ISTORIA DELLA REPUBBLICA DI VENEZIA in tempo della Sacra Lega contra Maometto IV, e tre suoi Successori, Gran Sultani de’ Turchi. Vol. II: Istoria della Repubblica di Venezia, ove insieme narrasi la Guerra per la Successione delle Spagne al Re Carlo II.Di Pietro Garzoni Senatore.

ISTORIA DELLA REPUBBLICA DI VENEZIA in tempo della Sacra Lega contra Maometto IV, e tre suoi Successori, Gran Sultani de’ Turchi. Vol. II: Istoria della Repubblica di Venezia, ove insieme narrasi la Guerra per la Successione delle Spagne al Re Carlo II.Di Pietro Garzoni Senatore.

id: 5652
Autore: Garzoni Pietro,
Prezzo: 1500.00
Editore: Appresso Gio.: Manfrè, 1705 – 1716
Anno di pubblicazione: 1705
Luogo di pubblicazione: In Venezia,
Descrizione: In 4° grande: due tomi: (8), 838, (40), (2 b.) pp. e (8), 843, (37), (2 b.) pp. Belle legature coeve in piena pergamena rigida con titolo manoscritto da mano coeva al dorso che si presenta a quattro nervi. Tagli leggermente azzurrati. Testatine, finalini ed iniziali ornati. Tutti e due gli esemplari si presentano ad ampi margini (il secondo volume è più corto di 2 mm rispetto al primo ma la mano che scrisse il titolo al dorso è la stessa). Ex-libris all’interno dei piatti anteriori e piccoli timbretti al frontespizio che identificano il volume come appartenuto alla celebre collezione del “Principe Pietro Amoroso d’Aragona” oltre che ad un altro collezionista privato ottocentesco. Esemplare in ottime condizioni di conservazione. All’inizio di ognuno dei 32 libri una magnifica testatina animata in rame incisa da G. Abbiati e A. Luciani, ciascuna rappresentante in forma allegorica l’argomento del libro corrispondente. A pag. 250 del secondo vol. grande vignetta in rame che rappresenta la riviera di Salò con la città sullo sfondo. Prima non comune edizione di ambedue le parti, di questa celeberrima storia dei fatti relativi alla storia veneziana durante le guerre con i turchi ed in particolare la guerra di Morea scritta dal giurista e storico patrizio veneziano, Pietro Garzoni (1645 – 1735). L’autore, eletto storiografo ufficiale della Serenissima nel 1692 lavorò a quest’opera per lunghissimo tempo sotto mille pressioni da parte del governo veneziano che chiedeva all’autore una storia che esaltasse al massimo la potenza la Repubblica di Venezia. Garzoni però che era storico attento ed abile scrisse una storia considerata ancora oggi come molto corretta ed equilibrata. Il primo volume venne più volte respinta alle stampe e venne pubblicato per la prima volta solo nel 1705. La seconda parte dovette aspettare altri 11 anni per ottenere il consenso alle stampe mentre garzoni aggiornava in continuazione l’opera portando il periodo trattato dai due volumi dal 1660 al 1714. Garzoni il 21 luglio 1665 sposò “Silvia Verdizzotti di Francesco di Carlo, appartenente a una famiglia “cittadina” che proprio in quegli anni giungeva al vertice della burocrazia marciana, ma che solo nel 1667 sarebbe stata ascritta al Libro d’oro del patriziato”. “Politicamente la Repubblica stava vivendo l’esaltante stagione della conquista della Morea, dell’ultima vittoriosa guerra contro il Turco, nel corso della quale quattro anni prima un fratello del G., Girolamo, era morto in battaglia. Sarebbe stato, però, il canto del cigno per Venezia, poiché le successive vicende della neutralità armata in occasione della guerra di successione spagnola e poi la bruciante e fulminea perdita dei recenti acquisti greci (1715) avrebbero reso oltremodo arduo il compito di una penna che intendesse coniugare il rispetto della verità con la rituale nobilitazione delle vicende patrie. Il G. iniziò la sua opera con intendimenti onesti: glielo consentivano i successi militari del Levante e la gloriosa morte del fratello, che riversava prestigio su tutta la famiglia; perciò dichiara di ispirarsi al modello di Tucidide (scelta in qualche modo scontata, dato il comune tema della guerra peloponnesiaca, ma caricata dal G. di una ribadita valenza scientifica e morale, benché inquinata da uno stile ricercato e alquanto oscuro); e perciò sarà lui, nella veste di savio del Consiglio, a esigere e ottenere la condanna del capitano da Mar Antonio Zeno, reo d’aver abbandonato Scio al nemico nel 1695 senza battersi. Finché il G. ebbe a riversare i suoi strali contro i Turchi, nessuno in Senato trovò da eccepire, ma quando prese a usare espressioni che suonavano riduttive nei riguardi del potente alleato viennese, o a denunciare la rilassatezza delle truppe venete o il poco coraggio dei comandanti, allora da più parti sorsero pesanti moniti alla sua persona (è così da intendersi l’elezione, avvenuta il 23 febbr. 1697, a inquisitore in Levante, che lo costrinse ad allontanarsi dalla patria per dieci
Soggetto: STORIA VENEZIA TURCHI GUERRA MOREA ORIENTE