne ne’ Sudditi l’obbedienza, e per accomodarle ancora con gli opportuni nuovi provvedimenti alle varie circostanze, ed occorenze, ha dichiarata ne’ venerati Decreti 11., 13, e 27 Luglio cadente la Sua Sovrana Volontà sopra varj punti, e particolarmente sopra la valutazione dei Gigliati, e delle Portoghesi, e Lisbonine; sopra l’intiero allontanamento dai Pubblici Stati delle basse Monete Forestiere; e sopra l’espurgo delle altre notabilmente scarse, e stronzate. Queste Pubbliche e sapientissime Deliberazioni non che tutte le altre in detti Decreti contenuute si portano ad universale notizia con presente Proclama, col quale previa la confermazione delle Leggi tutte, e Proclami precedenti, a questo non repugnanti, si fa pubblicamente sapere, ed intendere. 1. che resta assolutamente proibita ad ogni Persona di qualsivoglia grado, condizione ed impiego così in questa Dominante, come nella Terra Ferma, tanto spendere quanto il ricevere qualunque genere di Moneta Nobile così d’Oro, come d’Argento fuori delle qui sotto notate, e queste al solo valore che doverà essere in avvenire, tolerato, come segue: Il Zecchino L. 22, Il Debole delle buone stampe L. 37.10, Quelle d’Italia e le nuove di Francia, e Spagna L. 37, Il Gigliato L. 21.10, L’Ongaro L. 21, Il Ducatone o sia Giustina L. 11, L’Osella L. 3.18, Lo Scudo Veneto L. 12.8, Lo Scudo Romano esclusi quelli dopo Clemente XI L. 12., Il Filippo di Romano L. 11., La Genovina L. 14.10, Le Lisbonine, e Portogesi saranno pur permesse a peso di Doppia in ragione di L. 38. per gni Doppia. II. Con la medesima valutazione saranno ricevute le suddette Monete tutte anco nelle Pubbliche Camere della Terra Ferma oltre il Mincio, compresa Verona, dove per la Pubblica Condiscendenza spiegata nel Proclama di quest’Inquisitoriato 16 Maggio 1752 viene accordata la soddisfazione di ogni pubblica Gravezza, e Decio con le Monete Nobili Forestiere d’Oro, e d’Argento, sempre però col ragguaglio del Ducato a Lire 8 ridotte alla Valuta di Camera, dovendo poi tutte esse Monete, come pure li Zecchini ed ogn’altra Moneta d’ArgentoVeneta, eccetuati li Ducati, essere sempre spedite da ogni Camera a questa Pubblica Zecca, come prescrive il medesimo Proclama. III. Ogni altra sorte di moneta anco Nobile s’intnderà affatto bandita, né potrà essere spesa, né introdotta nei Pubblici stati, se non come Merce, e così resta, sotto le più rigorose pene, vietata qualunque benchè minima alterazione di valuta, o tolleranza di scarso nelle Monete premesse sotto alcun protesto né pur di tacito, o espresso concenso delle Parti contraenti […]. Ed il presente sarà stampato, pubblciato, e fatto vendere in questa Città, con obbligo a tutti i Mercanti, e Botteghieri d’ogni sorte, Osti Magazeieri, Locandieri, ed ogni altra persona di Negozio, in pena di Duc. 25 di tenerlo esposto respettivamente nelli loro Mezzadi, Botteghe, ed ogni altro luogo ove si fasciano Contratti, Riscossioni, e pagamenti; e sarà pure trasemesso a N. N. H. H. Rappresentanti della Terra Ferma perchè sia similmente pubblicato, e duffuso in tutte le Città, Terre, Castelli, Quadre e Valli di ogni provincia per la sua inviolabile osservanza. Dat. Dall’Inquisitoriato sopra Ori, e Monete li 30 Luglio 1754. Pietro Barbarigo Inquisitore.”. Interessante bando riguardante le moente ed il cambio di esse sul territorio veneto compreso, come ben specificato in fondo al volume “alli Territorj di Udine, Palma e Cividal del Friuli.
160 euro